Nell’articolo che
segue, la dimensione politica della mattanza razzista dei bianchi cittadini del
Sud Africa. Intere famiglie vengono ammazzate a colpi di machete per il solo
motivo di essere di pelle bianca. Di fronte a questo genocidio i media di
regime europei (tutti i media quindi) tacciono. Tacciono soprattutto i
sedicenti difensori dei diritti delle minoranze che tuonano in terre nostrane
se spira nell’aria una vocina un pò razzista ma che nulla dicono per fermare o
quantomeno denunciare questa carneficina. L’articolo di Franco Nofori:
L’allucinante
delirio del leader del partito socialista rivoluzionario del Sudafrica, si
scatena contro i cittadini di razza bianca: “Li uccideremo tutti – urla dal
podio – insieme ai loro figli, le loro donne, i loro cani, i loro gatti e tutto
ciò che troveremo sulla nostra strada”. Il BLF, partito di cui è a capo, ha una
chiara connotazione razzista e sta per “Black First”, cioè: “Prima i neri”.
Slogan che ricalca un po’ quelli cari al presidente americano Donald Trump e al
nostro attuale ministro degli interni Matteo Salvini, che però non
esortano a uccidere e non si riferiscono alle etnie, ma ai propri Paesi e
a chi li abita.
Alle molte e
indignate voci di riprovazione, si è recentemente aggiunta l’istanza di
deferire Andile Mngxitama, al Tribunale Penale Internazionale (ICC) per
incitamento al genocidio e si attende ora la reazione della procura di tale
organismo. Il fatto preoccupante è che la posizione assunta dal leader del BLF
acquista un sempre più crescente supporto da parte della popolazione di colore
che, per suo tramite, invoca, tra altre rivendicazioni, il sequestro delle
terre possedute da sudafricani bianchi, così com’era a suo tempo avvenuto nello
Zimbabwe a guida Mugabe.
Questi appelli alla
violenza razziale verso gente, sì europei, ma che ormai da venti
generazioni vive in Sudafrica e non ha più altri luoghi in cui
rifugiarsi, ha già creato crude violenze contro i bianchi, soprattutto
agricoltori, con devastazioni e vittime. Queste azioni, istigate con
sempre più virulenza dal partito di Andile Mngxitama, stanno conoscendo un
allarmante trend di crescita nei confronti del quale, almeno fino ad
ora, non pare siano state adottate adeguate contromisure.
Kyenge, non una parola sul Sud Africa?
Il partito BLF si
riconosce pienamente nell’ideologia marxista-leninista e persegue la supremazia
delle popolazioni nere, su tutte le altre. Anche i giornalisti,
soprattutto bianchi, o comunque avversi alle posizioni del BLF, sono spesso
soggetti a intimidazioni e aggressioni da parte di membri di questo partito. I
bianchi tuttora presenti in Sudafrica, che verso la metà del secolo scorso
rappresentavano circa il 22 per cento della popolazione totale, sono oggi scesi
all’8 per cento, cioè poco più di quattro milioni d’individui di
cui non pochi vivono in stato d’indigenza. Molti di quelli che se ne
sono andati, si sono anche liberati delle attività che conducevano, cedendole
alla popolazione locale. Il preoccupante sciovinismo che sta oggi dilagando tra
la popolazione di colore, se non verrà affrontato con la necessaria fermezza,
tradirà le lodevoli e illuminate aspirazioni di Nelson Mandela e del vescovo
anglicano Desmond Tutu, verso una duratura riappacificazione nazionale.
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