24/02/16

Il Rastafarianesimo di Bob Marley

 
Dalla lettura seguente è possibile farsi un’idea del perché il fascismo italiano sia stato costretto ad avventurarsi nella sanguinosa avventura etiope ed anche perché e da chi fu ucciso Bob Marley. Il testo è liberamente tratto da Wikipedia ed altre fonti del web.
 
 
Bob Marley, ucciso per avvelenamento, come tanti altri cantautori carismatici, era un araldo del rastafarianesimo. Il rastafarianesimo (da cui proviene la parola RASTA) è una fede religiosa di origine ebraico/messianica, così come lo è anche il cristianesimo. Il nome deriva da Ras Tafari, l'imperatore che salì al trono d'Etiopia nel 1930 con il nome di Hailé Selassié I e con i titoli di re dei Re (negus neghesti), Eletto di Dio, Luce del mondo, Leone conquistatore della tribù di Giuda.
 
In seguito alla sua incoronazione, milioni di persone riconobbero in lui Gesù Cristo nella sua "seconda venuta in maestà, gloria e potenza", come profeticamente annunciato dalle Sacre Scritture, fatto che affonda le sue radici nell'incontro tra re Salomone (figlio di Davide) e la regina di Saba. A partire dagli anni ottanta la cultura rasta ha aumentato la propria diffusione nel mondo, soprattutto grazie a Bob Marley e Peter Tosh alla musica reggae, che ne veicola i contenuti.
 
Nei primi del Novecento, gli etiopisti, guidati da Marcus Garvey, il cui ministero è spesso assimilato dai rastafariani a quello di Giovanni Battista precursore di Cristo, cominciarono a proiettare una viva attesa messianica di riscatto sull'Etiopia, e, nel 1930, dopo aver assistito alla sua incoronazione, alcuni discepoli di Garvey, capeggiati dal carismatico Leonard Howell, videro in Hailé Selassié I il Messia atteso, Gesù stesso.
 
 
Questa persuasione diede il via ad un nuovo e autonomo movimento, detto in seguito RasTafarianesimo, in virtù del nome di battesimo di Hailé Selassié, Tafari (e quindi il Ras Tafari).
 
I rastafariani accettano gli insegnamenti teologici e morali di Gesù, custoditi dall'antichissima tradizione etiopica ortodossa, e credono che l'imperatore abissino li attualizzi e compia profeticamente in quanto Cristo, tornato secondo le esigenze dell'uomo moderno. Perciò, essi credono nella divinità di Cristo, nella Trinità, nella resurrezione dei corpi, nell'immortalità dell'anima, nella verginità di Maria ed in tutti gli altri dogmi della cristianità ortodossa.
 
I seguaci del culto però riconoscono la validità del millenarismo, ovvero l'idea che il Cristo debba instaurare un regno terreno prima della fine del mondo e del giudizio universale, secondo i dettami dell'apostolo Giovanni (Apocalisse 20): Hailé Selassié I giunge per loro a realizzare questa profezia e regna sui suoi eletti, i Rastafariani, sino al termine della storia.
 
 
Il loro Testo Sacro è costituito dal canone biblico etiopico, stabilito da Hailé Selassié I. In questo libro è riportato l'incontro tra re Salomone e la regina di Saba, descritto anche dalla Bibbia (1 Re 10; 2 Cronache 9); ella, curiosa di conoscere la straordinaria saggezza del Re, si reca a Gerusalemme e dalla relazione amorosa sorta tra i due nasce Menelik, capostipite della dinastia regale etiopica.
 
L'Etiopia riceve la missione di preservare la purezza della cristianità dopo il rifiuto di Israele e di custodire il carisma del trono davidico sino all'avvento regale del Cristo, a cui è destinato sin dall'inizio del mondo. A riprova della sua elezione, l'Etiopia riceve l'arca dell'Alleanza, oggi conservata in un santuario di Axum. Hailé Selassié I fu l'ultimo regnante ad occupare il seggio di Davide, prima della dissoluzione della monarchia, e questo incoraggia i rastafariani a riconoscere in lui il compimento delle promesse divine.
 
 

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