03/05/16

Quell'inconfessabile Desiderio di Auto-Censura




Questa è una menzogna, naturalmente e, come ci muoviamo più in profondità nell'epoca dello stato a sorveglianza tecnologica totale, notiamo più prove che la perdita della privacy e della fiducia nelle comunicazioni interpersonali, sta trasformando l'individuo in un reparto di auto-polizia a favore dello Stato.

In uno dei primi studi scientifici empirici per fornire prove concrete degli 'effetti agghiaccianti che la sorveglianza elettronica del governo ha sugli utenti di Internet', un professore dell'Università di Oxford, Jon Penney, ha osservato su Wikipedia i dati di ricerca ed i modelli di traffico prima e dopo le rivelazioni del 2013 di Edward Snowden per quanto riguarda la diffusione della sorveglianza della NSA (National Security Agency) su Internet.

I risultati hanno dimostrato una tendenza immediata verso l'auto-censura, come provano le ricerche sull’utilizzo di termini come 'Al Qaeda,' 'autobomba,' e 'talebani'. Tali ricerche hanno mostrato una flessione quasi immediata e notevole.
I cambiamenti sono stati statisticamente abbastanza significativi per indicare che molte persone modificano automaticamente il proprio comportamento se si rendono conto che una organizzazione autoritaria punitiva li sta monitorando per scorgere eventuali malefatte legittimi o percepite come tali.

"Se le persone sono spaventate o dissuase dal conoscere importanti questioni di politica come il terrorismo e la sicurezza nazionale, si tratta di una vera e propria minaccia per il corretto dibattito democratico." - Jon Penney

Nel 2013, un’organizzazione statunitense (PEN) ha condotto un sondaggio di scrittori negli Stati Uniti che mostra che molti di loro erano già in uno stato di auto-censura verso se stessi in un clima sempre più opprimente di sorveglianza del governo.
La paura di essere coinvolti in una rete a strascico che potrebbe causare problemi legali e finanziari era sufficiente per molti di cambiare il loro tono e contenuto, anche se non era presente nessuna minaccia fisica diretta.


"I risultati di questa indagine (l'inizio di un'indagine più ampia sui danni da sorveglianza) suffraga le preoccupazioni dell’associazione PEN. Gli scrittori non sono solo preoccupati per la stragrande maggioranza dalla sorveglianza del governo, ma sono impegnati in un’autocensura di fatto".

Commentando gli effetti dei governi autoritari che pesantemente sorvegliano i loro cittadini, PEN osserva inoltre che, "storicamente, da scrittori ed intellettuali del blocco sovietico, e contemporaneamente da scrittori, pensatori e artisti in Cina, l'Iran, e altrove - la sorveglianza aggressiva dei loro regimi limita il discorso e distorce il flusso di informazioni e di idee".

Questo è senza dubbio l'obiettivo previsto per tali programmi.

Questo studio ha coinvolto anche i dati che indicavano come le persone censurano i loro comportamenti online e le interazioni con altre persone per paura di essere perseguitati da parte dello Stato ‘balia’:
"Piccole percentuali di intervistati descritti hanno già cambiando il loro comportamento quotidiano: il 28 per cento ha dichiarato di aver "ridotto l’attività sui social media", con un altro 12 per cento che afferma di aver preso seriamente in considerazione di farlo; percentuali simili hanno affermato di aver evitato di parlare di alcuni argomenti in telefonate o e-mail (24 per cento avevano fatto così; 9 per cento lo aveva seriamente considerato)".

Inoltre, in uno studio 2015 del Massachussetts Institute of Technology (MIT) volto ad esaminare in che modo la consapevolezza dell’utilizzo della sorveglianza governativa avrebbe colpito gli utenti di Google, il motore di ricerca Internet più utilizzato al mondo, i ricercatori hanno concluso che: "gli utenti erano meno propensi a cercare usando i termini di ricerca che avrebbero comportato possibili guai con il governo degli Stati Uniti."

