15/10/19

Curdi, Catalani e Sud Tirolesi


Tragicomico il modo in cui si rincorrono notizie ed eventi nei media di regime e, forse, nella realtà. Nel mentre la Turchia si accanisce contro il popolo curdo, la Catalogna insorge per le pene inflitte ai suoi paladini e gli italo/austriaci del Sud Tirolo obliterano la definizione di Alto Adige per i loro territori.

Popoli diversi, situazioni diverse ma con un evidente filo conduttore. Che tipo di riflessioni possiamo trarne? In questa fase post-storica del percorso accidentato dell'umanità in cui tutto sembra convergere, come la materia verso un buco nero, nell'omologazione di massa di usi e costumi, che senso ha lottare o difendere i propri confini reali o presunti?


E' il senso del confine che vacilla. I nostri stessi corpi sono attraversati da radiazioni, invasi da nanoparticelle e composti chimici di sintesi. In tutto il pianeta ogni essere umano tocca le stesse plastiche, gli stessi tessuti, arreda le sue abitazioni con gli stessi mobili, guarda gli stessi programmi mediatici, paga con le stesse tesserine. Che senso ha oggi parlare di confine? Per difendere che cosa?

Queste battaglie, materiali o nominali che siano, cruente od incruente, ci lasciano attoniti e pensierosi. Forse perché noi europei non abbiamo più nulla da difendere. In questa epoca metastorica dove il tempo sembra essersi fermato, non abbiamo più velleità né sogni nè desideri. Sopravviviamo in un ambiente sempre più artificiale alla mercé del marketing. Deambuliamo, non viviamo.


Con le stesse scarpe ai piedi degli amici catalani, con le stesse automobili dei compatrioti sudtirolesi, con le stesse medicine in corpo dei vicini curdi, vaghiamo sovrappensiero immaginandoci di finire la rata del mutuo oppure di comperare cibo spazzatura in un grande triscount. Stasera c'è l'ennesimo quiz televisivo oppure il partitone, sempre uguale, del cuore. Che tipo di confine c'è più da difendere?

Sarebbe forse meglio ammettere che il mondo materiale è nelle loro mani. La moneta è nelle loro mani così come le risorse. Loro dettano usi e costumi e, temo, dettino anche le agende delle rivolte e delle guerre. Spero che gli amici esseri umani in lotta non siano vittime dei loro aguzzini occulti. Nella lotta c'è forse del buono. Come distinguere però più il bene dal male? 

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