24/08/19

Il viaggio come risarcimento dalla schiavitù


Un tempo la stanzialità era considerata virtù. Un tempo anche la vita di rendita era considerata normale. Oggi invece l'agitazione compulsiva ed immotivata è considerata normale ed auspicabile mentre il lavoro è considerato la sola grande virtù che dona dignità. Quanta acqua è passata sotto i ponti!

Il lavoro, lungi dall'essere un bene è in realtà un astuto sistema di controllo del genere umano. Non è un caso che sia inserito nel primo articolo della nostra desolante costituzione massonica. Ovviamente chi lo ha inserito non ha mai veramente lavorato neanche un giorno in vita sua: i padroni delle filiere godono di privilegi atavici ereditati sottoforma di latifondi o di diritti genetici, di sangue.

Al lavoratore un tempo bastava il salario, oggi è necessario ampliare l'illusione di una impossibile retribuzione esistenziale, donandogli scampoli di pianeta offerti a mò di diapositiva, alcuni istanti e via, di ritorno nei contenitori di carne umana di cemento armato ad ingolfare le putride strade urbane.

Ai viaggi sono state associate espressioni ebetoidi di serenità e rilassatezza. Non è altro che marketing. Lo stress per la partenza ed il rientro infatti è comunque notevole. Lo sfasamento spazio-temporale ingente. La dose di radiazioni assorbita per i lunghi viaggi aerei, poderosa.

Gli astuti venditori di sogni artificiali lavorano bene senza sosta per ingannare l'umanità che, se tornasse ad essere stanziale, potrebbe costituire un problema per i controllori. Non c'è lavoro? Emigra...non c'è aria pura? Viaggia...Sei depresso? Fuggi...

Fuggire oggi è facile, anche per i migranti. Il genere umano viene abilmente rimescolato per confondere le masse, donando l'illusione di un pianeta ai piedi di chi lo desidera. Non è così. Il pianeta è in mano a pochi esseri malintenzionati e le mete paradisiache non esistono.

1 commento:

I COMMENTI RIPETITIVI, VOLGARI OD OFFENSIVI VENGONO RIMOSSI A DISCREZIONE DEGLI AMMINISTRATORI DEL BLOG