07/10/19

Franco Prodi stigmatizza Greta Thunberg


Stefano Filippi - Franco Prodi, 78 anni, è uno dei massimi studiosi italiani di fisica dell'atmosfera. Ha fatto ricerche negli Usa, è stato docente universitario, ha diretto l'Istituto di scienze dell'atmosfera del Cnr, ha coordinato un progetto europeo sulla previsione delle alluvioni. Per decenni autorità indiscussa in campo internazionale, finché non ha messo in discussione i luoghi comuni sui cambiamenti climatici: da allora buona parte del mondo scientifico e mediatico gli ha applicato un marchio di infamia bollandolo come «negazionista».


Perché non si unisce al coro catastrofista? «Gli allarmi non sono basati su dati scientifici. All' origine della mobilitazione internazionale c'è un organismo creato dall' Onu nel 1988, l' Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico)». Non è attendibile? «Ne fanno parte scienziati, ma anche agronomi, economisti e altre figure. I componenti sono oltre 1.500. Molti lo ritengono la sede della ricerca scientifica sul clima». Non è così? «È un forum i cui membri non vengono nominati da università o centri di ricerca, ma dai governi. La scienza procede con altri metodi, pubblica su riviste specializzate, ha revisori internazionali, eccetera».

I pronunciamenti Onu non vanno considerati pronunciamenti scientifici: dice questo? «Esatto. Si parla di proiezioni catastrofiste e si premette: "Lo dice la scienza". Sbagliato, bisognerebbe precisare: "Lo dice l'IPCC"». Lei critica soltanto l' impostazione di metodo o anche i contenuti dei report dell' Onu? «L'Ipcc, dove comunque sono presenti anche scienziati di valore, ragiona in base a modelli matematici derivati dai Gcm, cioè i Global circulation model, che risalgono agli anni Novanta e nel tempo si sono evoluti. I primi si limitavano a considerare la sola circolazione atmosferica, successivamente sono stati aggiunti fattori come la superficie degli oceani, la vegetazione, le trasformazioni chimiche e molto altro. Da fisico delle nubi, sono andato a verificare come questi modelli simulano le nubi». 


E che cosa ha scoperto? «Che esse vengono trattate in modo molto rozzo. Considerano solo gli strati e non la forma tridimensionale, non c' è l'equazione di trasferimento della radiazione atmosferica dentro le nubi, mancano altri elementi. I risultati di questi modelli vanno valutati con molta cautela». Conclusioni sbagliate? «Non sono modelli raffinati al punto da parametrizzare fattori importanti. Parlo dal mio punto di vista di geofisico, gli altri colleghi diranno la loro: la climatologia è fatta dalla convergenza di molte discipline. Ma un trattamento così grossolano riservato alla fisica delle nubi pone molti dubbi». Perché? «La climatologia considera gli elementi che vengono dal Sole, quelli che provengono dalla Terra e l' interazione con i gas cosiddetti serra come l' anidride carbonica, ma anche il vapore d' acqua, l' ozono, il metano, e altri. C' è l' interazione con le particelle sospese e poi ci sono le nubi. I fotoni solari arrivano anche sulla sommità delle nubi; alcuni vengono riflessi, altri entrano nelle nubi».


E infine arrivano sulla superficie terrestre. «La quale a sua volta emette calore, come ogni corpo. Anche i fotoni terrestri interagiscono con i gas e con la base delle nubi; alcuni escono verso lo spazio esterno. Questo complesso di fattori, molto difficile da calcolare, mi induce, da scienziato, a raccomandare cautela sul catastrofismo climatico». Lei è accusato di essere un negazionista. «Alcuni miei detrattori non hanno nemmeno una laurea specifica in materia, figuriamoci. Non mi faccia fare nomi». Parla di Luca Mercalli, climatologo «no Tav»? «Sono accuse assurde. Io non dico che non ci siano cambiamenti nel clima, e neppure che l' uomo ne sia estraneo. La mia affermazione è un' altra: la scienza non è arrivata a quantificare l' effetto antropico rispetto agli effetti naturali sul clima».


