05/01/17

Recinti Artificiali


Osservando la realtà per ciò che è, risulta assai facile comprendere come l’umanità sia costretta a vivere all’interno di recinti precostituiti alimentati da un effimero ma potente apparato simbolico. Tali sistemi di controllo svolgono la loro funzione grazie alla suggestione che diffondono attorno a loro, secondo una narrazione articolata ma desolante nel suo algido minimalismo.

La storia moderna e contemporanea, ove tali sistemi hanno raggiunto il massimo livello di pervasività, dovrebbe permettere a chiunque di sollevare facilmente il velo delle menzogne organizzate e prendere coscienza della banale semplicità del male, in favore della straordinaria ricchezza del reale.


La narrazione però, come tutte le favole che si rispettano, possiede un grande potere seduttivo. La finzione dona un benessere oppiaceo, una serenità attonita, una sensazione di benessere artificiale, come se si trattasse di una preanestesia desiderabile, suadente, invitante.

I cosiddetti attentati terroristici, ad esempio, non sono altro che eventi progettati ed eseguiti dal sistema che, così facendo, alimenta se stesso, con il sempre valido stratagemma della creazione del nemico, dell’elargizione della sensazione inebriante di un pericolo generalizzato, imprevedibile, feroce.


Nelle favole di solito questa parte è assicurata da animali predatori (lupi, orsi, aquile …) oppure da personaggi inquietanti (streghe, maghi, giganti, orchi …).

La narrazione contemporanea, che si avvale degli ubiqui mezzi della produzione POP, è forzatamente globale: un evento deve essere leggibile ed esecrabile in ogni dove. Questo è il motivo per cui ci hanno tenuti per decenni in ambasce sotto lo spauracchio del ‘blocco sovietico’ e delle sue bombe atomiche, mentre oggi prediligono il terrorismo islamico frutto di improbabili associazioni integraliste, dal carattere imponderabile, sfuggente, insidioso.


Dovrebbe essere noto a tutti come la guerra fredda sia stata solo un’astuta operazione internazionale di soggezione e controllo dell’umanità, buona da entrambe le parti del recinto. Il terrorismo odierno svolge la stessa funzione. E’ una tigre di carta (mal confezionata per altro) in grado però di mantenere la stessa funzione di memento, di diffondere quell’inebriante sensazione di pericolo, indispensabile per tenere in piedi tutto il costrutto artificiale nel quale conduciamo le nostre esistenze, dominate da sostituzioni artificiali di pulsioni naturali, re-indirizzamenti e manipolazioni. Scoperta che sarà l’inconsistenza della minaccia, verrà la volta dell’invasione aliena?


L’individuo che vive immerso nella narrazione desolante del sistema non si accorge della sua incapacità di comprendere, di incidere sull’ambiente e sulla storia. Vive trascinato da ritmi stordenti ed aspirazioni svuotate di senso.

Non è facile rinunciare alla seduzione della narrazione artificiale così come non è facile uscire da una tossicodipendenza. E’ un percorso però che tutti dovrebbero fare, con coraggio e serenità, prima che sia troppo tardi. Ne va della sopravvivenza stessa del nostro genere, selvaggio e perfettibile, ma pur sempre il nostro ed il solo di cui disponiamo.

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