04/08/19

Generazione antidolorifica e piccole beatitudini

Una pubblicità televisiva su tre ha come argomento l’uso di medicinali, generalmente antidolorifici (rigorosamente a tripla azione), sottoforma di polveri, pasticche o cerotti. Sembrerebbe davvero che il pubblico televisivo, composto perlopiù da ultrasessantenni, faccia uso intensivo di tali medicamenti.
Il dolore è un’informazione importante del corpo verso la mente e viceversa. Il dolore, quando non sia esso stesso la patologia, è un indicatore di un problema verso il quale occorre porre attenzione. Eliminarne la portata informativa chimicamente, equivale ad oscurare la spia della benzina nell’automobile, senza fare il necessario rifornimento risolutivo.
L’assenza di dolore è una priorità nella nostra fase calante della società. Assenza dello scorrere del tempo, assenza di problemi e quindi di dolore. La società degli uomini vorrebbe trascorrere il proprio tempo vitale in una bolla spazio temporale sospesa, in un continuum sempre uguale a se stesso, in una torre d’avorio ben isolata dall’esterno in cui oziare, come gli dei olimpici.
La tecnologia d’accatto, quella che ci elargiscono a pagamento, aumenta il grado di comfort, spegnendo sensazioni naturali e sostituendole con quelle artificiali. In questo contesto il dolore è un’insopportabile ingerenza. Occorre deambulare con un sorriso ebetoide stampato in volto, sciorinando la nostra dentatura ceramica con un certo orgoglio, quello proprio di un popolo altamente civilizzato.
Spingere il carrello d’acciaio di un grande supermarket, riempiendolo di beni inutili, beati dalla musichina di sottofondo, dall’aria condizionata ben diffusa e dall'immancabile wi-fi, è una di quelle beatitudini contemporanee che ben si associa con l’uso e l’abuso di antidolorifici. Una smorfia di dolore romperebbe l’incanto… 

4 commenti:

  1. Condivido tutto. Un mondo artefatto, pieno di menzogne e falsità, ovunque, in ogni campo, a ritmo sempre più incalzante. E pochi se ne avvedono.
    La Natura va assecondata, non combattuta.
    Capita a fagiuolo l’articolo di Valdo Vaccaro: https://www.valdovaccaro.com/bloccare-il-sintomo-non-significa-guarire/.
    Non esistono “cure” per gli esseri ammalati: esiste l’individuo inquinato da tossine (tossiemia), sempre tenendo presente che ciascuno di noi è diverso dall’altro. Tramite il dolore il corpo ci vuole avvisare che le scorie accumulate nel corpo devono essere espulse, pena l’insorgenza nel tempo (tosto o tardi) della malattia.
    O che comunque c’è qualcosa che non va nella nostra condotta di vita.
    Ed assumendo farmaci (ricordiamo l’etimo φάρμακον, che significa anche veleno), reprimiamo solo il sintomo (il prezioso campanello d’allarme), non promuoviamo certo la guarigione, anzi! Semmai facciamo gli interessi delle case farmaceutiche e di tutto ciò che ruota loro attorno.
    Voglio ricordare una pratica atroce che sta dietro alla produzione di farmaci e che viene spesso dimenticata, data la concezione antropocentrica dominante: la vivisezione, definita eufemisticamente, anzi ipocritamente, “ricerca” medica, crimine nero ed inutile, per il quale poveri animali indifesi ed innocenti devono fare le spese della nostra disumanità con esperimenti orrendi.
    Non esiste una sana società, se non c'è rispetto per la Vita!
    E sia ben chiaro che siamo cavie anche noi, mandria umana.
    Dovremmo tutti preoccuparci con cuore sincero ed umiltà della sofferenza e della morte innaturale di altri esseri che popolano la Terra, animali e piante, che ritengo ben più meritevoli di popolarla rispetto a noi, che siamo solo un virus mortale per questo pianeta.
    Infatti, correndo beati verso il baratro (tappa finale: transumanesimo?), inconsapevoli del pifferaio che ci sta abilmente manovrando e che ha messo in atto tutto questo clamore e questo luccichio affascinanti, stiamo trascinando nel baratro anche loro, che non lo meritano davvero.
    http://www.tvanimalista.info/video/vivisezione/motivazioni-no-vivisezione/;
    https://www.agireora.org/vivisezione/parola-vivisezione-3207.html .

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    1. Grazie per i suggerimenti. Siamo oggetto non solo di sperimentazione (noi e i nostri amici animali) ma anche purtroppo di pesanti interventi di modellazione sociale e genetica. Non so davvero quale sarà l'homo novus dei prossimi decenni. Temo solo che non ci piacerà molto.

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  2. Sì, penso che, in vista di rimodellamento biologico del pianeta Terra (terraforming), tutti gli organismi - umani, animali e vegetali - siano oggetto di profonde modificazioni genetiche.
    Sono cose che definire atroci è usare un eufemismo blando. Tutto quello che conosciamo oggi, verrà cancellato.
    L’uomo del futuro? Un “Sinanima”, senza empatia ed amore, per permettere un controllo TOTALE, anche della coscienza? Forse, ma probabilmente non ricorderemo più chi siamo stati.
    Ho trovato interessante questo articolo: https://www.libreidee.org/2019/07/ashkenaz-il-super-sapiens-che-ci-schiavizza-con-la-finanza/ . Ciao.

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    1. Si, credo anch'io che la predazione dell'energia animica sia l'obiettivo finale di tanto lavorìo. Ridurre il substrato biologico terrestre ad un circuito stampato equivale ad anestetizzare l'anima per poi poterne disporre a piacimento. Non credo che le anime siano tutte d'accordo però...

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