24/10/19

La buffonata dell'auto elettrica


E' ovvio per tutti come l'auto elettrica sia, all'oggi, una colossale buffonata. Le auto elettriche sono pesanti ed inquinanti. Non inquinano sul posto ma inquinano molto altrove, senza considerare le dispersioni elettriche di linea, ed hanno infine problemi di smaltimento delle batterie. Si tratta probabilmente allora di una forma di controllo sociale ulteriore perché legato necessariamente alla rete ed alla fornitura di energia. Da segnalare a proposito le ridicole TESLA, auto costose e pesanti, sedicenti moderne solo perché hanno i vetri a filo carrozzeria e tanta, tanta plastica. Infine: le auto elettriche non hanno quelle imprecisioni tipiche delle auto a combustione, non danno cioè quella sensazione analogica di guida e funzionamento. Un ulteriore passo verso la robotizzazione dell'individuo. Un articolo di Franco Battaglia, può aiutare a chiarirsi le idee in proposito:

Se mi si chiede come vedo il futuro dell’autotrazione, rispondo che potrebbe anche essere elettrico. Credo sia importante essere coscienti dei limiti di questo futuro. Non mi riferisco a limiti economici che potrebbero essere superati con la diffusione della tecnologia ma ad altri limiti insormontabili. Credo sia necessario esserne consapevoli per evitare di cullarsi in illusioni che potrebbero farci imboccare una strada sbagliata con rischi di conseguenze dolorose.

Innanzitutto: perché l’auto full electric non si è sviluppata? Semplicemente perché noi non sappiamo come immagazzinare energia elettrica in un contenitore trasportabile da un’automobile che abbia le caratteristiche delle automobili che usiamo. Non fatevi ammaliare da chi vi mostra un’auto apparentemente simile alla vostra, che sarebbe elettrica e con un costo che dovrebbe abbattersi con la produzione su larga scala. Quell’auto, sostanzialmente priva di bagagliaio a meno di averla enorme, è in realtà una batteria di accumulatori elettrici in movimento. L’energia da essi accumulabile dipende da quel che si chiama potenziale elettrochimico della sostanza attiva ed è inversamente proporzionale alla massa atomica della stessa.
Inversamente proporzionale alla massa atomica della sostanza attiva, abbiamo detto. Se si scorre la tavola periodica degli elementi, i primi in ordine di massa sono idrogeno, elio e litio. L’elio è inerte. L’idrogeno ha quattro difetti cruciali: non esiste sulla Terra, è gassoso, è la molecola più piccola che c’è, ed è esplosivo; circostanze, tutte, che rendono utopica l’autotrazione a idrogeno, elettrica o a combustione che sia. Quanto al litio, le batterie ci sono già, cioè nel settore della propulsione elettrica, siamo già al limite della tecnologia.

Una nostra utilitaria richiede una potenza di 50 kW e quindi ha bisogno un accumulo di 200 kWh per avere una autonomia di 4 ore. Il potenziale elettrochimico dell’elettrodo al litio è di 3 volt, cioè, facendo l’aritmetica, per garantire quella autonomia ci vogliono 20 kg di litio attivo, cioè 1000 kg di batterie al litio: la vostra auto, se elettrica, peserebbe almeno il doppio. Scadute le 4 ore, ce ne vogliono altre 4 per fare il pieno.

Il futuro dell’auto potrebbe essere elettrico, dicevo, ma finché v’è carburante convenzionale, dimentichiamoci quel futuro. Come programmarlo? Dobbiamo essere consapevoli che se il parco auto italiano fosse elettrico, sarebbe necessaria l’energia di 40 reattori nucleari, dedicati, per alimentarlo. Allora, o ci si impegna, tutti insieme, a sviluppare una potente industria elettronucleare o la larga diffusione dell’auto elettrica rimarrà un’utopia. Per completezza, per chi pensa a eolico e fotovoltaico: per alimentare quelle auto, anziché impegnare €150 miliardi nei 40 reattori nucleari, avremmo la scelta di impegnare €300 miliardi in 300.000 turbine eoliche (fatemelo ripetere: 300.000) o €3000 miliardi in impianti fotovoltaici (fatemelo ripetere: €3000 miliardi). Posto ciò, fate da soli le previsioni. Franco Battaglia, 29 aprile 2019

4 commenti:

  1. 40 reattori nucleari anche in italia cosi chi vende pasticche di iodio avrà da sfregarsi le mani. Gia in Francia oggi le distribuiscono a chiunque stia nel raggio di almeno 20 km dalla centrale. Poi l italia con la sua nota stabilità geofisica (aggravata dalle sperimentazione clandestine sulla ionosfera) sarebbe un altro giappone.

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    1. Penso che dietro all'auto elettrica ci sia sempre la stessa manina dissolutoria. Spenderemo miliardi per aggiornare il parco automobilistico rimettendoci in costi e salute. Come al solito fanno i denari a nostre spese.

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  2. Le batterie verranno superate dai condensatori. Rispetto alle auto tradizionali,quelle elettriche, la fonte di inquinamento è legato alla centrale di produzione, dove può essere depurato facilmente, invece di essere disperso in milioni di tubi di scappamento. Bisogna poi mettere a paragone l'inquinamento prodotto dalla filiera del petrolio dall estrazione fino allo scarico dell'auto.

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    1. Il problema è prorpio la provenienza dell'energia. Non credo si possa 'depurare facilmente', tutt'altro. Ci sono poi enormi dispersioni in rete e l'insormontabile problema dello stoccaggio.

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