26/11/19

Ma gli alberi continuano a fiorire e stupire


Nelle montagne dello Zhongnan, nel giardino del tempio buddhista Gu Guayinin in Cina, si può assistere allo spettacolo delle foglie dorate cadute del Ginko. Nonostante la guerra in corso contro la biosfera, il regno vegetale resiste. E' una resistenza aurea, vibrante, profondissima, commovente, disattesa, misconosciuta ma c'è.


Il regno vegetale è il portatore di indirizzi etici e morali indiscutibili. La sua presenza sul pianeta, autorizza la vita di tutto il resto della biosfera. La sua portata positiva è incommensurabile. Forse dovremmo porre maggiore attenzione sulla forma di vita più sorprendente che è sempre accanto a noi. Essa comunica con tempi e modi profondissimi, il suo silenzio è assordante. Non dimentichiamolo mai. Dimostriamole riconoscenza. 


32 commenti:

  1. Il gingko biloba è un fossile vivente, credo abbia visto di peggio di 30 anni di alluminio bario stronzio polimeri plastici tra le sue radici. Io credo che se la passi meglio lui di noi

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    1. Anche gli alberi secolari stanno soffrendo. In Toscana i noci e le quercie mostrano evidenti segni di disseccamento, per non parlare dei cipressi ormai quasi estinti...

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    2. In poco più di venti anni il paesaggio toscano è diventato irriconoscibile.

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  2. Infatti parlavo proprio del ginkgo...In romagna sono spariti gli olmi.. completamente divorati dall alto.

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    1. Già che ci siamo aggiungiamo alla lista nera i moribondi platani laziali e le palme spennate del litorale tirrenico, piantate nel ventennio...

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  3. Cosi' tanto per dire

    Le piante non solo vitalizzano l'aria che respiriamo

    Nel difficile mito gnostico, la virtus altissima, una qualita' sovrasensibile agente nel piano immaginale o astrale, determina una sorta di atto eiaculatorio strategico nelle potenze avverse, affinche' queste liberino parte della sostanza divina che avevano precedentemente catturata

    La commixtio viziosa degli arconti disperde nella dimensione materiale parte residua della luminescenza originaria, che misteriosamente va a coagularsi nelle piante, il cui compito nella manifestazione attuale sara' quello di catalizzare le particelle di Luce increata, per instaurare una relazione elettiva tra sensibile e sensibile

    E' la remota possibilita' di una partecipazione elettiva quella tra uomo e albero, trasposta al vorticoso senso vitale altrimenti agito da una sola sorda voracita'

    Di tutte le possibili mutazioni insite nelle dinamiche del divenire, gli alberi e le piante, i vegetali in genere, concentrano una forza attrattiva di senso superiore alla sola sopravvivenza materiale ed e' rivelata nel cuore stesso dell'attrazione totalizzante esercitata dall'accanita necessita'

    E' una differente potenza insita nel bisogno solo istintivo, da cui germogliano (non dimentichiamo) i motivi eminentemente simbolici e mistici contenuti nelle forme ed elaborati dagli stessi pollini e radici di estatiche proprieta' (massimanente incomprese dalla moderna societa' industrializzata) e che informano la coscienza dei differenti stati dell'essere, ampliandone la comprensione meditativa e ascetica, oscillante tra l'inaudito panico primordiale e il meraviglioso

    E' l'esigenza primordiale della coscienza di conoscere se stessa, trovandosi come sospesa tra l'abisso della sua rovina e la piu' alta delle Rivelazioni di Salvezza

    La resistenza aurea e vibrante cui accenni all'inizio del post, e' una qualita' esclusiva dell'animo custode dello spirito

    Finche' ci orientiamo a questo tipo di aspirazione le tenebre, benche' ora addensate attorno, non potranno dissolverci nel loro oblio

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    1. Per me non è facile comprenderti, Giovanni, ma intuisco che alle piante spetti un alto compito nei tempi attuali; e probabilmente anche per questo gli alberi vengono fatti fuori, specialmente quelli anziani.
      Il mio cuore l’ha sempre sentito che sono creature silenti speciali e soffre quando assiste ad un dendrocidio; ma anche per qualsiasi altra sofferenza vegetale…perché dobbiamo estirpare piante per i nostri effimeri bisogni o per cibarcene? O danneggiarle senza rispetto?
      Potessimo vivere come stiliti di sola energia, per trasmutare poi ad altra essenza!

