05/05/19

Nell'era della Parodìa


parodìa s. f. [dal gr. παρῳδία, comp. di παρα- per indicare somiglianza e δ «canto»; cfr. lat. tardo parodĭa]. – 1. a. Travestimento burlesco di un’opera d’arte, a scopo satirico, umoristico o anche critico, consistente, nel caso di opere di poesia (meno spesso di prosa), nel contraffare i versi conservandone la cadenza, le rime, il tessuto sintattico e alcune parole e, nel caso di opere musicali, nel sostituire le parole del testo originario, conservando intatto o con leggere variazioni il motivo.

Questa è l'era della parodìa. Abbiamo parodie di fascismo, di resistenza, di sionismo e di globalismo. Gli esseri umani vivono in un'atmosfera parodiata, scontata prefissata, premasticata. Esigono la riconoscibilità immediata dei motivi che possano fornire immediatamente quel tipo di effetto desiderato. Le droghe sintetiche di massa ne rappresentano l'apoteosi.

Un motivo musicale, un colore, un insieme di parole, un nugolo di gesti, un tono della voce ... poco basta per un coinvolgimento tanto efficace quanto plastificato e scontato. Gli individui hanno bisogno di scontatezza ed immediatezza. Hanno bisogno di semplicità sebbene sia effimera e desolante.

La fame di oblio personale conduce alla dissoluzione nel nulla prefissato, quel gorgo che tutto inghiotte e non permette vie d'uscita. Arrendersi alle parodie significa negarsi la possibilità di risalire la china, di invertire il flusso dissolutorio. Abbracciare la normalità vuol dire oggi abbandonarsi al freddo entropico del vorace mondo del Pop siliconico.

2 commenti:

  1. Buongiorno
    ultimamente rilevo una costante sintonia che mi aiuta non poco, sia nella direzione di una condensazione efficace che di una confortante partecipazione amplificante. L'unica cosa che non condivido pienamente è la scelta del termine "parodia" per la rappresentazione del concetto proposto.
    La parodia presuppone che "l'originale" sia ben conosciuto da tutti i soggetti, invece, in questo contesto, il riferimento parodistico è assolutamente inconsapevole.
    In ogni caso non dobbiamo lasciarci dividere dalla seduzione linguistica "babilonica", credo di avere capito il contenuto e lo condivido e tanto basta

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    1. Hai ragione e ti ringrazio per il contributo. Siamo più a livello di automazione inconsapevole che di sostituzione cosciente. La sintonia umana è il fine per cui da anni 'imbratto' il web con le mie riflessioni, grazie

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