di: Alex Pietrowski
Questa è una menzogna, naturalmente e, come ci muoviamo
più in profondità nell'epoca dello stato a sorveglianza tecnologica totale, notiamo più prove che la perdita della privacy e della fiducia nelle
comunicazioni interpersonali, sta trasformando l'individuo in un reparto di
auto-polizia a favore dello Stato.
In uno dei primi studi scientifici empirici per fornire
prove concrete degli 'effetti agghiaccianti che la sorveglianza elettronica del
governo ha sugli utenti di Internet', un professore dell'Università di Oxford,
Jon Penney, ha osservato su Wikipedia i dati di ricerca ed i modelli di
traffico prima e dopo le rivelazioni del 2013 di Edward Snowden per quanto
riguarda la diffusione della sorveglianza della NSA (National Security Agency) su
Internet.
I risultati hanno dimostrato una tendenza immediata verso
l'auto-censura, come provano le ricerche sull’utilizzo di termini come 'Al
Qaeda,' 'autobomba,' e 'talebani'. Tali ricerche hanno mostrato una flessione
quasi immediata e notevole.
I cambiamenti sono stati statisticamente abbastanza
significativi per indicare che molte persone modificano automaticamente il
proprio comportamento se si rendono conto che una organizzazione autoritaria
punitiva li sta monitorando per scorgere eventuali malefatte legittimi o
percepite come tali.
"Se le persone sono spaventate o dissuase dal
conoscere importanti questioni di politica come il terrorismo e la sicurezza
nazionale, si tratta di una vera e propria minaccia per il corretto dibattito
democratico." - Jon Penney
Nel 2013, un’organizzazione statunitense (PEN) ha condotto
un sondaggio di scrittori negli Stati Uniti che mostra che molti di loro erano
già in uno stato di auto-censura verso se stessi in un clima sempre più
opprimente di sorveglianza del governo.
La paura di essere coinvolti in una rete a strascico che
potrebbe causare problemi legali e finanziari era sufficiente per molti di
cambiare il loro tono e contenuto, anche se non era presente nessuna minaccia
fisica diretta.
"I risultati di questa indagine (l'inizio di
un'indagine più ampia sui danni da sorveglianza) suffraga le preoccupazioni dell’associazione
PEN. Gli scrittori non sono solo preoccupati per la stragrande maggioranza dalla
sorveglianza del governo, ma sono impegnati in un’autocensura di fatto".
Commentando gli effetti dei governi autoritari che
pesantemente sorvegliano i loro cittadini, PEN osserva inoltre che,
"storicamente, da scrittori ed intellettuali del blocco sovietico, e
contemporaneamente da scrittori, pensatori e artisti in Cina, l'Iran, e altrove
- la sorveglianza aggressiva dei loro regimi limita il discorso e distorce il
flusso di informazioni e di idee".
Questo è senza dubbio l'obiettivo previsto per tali
programmi.
Questo studio ha coinvolto anche i dati che indicavano
come le persone censurano i loro comportamenti online e le interazioni con
altre persone per paura di essere perseguitati da parte dello Stato ‘balia’:
"Piccole percentuali di intervistati descritti hanno già
cambiando il loro comportamento quotidiano: il 28 per cento ha dichiarato di
aver "ridotto l’attività sui social media", con un altro 12 per cento
che afferma di aver preso seriamente in considerazione di farlo; percentuali
simili hanno affermato di aver evitato di parlare di alcuni argomenti in
telefonate o e-mail (24 per cento avevano fatto così; 9 per cento lo aveva
seriamente considerato)".
Inoltre, in uno studio 2015 del Massachussetts Institute
of Technology (MIT) volto ad esaminare in che modo la consapevolezza dell’utilizzo
della sorveglianza governativa avrebbe colpito gli utenti di Google, il motore
di ricerca Internet più utilizzato al mondo, i ricercatori hanno concluso che:
"gli utenti erano meno propensi a cercare usando i termini di ricerca che avrebbero
comportato possibili guai con il governo degli Stati Uniti."
