27/07/16

Confraternita Babilonese


Ormai, il mondo del potere corre su di un binario parallelo a quello della realtà. E’ come se occupasse una dimensione fittizia, con regole separate, gestita da un codice proprio, simile a quello reale. Questa matrix dell’ufficialità è totalmente autoreferenziale. A ciò sono dovuti, ad esempio, gli stipendi stratosferici dei vertici della televisione di regime nostrana. Questa dimensione del potere ha infatti una sua finanza, una sua giustizia, i suoi araldi e servitori.

Una specie di confraternita babilonese che da millenni impera, indifferente agli apparenti cambi di regime, ai nomi dei popoli e degli stati che cambiano. E’ sempre uguale a se stessa: piramidale, antidemocratica, autocelebrante. Oggi dispone di potenti altoparlanti che diffondono nell’etere la sommessa potenza posticcia del suo agire terreno: i suoi media.


Questa dimensione si muove a scatti, con fare robotico. Organizza eventi posticci (i cosiddetti attentati terroristici), guerre e guerriglie, crack finanziari, epurazioni selettive, in poche parole si scrive da sola la sua Storia, scandisce lo scorrere del tempo, imponendo usi e costumi surreali ai popoli che sovrasta.

Il suo volto sono gli esangui corpi dei leader politici, i suoi muscoli le forze militari, le sue linfe i denari che crea e controlla, le risorse che estrae e manipola. Al di fuori della dimensione del potere babilonese c’è l’umanità. Una moltitudine di anime incarnate e semiaddormentate che si scambiano però scoperte sorprendenti sulla propria natura, sull’ambiente, su quella matrix ferale ed algida che li controlla e gestisce da sempre.

Quella moltitudine è ancora poco consapevole della sua potenza e delle sue capacità creative. Non si è ancora resa conto del potere reale che le dona la sua immaginazione. Mantenere i popoli in uno stato prono e reattivo è infatti l’imperativo della confraternita, il mezzo ed il fine grazie al quale osserva e comanda da millenni.

Questo è il motivo per cui sono i popoli più potenzialmente ricchi e consapevoli i più colpiti. Osservare, comunicare, collegare fatti a persone, simboli ad eventi, questo il nostro ruolo in questa fase delicata del risveglio dell’umanità che, per quanto debolissimo e lentissimo, esiste davvero.

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