Ciò che colpisce maggiormente delle immagini successive al crollo del ponte Morandi a Genova è lo stato delle macerie. Ci si sarebbe aspettato di osservare forme pietrose incoerenti, ammassi di ferro e conglomerato, sbiancato dalle polveri ed invece notiamo dei parallelepipedi pressoché integri ed anneriti alle estremità, come se fossero stati sottoposti ad una fonte elevata di calore. Possiamo notare come i piani neri che contraddistinguono i monoliti in calcestruzzo armato, siano netti, dando l'idea dell'utilizzo di una enorme sega circolare o di una altrettanto enorme lancia termica.
Il calcestruzzo armato è una massa coerente. Avete osservato le strutture in c.a. dopo un terremoto? Ebbene appaiono come masse informi, in cui i ferri sono ancora integri seppure snervati. Non si vedono tracce di annerimento perché il materiale è per sua natura grigio chiaro. Le macerie del Morandi invece sono come solidi fondamentali anneriti che, come pezzi del lego, sono accatastati uno sopra l'altro.
E' soprattutto però l'annerimento dei piani delle estremità che fa pensare all'utilizzo di un tipo di arma speciale ad energia oppure alla termite, l'esplosivo comunemente usato per le demolizioni controllate. La rottura netta dei ferri infatti è una anomalia in questo genere di incidenti, sempre che di incidente si voglia parlare.
Le anomalie di questa tragica vicenda sono così tante e palesi (vedi immagine sopra, per esempio) da poterla inscrivere con relativa tranquillità nel novero delle azioni terroristiche. Resta da definire chi sia il terrorista e contro chi e per chi abbia lavorato. Ad oggi sappiamo solo chi ha coperto la realtà delle cose.
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