L’omicidio
di J. F. Kennedy è un evento intriso di simbologie massoniche occulte. Data (22/11)
ed ora dell’esecuzione, luoghi e nomi dei personaggi principali confermano l’evidenza
di un omicidio rituale massonico con finalità eteriche e simboliche. Si tratta essenzialmente
dell’uccisione rituale del Re di fronte alla sua Regina, un misfatto di chiara matrice alchemica. La stampa dei giorni successivi ha poi operato per
sottolineare le valenze simboliche e per amplificarne la ritualità alle masse in
modo da generare un eco conscio ed inconscio potentissimo, la cui azione
riverbera ancora ai nostri giorni.
L’omicidio
rituale di JFK ha avuto come motivazione secondaria quella di inaugurare un
nuovo corso per gli Stati Uniti e per il mondo intero. JFK incarnava infatti il
sogno americano: la forza e la bellezza, il coraggio ed i modi decisi ma
garbati, il successo e l’impegno civico. La sua famiglia conteneva nel cognome
il tristo destino del suo più celebre rampollo: Kennedy infatti in gaelico
significa ‘testa ferita’.
La presenza di 3 killer (come da tradizione massonica, si ricordi l’uccisione di Hiram Abif ad opera dei 3 capomastri infedeli) e l’avvento del vicepresidente Johnson (figlio di Giovanni) dona ulteriore conferma della pianificazione accurata dell’evento e della sua messa in opera, con il mantenimento di un puntiglioso controllo. Il nome Oswald (il presunto killer filocomunista) significa forza divina, anche abbreviato in Oz, e la piazza teatro dell’evento si chiama Dealey, ossia legge della Dea, legge divina. Anche la misteriosa sparizione del cervello del presidente e le modalità di sepoltura rispondevano a precise indicazioni procedurali occulte.
L’omicidio Kennedy (con molte similitudini con il nostrano omicidio rituale di Aldo Moro) ha trasmesso un trauma collettivo molto potente agli abitanti statunitensi e, con la caduta dell’ingenuità sociale e delle belle speranze, ha aperto la strada alle droghe psichedeliche, alla musica dissonante e degenerativa, alla collusione e confusione sessuale, in specie del popolo giovanile americano.
Tutto era pianificato, tutto era previsto. La disgregazione dell’individualità ancorata a saldi valori, ancorché posticci (quelli della società statunitense degli anni ’50) ha lasciato il posto alla disillusione generalizzata ed alla mimica scomposta del corpo, affidato ad un super-Io collettivo annichilito e quasi assente, stordito dai pesanti e non elaborabili effetti di quella celebre esecuzione.