Nelle montagne dello Zhongnan, nel giardino del tempio buddhista Gu Guayinin in Cina, si può assistere allo spettacolo delle foglie dorate cadute del Ginko. Nonostante la guerra in corso contro la biosfera, il regno vegetale resiste. E' una resistenza aurea, vibrante, profondissima, commovente, disattesa, misconosciuta ma c'è.
Il regno vegetale è il portatore di indirizzi etici e morali indiscutibili. La sua presenza sul pianeta, autorizza la vita di tutto il resto della biosfera. La sua portata positiva è incommensurabile. Forse dovremmo porre maggiore attenzione sulla forma di vita più sorprendente che è sempre accanto a noi. Essa comunica con tempi e modi profondissimi, il suo silenzio è assordante. Non dimentichiamolo mai. Dimostriamole riconoscenza.
Il gingko biloba è un fossile vivente, credo abbia visto di peggio di 30 anni di alluminio bario stronzio polimeri plastici tra le sue radici. Io credo che se la passi meglio lui di noi
RispondiEliminaAnche gli alberi secolari stanno soffrendo. In Toscana i noci e le quercie mostrano evidenti segni di disseccamento, per non parlare dei cipressi ormai quasi estinti...
EliminaIn poco più di venti anni il paesaggio toscano è diventato irriconoscibile.
EliminaInfatti parlavo proprio del ginkgo...In romagna sono spariti gli olmi.. completamente divorati dall alto.
RispondiEliminaGià che ci siamo aggiungiamo alla lista nera i moribondi platani laziali e le palme spennate del litorale tirrenico, piantate nel ventennio...
EliminaCosi' tanto per dire
RispondiEliminaLe piante non solo vitalizzano l'aria che respiriamo
Nel difficile mito gnostico, la virtus altissima, una qualita' sovrasensibile agente nel piano immaginale o astrale, determina una sorta di atto eiaculatorio strategico nelle potenze avverse, affinche' queste liberino parte della sostanza divina che avevano precedentemente catturata
La commixtio viziosa degli arconti disperde nella dimensione materiale parte residua della luminescenza originaria, che misteriosamente va a coagularsi nelle piante, il cui compito nella manifestazione attuale sara' quello di catalizzare le particelle di Luce increata, per instaurare una relazione elettiva tra sensibile e sensibile
E' la remota possibilita' di una partecipazione elettiva quella tra uomo e albero, trasposta al vorticoso senso vitale altrimenti agito da una sola sorda voracita'
Di tutte le possibili mutazioni insite nelle dinamiche del divenire, gli alberi e le piante, i vegetali in genere, concentrano una forza attrattiva di senso superiore alla sola sopravvivenza materiale ed e' rivelata nel cuore stesso dell'attrazione totalizzante esercitata dall'accanita necessita'
E' una differente potenza insita nel bisogno solo istintivo, da cui germogliano (non dimentichiamo) i motivi eminentemente simbolici e mistici contenuti nelle forme ed elaborati dagli stessi pollini e radici di estatiche proprieta' (massimanente incomprese dalla moderna societa' industrializzata) e che informano la coscienza dei differenti stati dell'essere, ampliandone la comprensione meditativa e ascetica, oscillante tra l'inaudito panico primordiale e il meraviglioso
E' l'esigenza primordiale della coscienza di conoscere se stessa, trovandosi come sospesa tra l'abisso della sua rovina e la piu' alta delle Rivelazioni di Salvezza
La resistenza aurea e vibrante cui accenni all'inizio del post, e' una qualita' esclusiva dell'animo custode dello spirito
Finche' ci orientiamo a questo tipo di aspirazione le tenebre, benche' ora addensate attorno, non potranno dissolverci nel loro oblio
Per me non è facile comprenderti, Giovanni, ma intuisco che alle piante spetti un alto compito nei tempi attuali; e probabilmente anche per questo gli alberi vengono fatti fuori, specialmente quelli anziani.
EliminaIl mio cuore l’ha sempre sentito che sono creature silenti speciali e soffre quando assiste ad un dendrocidio; ma anche per qualsiasi altra sofferenza vegetale…perché dobbiamo estirpare piante per i nostri effimeri bisogni o per cibarcene? O danneggiarle senza rispetto?
Potessimo vivere come stiliti di sola energia, per trasmutare poi ad altra essenza!
