La donna elettrica è il titolo di un film nelle sale in questi giorni. Si tratta di una commedia gradevole e girata con inconsueta ironia. Geniale ad esempio l'inserimento degli autori della colonna sonora direttamente nelle scene. Le vicende narrate invece sono controverse e discutibili. La figura del terrorista ambientale, tipicamente riferibile alle società nordiche, benestanti e ben protette socialmente (grazie soprattutto a quelle conquiste tecnologiche che vorrebbero invece abbattere) dovrebbe far discutere. Si anela un ritorno allo stadio primordiale egoistico, non condiviso democraticamente, e frutto di mera propaganda anti sistema.
I riferimenti culturali ed ideali sono sbandierati nella casa della protagonista: Gandhi e Mandela, due figure storiche assai discutibili e comunque ancora da soppesare senza il velo obbligatorio dell'osannazione forzata dei media di regime. Sono gli stessi media che parlano bonariamente di Bergoglio, con il sorriso sulle labbra, senza considerare il probabile orrore che si cela dietro alla sua figura. La damnatio memoriae non riguarda mai i cari al regime.
Tornando al film, le azioni della eco-terrorista sono solitarie e malviste dalla comunità in cui vive e prospera. Di solito i veri eco-terroristi si imbarcano in navi pagate da chissachi, in mari lontani a fare azioni inutili di propaganda, senza tener conto di chi sia a muovere le fila della dissoluzione del genere umano e dell'ambiente in cui sopravvive. E' aria fritta il codex del buon ambientalista: siamo troppi, brutti sporchi e cattivi, inquiniamo a più non posso, ergo ci penso io a limitare le nascite e ad impedire lo sviluppo dei popoli. E' ovvio che dietro alla distruzione ci siano le multinazionali, occorre però sempre chiedersi chi le diriga e le manipoli, con quali fini e perché. Si possono scoprire cosine davvero interessanti così come è utile indagare su chi abbia costruito l'ambientalismo moderno, chi lo foraggi e chi lo diriga verso lidi del tutto insignificanti per la tutela vera dell'ambiente.
Occorre seguire i soldi e fare ricerca, superare i dogmi della pseudo contro informazione e pensare con la propria testa, tenendo presente che potrebbe rendersi necessario un cambiamento di paradigma per molti inaccettabile. Una gran fatica insomma che in pochi, pochissimi, sono in grado di accettare, donna elettrica compresa.
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