Progettare
ed eseguire eventi ‘storici’ (quasi sempre luttuosi o criminali) ha la funzione
di dare l’illusione di un divenire storico, di una scansione del tempo invero
inesistente?
La
Storia accademica è una successione di eventi (perlopiù tragici) che si
susseguono all’interno di una cronologia serrata che da un punto ‘A’ porta
perentoria ad un punto ‘B’, poi 'C' ... e così via. Alcuni studiosi russi, hanno messo in dubbio
(motivandone la decisione) la veridicità di tale cronologia comunemente accettata,
facendo notare come alcuni schemi temporali venivano ripetuti identici, come
moduli assemblati, per dare l’illusione del divenire storico, semplicemente
modificandone nomi dei protagonisti e luoghi degli eventi.
Gli
scienziati russi (tra cui un astronomo per lo studio delle eclissi solari nella
storia) hanno individuato in uno studioso gesuita del ‘500 la prima
sistemazione della cronologia storica, che avrebbe poi occupato il posto del
paradigma negli studi accademici successivi.
L’intuizione
dei russi ha qualche fondamento. Recuperando alcuni secoli ‘rubati’ dalla
cronologia scaligera, gli eventi astronomici delle eclissi ‘tornavano’ alla
perfezione, dando alla nuova cronologia proposta, un’aura di perfezione ed
esattezza.
Per
me è impossibile verificare la validità di tali conclusioni, mi sembra però
importante sottolineare la parte più interessante di questa originale ricerca:
l’intuizione della presenza di una artificiosità pervasiva nella scansione degli eventi.
Oggi
sappiamo come la ‘longa manus’ esista eccome. Si tratta di una regia che si
dipana da secoli (se non da sempre) per progettare ed eseguire gli eventi che
andranno poi a consolidare l’immagine stereotipa del divenire storico, la
cronologia accademica. Perché
tale necessità?
Al di
là delle motivazioni strategiche di convenienza geopolitica, esistono
probabilmente altre motivazioni inderogabili di natura eterica a monte di tale
complessa programmazione.
Che
gli eventi siano tributi umani a divinità oscure, mi sembra palese, data la loro
complessa e stratificata composizione simbolica, forse però essi sono
indispensabili per gestire una scansione del tempo tanto artificiale quanto
necessaria.
Dare
l’illusione dello scorrere del tempo e gestirne il peculiare ritmo potrebbe
rivelarsi come una pratica necessaria per coprire una realtà completamente
differente ed inattesa. In altre parole: esiste il divenire storico? Scandire il tempo comunemente
accettato, è una pratica inderogabile per dare l’illusione di un progresso
invero inesistente?
Da
sempre il potere ha coinciso con la scansione del tempo. Il calendario che
utilizziamo oggi ha origini antichissime ma soprattutto religiose. La scansione
del tempo è stata sempre indispensabile per la gestione del ‘gregge umano’ sin
dai tempi del dio biblico. Il potere preistorico ha eretto poderosi e complessi
monumenti litici per controllare lo scorrere astronomico del tempo.
Possiamo
forse immaginare una chiave di lettura degli eventi artificiali (ormai tutto
ciò che accade lo è) legata alla fornitura di una specie di meccanismo ad
orologeria, indispensabile per creare il nostro concetto di tempo che scorre,
del fluire cronologico che viviamo ed immaginiamo come reale ed inderogabile,
una caratteristica saliente dell’opera demiurgica? La grande (ed oscura) opera
per eccellenza? La ricerca di un’eternità artificiale?
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