In generale, il comportamento delle persone cambia in modo più favorevole verso un governo autoritario quando la sorveglianza, sia online che nel mondo reale, è onnipresente come lo è già nella società americana.
Lo stato viene alimentato da un pubblico compiacente, acquiescente e di auto-polizia, e quando la sorveglianza di massa è applicata alla cittadinanza, il prevedibile risultato è quello di creare una cittadinanza più sottomessa e conformista.


Questa idea è stata efficacemente illustrata nel classico romanzo distopico di George Orwell ‘1984’, in cui il dispositivo di sorveglianza primaria dell'individuo era il teleschermo, un dispositivo digitale che si trovava in ogni casa e che avrebbe potuto ricevere e trasmettere audio e video, azzerando così la privacy nella loro proprie case.

La bellezza della sorveglianza onnipotente come questa è che il governo non ha nemmeno bisogno di attuare un monitoraggio continuo di ogni individuo, il semplice fatto che essi potrebbero essere comunque in ascolto è sufficiente per spaventare una persona e renderla conforme volontariamente e di auto-censurarsi.

"Non c'era naturalmente nessun modo di sapere se eravamo osservati in un preciso momento. Quante volte, o su quale sistema, la polizia del pensiero si sarebbe inserita su ogni singolo cavo, erano solo congetture. E' stato anche immaginato come inconcepibile che avrebbero guardato tutti per tutto il tempo. Ma in ogni caso potevano collegare quel cavo ogni volta che volevano. Devi vivere - hai vissuto, per un’abitudine che è diventata un istinto - nel presupposto che ogni suono sia stato sentito e, tranne che nel buio, ogni movimento esaminato"-. George Orwell 1984

Questo principio sta arrivando a compimento nel nostro mondo moderno, sotto forma di internet e dei social media.
Ciò va a coppia con la creazione e la pubblicazione delle liste speciali del governo (le  watch list) di tutti i sapori, dove le persone possono essere oggetto di restrizioni arbitrarie di viaggio, o peggio, e ci stanno spingendo a capofitto in un nuovo mondo dove la libertà è strettamente ristretta, non per legge, ma da una strisciante paura ambigua di quello che potrebbe accadere a noi se facciamo un passo fuori linea.

Stiamo creando una società in cui le persone possono avere giuridicamente protetto il diritto alla libertà di parola, ma non osano utilizzarlo.
"C'è una ragione per cui i governi, le aziende, e le molteplici altre entità di autorità hanno bisogno di sorveglianza. E' proprio a causa della possibilità di essere monitorati che cambia radicalmente il comportamento individuale e quello collettivo.

"In particolare, questa possibilità genera paura e favorisce la conformità collettiva. E' sempre stato intuitivamente chiaro."-. Glen Greenwald

8 commenti:

  1. E' la gabbia senza sbarr di cui avevo parlato su NEXUS. Ovvio impiegano le parole chiave per indirizzare l'opinione pubblica.

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    1. Una gabbia davvero insidiosa che ti segue ovunque si vada, anche in solitudine! Una gabbia interiorizzata ed anche difficile da estirpare. Ciao

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    2. Ma ovvio. La manipolazione mentale è una malattia mentale indotta. Uno ce l'ha sempre. Forse farò dei post su come liberarsi dalla gabbia. Ciao.

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    3. Attendiamo le tue preziose indicazioni Albino.
      Ciao

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    4. No Albino, lo dico con sincero interesse e curiosità. Uscire totalmente dalla 'gabbia indotta' è il sogno segreto di tutti noi. Poter suggerire il modo per liberarsene in forma sintetica ed in tempi rapidi sarebbe splendido. Ciao

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  2. Gli United Snakes of America stanno serrando le reti come durante la pesca al tonno.

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    1. Inutile ricordare chi siano i tonni, vero?
      Buona questa degli 'United Snakes of America'!
      Ciao, e grazie per i commenti

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