CITY-ALCOHOLIC: gli ammassi urbani odierni,
generano tossicodipendenza?
Le città
contemporanee sono sature di gas di origine fossile (residui di combustione)
miasmi di vario genere oltre significativi quantitativi di droghe, cocaina in
primis. Le analisi dell’aerosol cittadino di una medio/grande metropoli sono espliciti
al riguardo. Questa mistura di gas, associata all’illuminazione continua, all'irradiamento elettromagnetico, al
silenzio inesistente ed alla socializzazione coatta producono una sorta di
tossicodipendenza nell’essere umano?
Chi si affanna
nelle metropoli parla di socialità ma è solo apparenza: si tratta infatti
principalmente di una socialità forzosa ed indotta. Percorrere ore in coda
chiusi nella propria autovettura non è condivisione semmai una forma di autismo
forzato. Interloquire con propri simili di futili evenienze non è scambio
intellettuale ma uno dei tanti frutti della convenienza.
Si parla di
vitalità dei centri urbani ma un viale illuminato al neon non è vitale, semmai
l’inverso. Una tangenziale bloccata dal traffico è la fine delle relazioni
umane. Lo scambio di riverenze quando si vorrebbe invece aggredire il prossimo
non è benevolenza ma nevrosi.
La vita è altrove.
Ove il city-alcoholic non nota nulla, in un contesto naturale che pullula
invece di vita vera, è perché è sostanzialmente drogato. Il narcisismo è la
molla principale di questa tossicodipendenza. Mostrare e osservare infatti il
prossimo in modo compulsivo è una delle caratteristiche della vita urbana. Mira
ed è mirata diceva il poeta.
Se a ciò
aggiungiamo l’innaturalezza insalubre di vivere impilati in gabbie di cemento
armato definite con eufemismo condomini, si giunge alla conclusione della
presenza di una sorta di autoconvincimento di massa nel vivere nel migliore dei
luoghi possibili, con i maggiori agi possibili. Ed invece nelle città l’aria è
artefatta, il cibo mediocre quando non pessimo, gli spazi vitali ridotti al
minimo, le possibilità di agire impedite dalla congestione urbana. Disintossichiamoci.
A ben poco servono infatti le asfittiche ferie fuori porta.
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