Se consideriamo tutti insieme i danni prodotti dalla furia climatica contro l'Italia, vittime umane disgraziatamente comprese, possiamo giungere alla conclusione che si sia trattato degli effetti di un bombardamento esteso. Facendo scorrere il pensiero un poco indietro nel tempo, alle vicende a noi prossime, potremmo giungere a riflessioni ancora più drammatiche. Prendiamo in considerazione come esempio la strage di ulivi nel Salento, la fine delle palme nei litorali tirrenici, la moria inarrestabile di cipressi in Toscana, la mattanza dei pini marittimi secolari nel Lazio, aggiungiamoci la devastazione recente dei boschi veneti (si parla di 100.000 ettari di bosco distrutti) ed abbiamo di fronte a noi un quadro spaventoso. Da questo insieme potremmo ipotizzare una deliberata intenzione di manomettere il substrato ambientale tutto della penisola italiana, guarda caso colpita nelle sue tipicità più importanti, anche dal punto di vista simbolico oltre che produttivo.
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