italianosveglia - Miliardi di
esseri umani che si alzano al mattino senza averne alcuna voglia, forzando
membra e psiche, ammalandosi di stress ed esaurimenti nervosi, per andare a
fare un lavoro di merda che li renderà ancora più malati, debilitati nel
cervello e nel fisico, e che arricchirà soltanto quel qualcuno che da questo
ricatto (o ti fai sfruttare o non mangi), spacciato per diritto, ne ricava ogni
privilegio. Cosa vuole di più il capitalismo? Uno stato sempre più efficiente,
con il servo sempre più deficiente!
La schiavitù
è una particolare forma di sfruttamento. Nelle società arcaiche il padrone si
appropria non solo del lavoro dello schiavo, ma della sua stessa vita, di cui
può disporre arbitrariamente, anche al di fuori della sfera produttiva. La
condizione servile definisce l’intera vita e l’identità dello schiavo, che deve
obbedienza al padrone non solo durante le attività lavorative, ma nel corso
della sua intera esistenza, a meno che non si affranchi e abbandoni il suo
stato di schiavo.
Con la
rivoluzione industriale e il capitalismo la schiavitù arcaica scompare, perché
vengono meno i rapporti personali di potere, sostituiti dai rapporti economici
impersonali del mercato; la schiavitù viene abolita formalmente, sostituita da
una nuova forma di sfruttamento, il lavoro salariato, attraverso il quale il
capitalista si appropria del lavoro dell’operaio, cui corrisponde un valore in
denaro in uno scambio che assume la forma contrattualistica. Quest’ultima
sancisce la proprietà del lavoro da parte del capitalista, ma non determina la
restante esistenza del lavoratore che resta formalmente libera. Tuttavia se nei
rapporti giuridici l’appropriazione di plusvalore da parte del capitalista è
distinta dall’esistenza extra-economica del lavoratore, nel concreto essa
continua a determinarla. La vita dell’operaio non è più vincolata a rapporti
personali, ma dipende dai meccanismi impersonali del mercato e
dall’appropriazione capitalistica. L’intera esistenza biologica e
socio-culturale del lavoratore appare così votata alla produzione di merce per
lo scambio. La schiavitù, quindi, pur formalmente abolita, continua a
persistere nella realtà concreta, perché il rapporto di sfruttamento, fattosi
impersonale, non si limita al tempo del lavoro, ma si estende all’intera vita
dello sfruttato. Il salario garantisce solo la sussistenza e la riproduzione
della classe operaia, che non si dà al di fuori del processo di produzione. Lo
stato servile non configura tutte le fasi e le attività dello schiavo come
nelle società premoderne, ma l’intera esistenza del proletario viene
schiacciata sulla sola funzione produttiva (anche quella riproduttiva che deve
solo garantire la rigenerazione della forza lavoro).
La borghesia
invece conserva, rispetto al lato socio-economico, una dimensione autonoma,
elemento costitutivo dell’ideologia borghese. Questa sfera privata riguarda in
particolare la sessualità e la famiglia. Una tale dimensione si costituisce
come sfera privata dell’individuo, nel quale le esigenze di socializzazione
sono ridotte. Ma l’autonomia della sfera privata borghese non riguarda, nel
concreto, l’operaio, la cui esistenza tende interamente a schiacciarsi sulla
fase produttiva. Secondo la teoria marxiana, infatti, il capitale tende ad
accrescere il plusvalore allungando la giornata lavorativa, il che vuol dire
che restringe l’esistenza personale extra-lavorativa del lavoratore. Tuttavia,
in particolari condizioni, può avvenire il processo inverso; ad esempio un
aumento della produttività può permettere la contrazione del tempo di lavoro
del lavoratore.
Successivamente
nel capitalismo avanzato l’autonomia della sfera privata viene stabilmente
estesa al lavoratore, perché il tempo del lavoro individuale si riduce e i
salari aumentano, in virtù dell’effetto combinato del conflitto di classe
organizzato e della necessità del capitale di incrementare i consumi. Inoltre, nel
nuovo sistema, subentra un nuovo agente, ovvero lo Stato, che riveste il ruolo
sia di mediazione politica tra le classi che di compensazione economica degli
squilibri del mercato: lo Stato non è più mero “arbitro” ma si inserisce
pienamente nel processo produttivo, sia per esigenze economiche che politiche.
Da una parte usa le finanze pubbliche per compensare i vuoti produttivi
lasciati dal mercato incrementando l’occupazione e dall’altra regolamenta
politicamente e limita lo sfruttamento del lavoro.
In queste
mutate condizioni fattori economici e politici determinano con sempre maggiore
evidenza (portando al culmine un processo già cominciato in modo discontinuo
attraverso le rivendicazioni sindacali) una differenziazione tra sfruttamento e
schiavitù impersonale. Le tutele giuridiche e sindacali di cui gode il
lavoratore nel capitalismo statalista, l’elevata produttività raggiunta e
motivi socio-culturali consentono di sganciare in parte l’esistenza personale
del lavoratore dal processo produttivo. In questo modo solo una porzione della
vita del lavoratore viene sottoposta alle esigenze produttive, nella fase
extra-produttiva egli può costituirsi una sfera privata autonoma.
In questa
sfera privata si possono dispiegare gli affetti, la sessualità, l’espressione
controllata delle pulsioni, la gestione del tempo libero. Ma questa sfera viene
anche a costituirsi come momento del consumo, necessario all’esplicazione
dell’autonomia individuale. In questo modo, la dimensione extralavorativa
rientra in quella produttiva, ma non come tempo di lavoro, bensì come consumo.
In un certo senso, il singolo lavoratore si riappropria, in parte e in modo
alienato, del tempo di lavoro che gli è stato sottratto durante la fase
produttiva. Se, dunque, ciò emancipa il lavoratore da una forma schiavistica di
sfruttamento, d’altro canto reinserisce nuovamente la sua intera esistenza
nella catena produttiva e nei meccanismi di mercato, a cui deve ancora
accedere dopo il lavoro come consumatore per disporre della sua autonomia
privata.
Lavora - produci - consuma. Schiavo !!! Gia' puzza di vecchio non credete ?? Non attacca piu'sta frignaccia ahahah Il paradigma gli sta cadendo a pezzi siamo alle ultime performance di questi geni. Opinione personale ;)
RispondiEliminahttp://www.beppegrillo.it/super-intelligenza-con-un-microchip-nel-cervello/
RispondiEliminaSiamo alla frutta guardate sto minorato mentale cosa scrive nel suo blog
Non è un minorato mentale, è il succhia scr...di bertone e del suo sodale il fraudolento imbonitore gesuita comboniano e sottopanza di bagnasco(CEI) che confiscano gli acquedotti italiani e non solo: alex zanotelli. Un gran f.d.p.il grillo sparlante.
EliminaCi vorrebbe un altro Torquemada solo per questa gentaglia schifosa.
Chi era Grillo io lo scrivevo 10 anni fa quando si vedeva che il suo programma era a metà fra la P2 e i radicali, agenti degli USA:
RispondiEliminahttps://pianetax.wordpress.com/2014/07/04/il-trasformista/