Ormai,
il mondo del potere corre su di un binario parallelo a quello della realtà. E’
come se occupasse una dimensione fittizia, con regole separate, gestita da un
codice proprio, simile a quello reale. Questa matrix dell’ufficialità è
totalmente autoreferenziale. A ciò sono dovuti, ad esempio, gli stipendi
stratosferici dei vertici della televisione di regime nostrana. Questa
dimensione del potere ha infatti una sua finanza, una sua giustizia, i suoi araldi e
servitori.
Una specie di
confraternita babilonese che da millenni impera, indifferente agli apparenti
cambi di regime, ai nomi dei popoli e degli stati che cambiano. E’ sempre
uguale a se stessa: piramidale, antidemocratica, autocelebrante. Oggi dispone
di potenti altoparlanti che diffondono nell’etere la sommessa potenza posticcia del suo
agire terreno: i suoi media.
Questa
dimensione si muove a scatti, con fare robotico. Organizza eventi posticci (i
cosiddetti attentati terroristici), guerre e guerriglie, crack finanziari, epurazioni
selettive, in poche parole si scrive da sola la sua Storia, scandisce lo
scorrere del tempo, imponendo usi e costumi surreali ai popoli che sovrasta.
Il
suo volto sono gli esangui corpi dei leader politici, i suoi muscoli le forze
militari, le sue linfe i denari che crea e controlla, le risorse che estrae e
manipola. Al di
fuori della dimensione del potere babilonese c’è l’umanità. Una moltitudine di
anime incarnate e semiaddormentate che si scambiano però scoperte sorprendenti sulla propria natura,
sull’ambiente, su quella matrix ferale ed algida che li controlla e gestisce da
sempre.
Quella
moltitudine è ancora poco consapevole della sua potenza e delle sue capacità
creative. Non si è ancora resa conto del potere reale che le dona la sua
immaginazione. Mantenere
i popoli in uno stato prono e reattivo è infatti l’imperativo della confraternita, il
mezzo ed il fine grazie al quale osserva e comanda da millenni.
Questo
è il motivo per cui sono i popoli più potenzialmente ricchi e consapevoli i più
colpiti. Osservare,
comunicare, collegare fatti a persone, simboli ad eventi, questo il nostro
ruolo in questa fase delicata del risveglio dell’umanità che, per quanto debolissimo
e lentissimo, esiste davvero.
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