Eppure le piante, gli alberi, non sono creature neutrali, vi sono piante carnivore
EliminaUn bosco non e' un luogo sereno, tantomeno pacifico
L'insieme vorticoso delle volute arboree costituisce la realta' di un duello accanitissimo, una scherma fittissima dove pianta e pianta si contendono, contorcendosi in volute disperate, fino all'ultimo centimetro di spazio e che solo alla nostra percezione questa perenne lotta per la sopravvivenza appare statica
L'edera vampirizza stritolando i tronchi dove si attorciglia
Ogni ramo dell'albero si protende e contorce entrando in conflitto con i rami dell'altro per contendersi lo spazio vitale utile a ricevere i raggi del sole
E' un duello costante, una competizione estrema e serrata
Eppure noi trovandoci in un giorno di sole all'interno di una chiarissima pineta, ricaviamo ugualmente una sovrana percezione di soavita'
Prodigio della grande ipnosi
Prodigio delle esigue particole luminescenti increate deposte a fondamento della creazione stessa per offrire allo stato di mera necessita' un'occasione di elevazione in se stessa e da se stessa
Ad esempio il pino e' l'albero sacro al bieco dio Saturno
I pini sono spietati, acidificano il terreno loro sottostante per impedire ad altre piante di attecchire sul medesimo suolo
Da tanta strenua e inesausta, perennemente famelica competizione noi percepiamo ugualmente una eminente fascinazione
Al momento non trovo parole maggiormente idonee
Un saluto
Sì, ho ben chiaro che, al di là della fascinosa idea bucolica della Natura, quaggiù vige la spietata legge del "mangiare ed essere mangiato", ad ogni livello e per ogni essere vivente. Per chi se ne rende conto.
EliminaDura lex, sed lex della matrix.
Un saluto a te
C’è anche cooperazione non solo competizione, e c’e chi come la betulla ha un ciclo vitale molto breve ed è capace di vivere in ambienti acidificato dove non potrebbe crescere altro albero. Il suo ciclo vitale è breve (poco piu di 100 anni) perché in quanto pioniere genera terra e prepara il suolo agli altri. La natura non è solo barbarie ma anche cooperazione e sacrificio. Cosi anche l uomo
EliminaTra le specie vegetali c'è collaborazione, altruismo, cooperazione. I boschi sono esempi impensabili di scambio di informazioni sottili. Il regno dei funghi funge da internet del bosco, andando ad informare tutte le specie arboree anche molto distanti tra di loro della presenza di un predatore, ad esempio, oppure di un incendio. Gli alberi lontani cooperano per produrre una molecola sgradita al predatore oppure reagire al fuoco. Incredibile ma vero. Il regno vegetale è molto più evoluto di noi.
EliminaAddirittura sono state studiate specie arboree che nutrono i propri simili in difficoltà con l'estensione delle proprie stesse radici!
EliminaIl regno vegetale è ancora tutto da scoprire...
EliminaSì, collaborazione e competizione, entrambe le cose, come per gli umani; ma sicuramente sono più evoluti di noi, se racchiudono parte della “luminescenza originaria”, come dice Giovanni. Fabio, Ghigo, avete letto "La vita segreta degli alberi" di Peter Wohlleben?
EliminaLessi La vita segreta delle piante di Peter Tompkins, autore geniale dello scorso secolo
EliminaMa questa matrice impone le sue dure leggi che non possono essere edulcorate
Piante sodali con altre della propria stessa specie come tra noi un padre puo' esserlo col proprio figlio o tra consanguinei (cosa peraltro non cosi' frequente come si potrebbe ritenere) mentre e' noto che gli ebrei si aiutano tra loro
Tutto questo altro non sarebbe che mero utilitarismo
Gli antichi ben sapevano che la terra diveniva piu' feconda dopo essere stata intrisa del sangue delle battaglie campali
Le piante di una stessa famiglia nutrono i propri simili, certo, ma e' anche vero che si coalizzano per soffocare altre estranee alla loro specie e non a caso si sono catalogate diversi tipi di piante parassitarie
Cerchero' il libro che dici Wegan
Elimina...altrimenti uno finisce a cantare le lodi del creato...da sempre craccato
EliminaEdulcorando l'immane voracita' che lo anima
Non a torto gli alberi furono percepiti o intuiti dagli antichi gnostici come gli aborti degli arconti
EliminaCatalizzanti parte della luce increata ma anche i tormenti della coscienza gravemente coagulata nella dura necessita'
Giovanni, mi piacerebbe che mi chiarissi un po’ queste due ultime frasi
EliminaSì, il libro che citi è quello scritto assieme a Christopher Bird; ce l’ho lì ancora da leggere :(
(attualmente sto finendo l’ultimo di Freixedo)
Che belle parole, Ghigo! Belle davvero, grazie! E ringrazio anche gli alberi, che sento come fratelli: meriterebbero di sopravvivere agli immeritevoli umani!
RispondiEliminaLa loro presenza è al contempo imponente, protettiva e discreta. Davvero un grande esempio di altruismo.
