31/10/19

FCA-PSA e la Nutella. Un altro pezzo d'Italia che se ne va per sempre.


Già il gruppo FCA era davvero poco italiano: sede a Londra ed interessi ovunque. Fu Marchionne a traghettare il gruppo Fiat verso lidi transnazionali, evidentemente occorreva un italo/canadese per farlo. Piano piano quindi la Fiat se n'è andata dall'Italia. Oggi è un gruppo automobilistico globale come tanti altri. Inutile metterci sopra le bandierine tricolori, l'auto italiana non esiste più.


Questa sparizione si inserisce nel solco delle tante cessioni di capitali industriali e societari a entità straniere. Come se in Italia, la patria della piccola e media impresa, nessuno fosse più capace di gestire e produrre alcunché. Certo, l'Italia è anche la patria delle mafie e del malaffare, però era capace di grandissime performances tecnologiche ed imprenditoriali. Evidentemente è proibito in Italia fare impresa. Soprattutto agli italiani.


I media di regime strombazzano che la fusione sarà al 50% ma il consiglio di Amministrazione prevede 11 membri di cui solo cinque saranno proposti da FCA. Ma chissenefrega ormai? L'Italia non ha più una propria industria automobilistica, non ha più una compagnia di bandiera, sta svendendo banche, imprese e società a soggetti esteri, con un'atmosfera di ineluttabilità che è davvero inquietante.

Gli italiani che fanno? Se ne preoccupano? No, i nostri compatrioti sono indaffarati a scannarsi per una scommessa sportiva perduta o per un tiro di coca in più o in meno. Lasciamo ai nostri figli un paese spolpato, soprattutto su mandato di Francia e Germania. L'Italia non doveva essere più. Siamo un supermarket di terzo livello, un discount di periferia dove chiunque può impunemente razziare ciò che crede.


La risibile 'sugar tax' dell'ottimo Giuseppi Conte, vuole danneggiare la Ferrero, una delle poche aziende multinazionali saldamente in mani italiane. Anche la penosa polemica sulla nocività o meno dell'olio di palma era solo una scusa per indebolire e ricattare la Ferrero: un pilastro imprenditoriale che resiste nella devastazione globalista del nostro paese. Buon futuro di necessità, povertà ed asservimento a tutti.

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