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    2. Eppure le piante, gli alberi, non sono creature neutrali, vi sono piante carnivore

      Un bosco non e' un luogo sereno, tantomeno pacifico

      L'insieme vorticoso delle volute arboree costituisce la realta' di un duello accanitissimo, una scherma fittissima dove pianta e pianta si contendono, contorcendosi in volute disperate, fino all'ultimo centimetro di spazio e che solo alla nostra percezione questa perenne lotta per la sopravvivenza appare statica

      L'edera vampirizza stritolando i tronchi dove si attorciglia

      Ogni ramo dell'albero si protende e contorce entrando in conflitto con i rami dell'altro per contendersi lo spazio vitale utile a ricevere i raggi del sole

      E' un duello costante, una competizione estrema e serrata

      Eppure noi trovandoci in un giorno di sole all'interno di una chiarissima pineta, ricaviamo ugualmente una sovrana percezione di soavita'

      Prodigio della grande ipnosi

      Prodigio delle esigue particole luminescenti increate deposte a fondamento della creazione stessa per offrire allo stato di mera necessita' un'occasione di elevazione in se stessa e da se stessa

      Ad esempio il pino e' l'albero sacro al bieco dio Saturno

      I pini sono spietati, acidificano il terreno loro sottostante per impedire ad altre piante di attecchire sul medesimo suolo

      Da tanta strenua e inesausta, perennemente famelica competizione noi percepiamo ugualmente una eminente fascinazione

      Al momento non trovo parole maggiormente idonee

      Un saluto

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    3. Sì, ho ben chiaro che, al di là della fascinosa idea bucolica della Natura, quaggiù vige la spietata legge del "mangiare ed essere mangiato", ad ogni livello e per ogni essere vivente. Per chi se ne rende conto.
      Dura lex, sed lex della matrix.
      Un saluto a te

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    4. C’è anche cooperazione non solo competizione, e c’e chi come la betulla ha un ciclo vitale molto breve ed è capace di vivere in ambienti acidificato dove non potrebbe crescere altro albero. Il suo ciclo vitale è breve (poco piu di 100 anni) perché in quanto pioniere genera terra e prepara il suolo agli altri. La natura non è solo barbarie ma anche cooperazione e sacrificio. Cosi anche l uomo

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    5. Tra le specie vegetali c'è collaborazione, altruismo, cooperazione. I boschi sono esempi impensabili di scambio di informazioni sottili. Il regno dei funghi funge da internet del bosco, andando ad informare tutte le specie arboree anche molto distanti tra di loro della presenza di un predatore, ad esempio, oppure di un incendio. Gli alberi lontani cooperano per produrre una molecola sgradita al predatore oppure reagire al fuoco. Incredibile ma vero. Il regno vegetale è molto più evoluto di noi.

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    6. Addirittura sono state studiate specie arboree che nutrono i propri simili in difficoltà con l'estensione delle proprie stesse radici!

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    7. Il regno vegetale è ancora tutto da scoprire...

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    8. Sì, collaborazione e competizione, entrambe le cose, come per gli umani; ma sicuramente sono più evoluti di noi, se racchiudono parte della “luminescenza originaria”, come dice Giovanni. Fabio, Ghigo, avete letto "La vita segreta degli alberi" di Peter Wohlleben?

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    9. Lessi La vita segreta delle piante di Peter Tompkins, autore geniale dello scorso secolo

      Ma questa matrice impone le sue dure leggi che non possono essere edulcorate

      Piante sodali con altre della propria stessa specie come tra noi un padre puo' esserlo col proprio figlio o tra consanguinei (cosa peraltro non cosi' frequente come si potrebbe ritenere) mentre e' noto che gli ebrei si aiutano tra loro

      Tutto questo altro non sarebbe che mero utilitarismo

      Gli antichi ben sapevano che la terra diveniva piu' feconda dopo essere stata intrisa del sangue delle battaglie campali

      Le piante di una stessa famiglia nutrono i propri simili, certo, ma e' anche vero che si coalizzano per soffocare altre estranee alla loro specie e non a caso si sono catalogate diversi tipi di piante parassitarie




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    10. ...altrimenti uno finisce a cantare le lodi del creato...da sempre craccato

      Edulcorando l'immane voracita' che lo anima

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    11. Non a torto gli alberi furono percepiti o intuiti dagli antichi gnostici come gli aborti degli arconti
      Catalizzanti parte della luce increata ma anche i tormenti della coscienza gravemente coagulata nella dura necessita'

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    12. Giovanni, mi piacerebbe che mi chiarissi un po’ queste due ultime frasi
      Sì, il libro che citi è quello scritto assieme a Christopher Bird; ce l’ho lì ancora da leggere :(
      (attualmente sto finendo l’ultimo di Freixedo)

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  4. Che belle parole, Ghigo! Belle davvero, grazie! E ringrazio anche gli alberi, che sento come fratelli: meriterebbero di sopravvivere agli immeritevoli umani!

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    1. La loro presenza è al contempo imponente, protettiva e discreta. Davvero un grande esempio di altruismo.