EliminaA me sembra che cosi' stai edulcorando la realta'
EliminaNon altruismo ma casomai un perfetto utilitarismo altamente sincronico anima la vita delle selve, che in definitiva sono i purissimi luoghi dove si attua una continua, quanto spietata lotta per la sopravvivenza che definirei come una sorta di sopraffazione estatica per le determinate peculiarita' elettive insite nelle sorde dinamiche del divenire
L'antica arte dei giardini prevedeva che il giardiniere, a imitazione del demiurgo, fosse quasi come arbitro e domatore ispirato della sempiterna contesa vegetale, disponendo i giusti intervalli tra i fioriti contendenti, ordinandone i vivaci slanci vitali, ovviamente tutti indirizzati verso quell'unica fonte di ogni concreta illusione che e' il sole
RispondiEliminaTutto cio' avvalendosi di una perduta metrica simbolica che amplificava la legge dell'armonia
I giardini terrazzati di Babilonia non a caso erano considerati una delle sette meraviglie perdute del mondo antico
Ma alla fine si tratterebbe in ogni caso di ordinare nel miglior modo possibile quel luogo contenitivo che e' la nostra sostanzialmente amara dimensione materiale
RispondiEliminaCertamente non e' fatica sprecata disporre al meglio l'assetto della propria cella
Nella cella sopravvivi per disciplina
Orti e giardini sono esempi supremi di disciplina ispirata
Ma inndefinitiva avremmo davvero poco di che compiacerci delle multiformi espressioni di questa vita terrena
Il regno vegetale, sempre che sia corretta la distinzione netta accademica tra regni, è il substrato per tutta la vita della biosfera. Forse non occorre aggiungere altro. Tu, Giovanni, stai parlando di natura manipolata, irregimentata. Io faccio riferimento a quei mirabolanti sistemi vitali che sono i boschi. Strutture multilivello dall'apporto positivo impareggiabile. Nelle selve sudamericane, i rimedi per ogni male. Il monachesimo sapeva bene come estrarre essenze vitali dalla ricchezza boschiva. Con la gelida simmetria del rinascimento i boschi sono diventati sinonimi di oscurità, incertezza, insidia. Con il romanticismo, di forze occulte ed imperiture. Nella pioggia del pineto infine echi metafisici. Oggi strumenti di propaganda pro o contro la raggelante livella plutocratica.
EliminaForse solo complessi vitali di inusitata ed altera bellezza. Quella che definisci competizione è probabilmente necessità vitale.
EliminaNon condivido pienamente
RispondiEliminaNel medioevo i boschi erano tutt'altro che percepiti come luoghi ameni anche se Bernardo affermava di trovare piu' motivi di conoscenza negli alberi che non sui libri
La selva dantesca e' oscura e il suo corrispettivo luminoso e' traslato in un piano intermedio posto tra l'evidenza materiale e gli invisibili regni superiori
Ercole ugualmente affronta la sua prima fatica inoltrandosi dentro una selva ostile dove affronta il leone nemeo, anch'esso estensione del significato della rad. NEM congiunta a bosco, selva, radura o pascolo
Necessita' vitale e' bassa costrizione dove la persona cerca di elevare la sostanziale miseria (patologicamente umana) della propria meschina sopravvivenza, inscindibile dalla contraffazione egoica
Ognuno vuol capire cio' che gli pare piu' opportuno per se' al momento presente
Non commentero' ancora
Solo la rovina puo' salvarci
La legge del più adatto non è necessariamente quella del più feroce. Spesso sopravvive il più scaltro o creativo. E' una necessità mantenere la vita in vita. Anche solo le proiezioni che operiamo sulle selve boscose meritano un encomio.
EliminaComunque sia, passeggiare tra le grandi presenze arboree è un'esperienza esaltante e positiva.
EliminaGiovanni, Ghigo, probabilmente sono vere entrambe le posizioni e sono frutto del dualismo ingannatore della matrix.
RispondiEliminaForse dipende da come guardiamo la realtà; ma vero è che la lotta per la sopravvivenza si combatte ovunque sulla Terra.
Ci sono piante, animali ed uomini che si aiutano nell’ambito della loro specie; ed altre che parassitano.
Ma da qualunque angolatura la si guardi, questa cosa nasconde sempre un egoismo di matrice arcontica (“utilitarismo” citato da Giovanni).
Non se ne esce. Non ci si scampa. Solo forse l’aiuto reciproco disinteressato, ovunque essente ed abolente il noto “do, ut des”, rende meno greve l’esistenza… ma è davvero raro! Sempre per chi se ne rende conto. La libertà non esiste.
Ma, che dire? Io sono portatore estemporaneo di altruismo e ne sono, talvolta, fiero. Credo che la vita debba comunque manifestarsi e resistere per cui l'apparente ferocia della lotta per la sopravvivenza potrebbe essere interpretata come necessità vitale collettiva. Non una specie contro l'altra ma un colossale affinamento della vita per la vita.
EliminaIl potere al demiurgo (il mago 'G' delle logge) e ai suoi arconti lo diamo sempre noi, ricordiamocelo.
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