Immaginiamo, per comodità, la nostra esistenza in un universo cartesiano ed obbediente alle
leggi della fisica classica. In questo contesto semplificato, l’essere umano utilizza sistemi simbolici
complessi come mezzo di interpretazione e condivisione delle sue esperienze reali.
La struttura del suo inconscio utilizza poi gli stessi apparati simbolici per
catalogare ed elaborare le medesime esperienze.
I
simboli possono essere distinti in archetipici (un po’ come se parlassimo di
numeri primi) e composti; le lingue ideogrammatiche donano un’immediata
esemplificazione del motivo di questa suddivisione.
Esistono
poi numerosi complessi funzionali che inseriscono questa importantissima
operazione naturale di traduzione ed introiezione, in sistemi codificati più o
meno aperti, con l’obiettivo di permettere un rapido ed efficace mezzo di
scambio di queste informazioni: le lingue ed i tanti linguaggi, organizzati o
meno che siano.
Probabilmente
l’uomo preistorico utilizzava un sistema di gestione simbolica potente e comune
a tutti gli esseri umani, una specie di koiné naturale di cui possiamo
immaginare la forza espressiva osservando le primissime incredibili pitture
parietali che ci sono pervenute.
La
comprensione dell’interazione tra questi sistemi complessi interiori e la cosiddetta
realtà è l’obiettivo primario delle scienze contemporanee più evolute.
Il
Potere terreno, consiste nella comprensione e nella manipolazione di questi
sistemi simbolici complessi (la Magia) tramite il controllo e la gestione del
substrato simbolico collettivo con il quale gli esseri umani dialogano con la
realtà, i propri simili e le pieghe del proprio inconscio.
Il
nucleo indissolubile del potere consiste quindi nella gestione e controllo di
questi sistemi funzionali. Più tale entità è in grado di raggiungere e
manipolare il substrato archetipico collettivo e più è capace di controllare la
popolazione umana, agendo sulla percezione della realtà e sulle conseguenti reazioni
psichiche e fisiche dell’uomo.
La
distruzione ad opera degli dei della Torre di Babele e la dispersione delle
genti in nuclei separati, dalla imposta moltitudine di linguaggi, ha dato
inizio infatti alle forme di potere attuali. Tutte le forme di potere da Shumer
a Babilonia, dall’Egitto sino ai nostri giorni agiscono grazie a questa forma
di controllo. Oggi è la gestione dei media a costituire l’oggetto più ambito
per la detenzione del potere. Nulla è cambiato da Shumer ad oggi, le forme del
potere sono essenzialmente le stesse, così come le genie che le incarnano. La
confraternita babilonese impera da sempre gestendo l’immaginario collettivo ed
i suoi linguaggi.
Più
il substrato simbolico collettivo è stratificato, più la gestione del potere si
fa difficile e complessa. Questo, immagino, è il motivo per cui le popolazioni
con un passato denso e complesso (come quelle mediterranee per esempio) sono le
più difficili da controllare. Al riguardo di queste popolazioni il potere si
mostra più feroce e compatto. Ove c’è immaginazione, fantasia, comprensione
sottile, capacità creativa, libertà, li insiste lo scarpone d’acciaio della
confraternita. Il caso dell’Italia sta li a dimostrarlo.
Splendido articolo, il finale sarebbe da incorniciare, una osservazione molto profonda, purtroppo pochi ci arrivano.
RispondiEliminaGrazie, ciao
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