In generale, il comportamento delle persone cambia in modo
più favorevole verso un governo autoritario quando la sorveglianza, sia online
che nel mondo reale, è onnipresente come lo è già nella società americana.
Lo stato viene alimentato da un pubblico compiacente,
acquiescente e di auto-polizia, e quando la sorveglianza di massa è applicata
alla cittadinanza, il prevedibile risultato è quello di creare una cittadinanza
più sottomessa e conformista.
Questa idea è stata efficacemente illustrata nel classico
romanzo distopico di George Orwell ‘1984’, in cui il dispositivo di
sorveglianza primaria dell'individuo era il teleschermo, un dispositivo
digitale che si trovava in ogni casa e che avrebbe potuto ricevere e
trasmettere audio e video, azzerando così la privacy nella loro proprie case.
La bellezza della sorveglianza onnipotente come questa è
che il governo non ha nemmeno bisogno di attuare un monitoraggio continuo di ogni
individuo, il semplice fatto che essi potrebbero essere comunque in ascolto è sufficiente
per spaventare una persona e renderla conforme volontariamente e di
auto-censurarsi.
"Non c'era naturalmente nessun modo di sapere se eravamo osservati in un preciso momento. Quante volte, o su quale sistema, la
polizia del pensiero si sarebbe inserita su ogni singolo cavo, erano solo
congetture. E' stato anche immaginato come inconcepibile che avrebbero guardato
tutti per tutto il tempo. Ma in ogni caso potevano collegare quel cavo ogni volta che
volevano. Devi vivere - hai vissuto, per un’abitudine che è diventata un istinto
- nel presupposto che ogni suono sia stato sentito e, tranne che nel buio,
ogni movimento esaminato"-. George Orwell 1984
Questo principio sta arrivando a compimento nel nostro
mondo moderno, sotto forma di internet e dei social media.
Ciò va a coppia con la creazione e la pubblicazione delle
liste speciali del governo (le watch
list) di tutti i sapori, dove le persone possono essere oggetto di restrizioni
arbitrarie di viaggio, o peggio, e ci stanno spingendo a capofitto in un nuovo
mondo dove la libertà è strettamente ristretta, non per legge, ma da una strisciante
paura ambigua di quello che potrebbe accadere a noi se facciamo un passo fuori
linea.
Stiamo creando una società in cui le persone possono avere
giuridicamente protetto il diritto alla libertà di parola, ma non osano utilizzarlo.
"C'è una ragione per cui i governi, le aziende, e le molteplici
altre entità di autorità hanno bisogno di sorveglianza. E' proprio a causa
della possibilità di essere monitorati che cambia radicalmente il comportamento
individuale e quello collettivo.
"In particolare, questa possibilità genera paura e
favorisce la conformità collettiva. E' sempre stato intuitivamente chiaro."-.
Glen Greenwald
E' la gabbia senza sbarr di cui avevo parlato su NEXUS. Ovvio impiegano le parole chiave per indirizzare l'opinione pubblica.
RispondiEliminaUna gabbia davvero insidiosa che ti segue ovunque si vada, anche in solitudine! Una gabbia interiorizzata ed anche difficile da estirpare. Ciao
EliminaMa ovvio. La manipolazione mentale è una malattia mentale indotta. Uno ce l'ha sempre. Forse farò dei post su come liberarsi dalla gabbia. Ciao.
EliminaAttendiamo le tue preziose indicazioni Albino.
EliminaCiao
Mi prendi per il sedere?
EliminaNo Albino, lo dico con sincero interesse e curiosità. Uscire totalmente dalla 'gabbia indotta' è il sogno segreto di tutti noi. Poter suggerire il modo per liberarsene in forma sintetica ed in tempi rapidi sarebbe splendido. Ciao
EliminaGli United Snakes of America stanno serrando le reti come durante la pesca al tonno.
RispondiEliminaInutile ricordare chi siano i tonni, vero?
EliminaBuona questa degli 'United Snakes of America'!
Ciao, e grazie per i commenti