La Stampa: A Stoccolma si può pagare un venditore ambulante con una
carta di credito. A Copenaghen è possibile acquistare un espresso con lo
smartphone. Se la Scandinavia è stata a lungo il luogo più privo di
contanti del pianeta, ora la Danimarca sta valutando se andare un passo oltre
consentendo ai rivenditori di vietare del tutto le banconote.
In Olanda è difficile farsi accettare banconote oltre le
venti euro per gli acquisti e tutti i paesi europei stanno pian piano andando
in questa direzione. L’abolizione del contante avverrà in tutta Europa nel giro di pochi anni.
Le scuse per imporre tale nefasta direttiva dei poteri occulti sono sempre le
solite: sicurezza e comodità.
Sono le stesse motivazioni per le quali ci siamo
incredibilmente auto-dotati di apparati ricetrasmittenti con localizzatori
satellitari (gli smartphone) e carte di credito wireless. Sono le stesse
motivazioni utilizzate per la propaganda per l’installazione del microchip
sottocutaneo che, per come stanno ormai le cose, possiamo tranquillamente
considerare inutile. Siamo già tutti cablati e monitorati, accompagnati 24 ore
al giorno dal grande fratello elettronico che spia e cataloga i nostri dati, le
nostre abitudini, le piccole manie, le nostre metodologie relazionali, i nostri
desideri e le velleità.
Conosce le nostre abitazioni, l’ammontare ed il
movimento dei nostri beni materiali ma, soprattutto, da questa mole di dati personali può estrarre un profilo completo di ogni personalità, di verificare se si è incarnati o meno con l’anima e garantire forme di controllo e manipolazione personalizzate
e quindi efficaci, quasi infallibili direi.
L’unica via d’uscita da questa trappola digitale è la creatività, la facoltà umana più elevata, misteriosa, imponderabile. Proprio quella facoltà inficiata e mal vista dalle scuole, dalle accademie, dai kapò del lavoro dipendente. Il creativo dà fastidio, turba l’ordine istituito, nuoce alla serenità del lavoro seriale. E’ poco controllabile, sfugge alle definizioni, in una sola parola è umano, troppo umano.
L’unica via d’uscita da questa trappola digitale è la creatività, la facoltà umana più elevata, misteriosa, imponderabile. Proprio quella facoltà inficiata e mal vista dalle scuole, dalle accademie, dai kapò del lavoro dipendente. Il creativo dà fastidio, turba l’ordine istituito, nuoce alla serenità del lavoro seriale. E’ poco controllabile, sfugge alle definizioni, in una sola parola è umano, troppo umano.
In azienda ci hanno appena dotati di badge NFC con tornelli che anche uno stupido capirebbe non siano improntati sul fattore sicurezza, dato che si può facilmente scavalcarli o semplicemente passarci in mezzo ed avendo palette (non sportelli) di banale plastica leggera.
RispondiEliminaCiò nonostante proprio poco fa, rientrando dalla pausa pranzo, una collega, in realtà una dirigente, auspicava un sistema ancora più evoluto senza più bisogno di badge dicendo: "Ma siamo nel terzo millennio, non possono mettere qualcosa che mi riconosca? Tanto io sono io."
Certo che esiste qualcosa del genere, si chiama microchip sottocutaneo! E la gente inizia inconsciamente a desiderarlo!
P.S.: il suddetto comodissimo badge NFC in appena 4 ore è riuscito a creare una gobba nel mio porta tessere di plastica dura!
RispondiEliminaDovrebbero essere passivi e difatti in azienda mi rispondono con risolini, poi dimenticano, ma intanto io capisco ciò che vedo: il mio vecchio badge in anni non ha mai né piegato né rotto il porta tessere mentre questo in appena 4 ore ha causato una gobba evidente nella plastica!
E' chiaro come le esigenze di sicurezza e comodità siano solo pretesti. Si tratta di un tentativo (che purtroppo andrà in porto) di monitoraggio esaustivo di tutti gli individui onesti del mondo occidentale. I malfattori infatti continueranno a farla franca senza problemi. I chip sono rice-trasmittenti e sensibili comunque ai campi elettromagnetici. Resistiamo Max, cos'altro possiamo fare? Ciao
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