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    2. A me sembra che cosi' stai edulcorando la realta'

      Non altruismo ma casomai un perfetto utilitarismo altamente sincronico anima la vita delle selve, che in definitiva sono i purissimi luoghi dove si attua una continua, quanto spietata lotta per la sopravvivenza che definirei come una sorta di sopraffazione estatica per le determinate peculiarita' elettive insite nelle sorde dinamiche del divenire

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  5. L'antica arte dei giardini prevedeva che il giardiniere, a imitazione del demiurgo, fosse quasi come arbitro e domatore ispirato della sempiterna contesa vegetale, disponendo i giusti intervalli tra i fioriti contendenti, ordinandone i vivaci slanci vitali, ovviamente tutti indirizzati verso quell'unica fonte di ogni concreta illusione che e' il sole

    Tutto cio' avvalendosi di una perduta metrica simbolica che amplificava la legge dell'armonia

    I giardini terrazzati di Babilonia non a caso erano considerati una delle sette meraviglie perdute del mondo antico

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  6. Ma alla fine si tratterebbe in ogni caso di ordinare nel miglior modo possibile quel luogo contenitivo che e' la nostra sostanzialmente amara dimensione materiale
    Certamente non e' fatica sprecata disporre al meglio l'assetto della propria cella
    Nella cella sopravvivi per disciplina

    Orti e giardini sono esempi supremi di disciplina ispirata

    Ma inndefinitiva avremmo davvero poco di che compiacerci delle multiformi espressioni di questa vita terrena

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    1. Il regno vegetale, sempre che sia corretta la distinzione netta accademica tra regni, è il substrato per tutta la vita della biosfera. Forse non occorre aggiungere altro. Tu, Giovanni, stai parlando di natura manipolata, irregimentata. Io faccio riferimento a quei mirabolanti sistemi vitali che sono i boschi. Strutture multilivello dall'apporto positivo impareggiabile. Nelle selve sudamericane, i rimedi per ogni male. Il monachesimo sapeva bene come estrarre essenze vitali dalla ricchezza boschiva. Con la gelida simmetria del rinascimento i boschi sono diventati sinonimi di oscurità, incertezza, insidia. Con il romanticismo, di forze occulte ed imperiture. Nella pioggia del pineto infine echi metafisici. Oggi strumenti di propaganda pro o contro la raggelante livella plutocratica.

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    2. Forse solo complessi vitali di inusitata ed altera bellezza. Quella che definisci competizione è probabilmente necessità vitale.

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  7. Non condivido pienamente

    Nel medioevo i boschi erano tutt'altro che percepiti come luoghi ameni anche se Bernardo affermava di trovare piu' motivi di conoscenza negli alberi che non sui libri

    La selva dantesca e' oscura e il suo corrispettivo luminoso e' traslato in un piano intermedio posto tra l'evidenza materiale e gli invisibili regni superiori

    Ercole ugualmente affronta la sua prima fatica inoltrandosi dentro una selva ostile dove affronta il leone nemeo, anch'esso estensione del significato della rad. NEM congiunta a bosco, selva, radura o pascolo

    Necessita' vitale e' bassa costrizione dove la persona cerca di elevare la sostanziale miseria (patologicamente umana) della propria meschina sopravvivenza, inscindibile dalla contraffazione egoica

    Ognuno vuol capire cio' che gli pare piu' opportuno per se' al momento presente

    Non commentero' ancora

    Solo la rovina puo' salvarci

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    1. La legge del più adatto non è necessariamente quella del più feroce. Spesso sopravvive il più scaltro o creativo. E' una necessità mantenere la vita in vita. Anche solo le proiezioni che operiamo sulle selve boscose meritano un encomio.

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    2. Comunque sia, passeggiare tra le grandi presenze arboree è un'esperienza esaltante e positiva.

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  8. Giovanni, Ghigo, probabilmente sono vere entrambe le posizioni e sono frutto del dualismo ingannatore della matrix.
    Forse dipende da come guardiamo la realtà; ma vero è che la lotta per la sopravvivenza si combatte ovunque sulla Terra.
    Ci sono piante, animali ed uomini che si aiutano nell’ambito della loro specie; ed altre che parassitano.
    Ma da qualunque angolatura la si guardi, questa cosa nasconde sempre un egoismo di matrice arcontica (“utilitarismo” citato da Giovanni).
    Non se ne esce. Non ci si scampa. Solo forse l’aiuto reciproco disinteressato, ovunque essente ed abolente il noto “do, ut des”, rende meno greve l’esistenza… ma è davvero raro! Sempre per chi se ne rende conto. La libertà non esiste.

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    1. Ma, che dire? Io sono portatore estemporaneo di altruismo e ne sono, talvolta, fiero. Credo che la vita debba comunque manifestarsi e resistere per cui l'apparente ferocia della lotta per la sopravvivenza potrebbe essere interpretata come necessità vitale collettiva. Non una specie contro l'altra ma un colossale affinamento della vita per la vita.

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    2. Il potere al demiurgo (il mago 'G' delle logge) e ai suoi arconti lo diamo sempre noi, ricordiamocelo.

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