Quali sono gli effetti naturali? «Fondamentalmente due: la componente astronomica e quella astrofisica. Le radiazioni solari non sono costanti: si potrebbe parlare per ore della variabilità del Sole, delle macchie solari, delle particelle elementari che interagiscono con il campo magnetico terrestre. Questo lo chiamiamo effetto astrofisico. Tra gli elementi astronomici vanno considerati gli effetti gravitazionali dei pianeti del sistema solare, la variazione dell' orbita ellittica, l'inclinazione dell' asse terrestre sul piano dell' eclittica. Senza contare altri fenomeni: nel 1816, per esempio, non ci fu estate in tutto il pianeta a causa delle emissioni nella stratosfera del vulcano indonesiano di Tambora».


E l'intervento umano? «È avvertibile soprattutto dopo l' invenzione della macchina a vapore, a fine Settecento, quando l'uomo industriale comincia a usare i combustibili fossili in modo massiccio: carbone, petrolio, gas naturale, nucleare. Da fisico delle nubi, rilevo la formazione di goccioline e cristalli su particelle originate da processi industriali, riscaldamenti domestici, traffico veicolare che influiscono anche sulla microfisica delle nubi». Quindi l'uomo ha le sue responsabilità. «Certo. Ma da qui a dire che l'azione umana rappresenta il 95% delle cause dei cambiamenti climatici, come sostiene l'IPCC, ce ne corre. C' è un' alterazione, ma l'effetto antropico non è quantificabile rispetto all' aspetto astrofisico e a quello astronomico, che non si vede perché dovrebbero spegnersi».

Bisogna intervenire per proteggere la Terra? «Certo, senza allarmi inutili sul cambiamento climatico ma insistendo sul fatto che questo pianeta è l' unico che abbiamo». Come spiega l'enfasi mediatica sul riscaldamento globale? Lobby industriali che devono piazzare nuove tecnologie? «Sento che vengono fatte tante ipotesi, ma non voglio entrare in campi non miei». Da scienziato è preoccupato di questa confusione? «Sono sgomento. Greta va bene, come la sollecitazione sull' ambiente planetario: il degrado degli ecosistemi, la qualità dell' aria e dei terreni, la quantità di metalli pesanti nei mari. Questo lo capisco, non che gli scienziati inseguano una ragazzina di 16 anni. Ne prendo atto, ma mi stupisco che il mondo si faccia influenzare in questo modo». (segue...)

6 commenti:

  1. sarebbe interessante un parere del prof. Prodi sulle scie chimiche, ma evidentemente i media (ma si potrebbe usare il singolare) non reputano l'argomento degno d'attenzione e quindi i "massimi studiosi" non si sentono chiamati in causa. L'argomento climatico, oltre che per introdurre nuove tasse serve a catalizzare la cosiddetta "dialettica democratica" sui soliti argomenti futili e inconcludenti. Questo mentre ci spolpano vivi.

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    1. Franco Prodi è un negazionista. Spero che, uscendo dal suo studio, possa osservare meglio il cielo. Un passo alla volta ... diamogli tempo.

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  2. Concordo anonimo .E' tutto ridicolo. Questo prodi e' un finto intelligente?? Come mai non parla di geoingegneria???

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  3. Alla fine a me sembra che chiunque abbia una certa rilevanza mediatica debba, per forza di cose, incrementare nelle persone una generalizzata distorsione percettiva o, ugualmente, rendere in ogni caso maggiormente fonda la disattenzione del cosiddetto uomo medio sui temi maggiormente significativi che ora stanno riconfigurando l'ecosistema

    Alla fine in pochi comprendiamo che stiamo vivendo nella piu' assolutista delle dittature

    Questo odierno e' il perfezionamento estremo dei totalitarismi passati, che furono radicati a forme suggestive di fatto incapaci di disattivare l'interiorita' delle persone con la stessa efficacia che oggi dimostra di avere la rete dei social

    Eventi come il nefasto Jovabeach, per esempio, costituiscono a tutti gli effetti una delle forme con le quali attraverso i propri giullari di corte l'attuale Quinto Reich celebra il successo della nuova propaganda sulla massa completamente inebetita

    Al momento non vi sono indizi per una inversione di tendenza, anzi

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    1. La maggioranza accetta scie chimiche e tutto il resto. Accetterà il 5G e il taglio degli alberi. Tutto. Non c'è niente da fare.

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  4. Mi sembra di non riuscire a scrivere un pensiero di senso compiuto

    No non possiamo fare nulla

    A livello esteriore la consumazione contaminante sta compiendo la sua opera

    Dovremmo solo provare a infondere un senso maggiormente compiuto a questo tragico sviamento di senso epocale

    Questa realta' (l'intero universo) origina da una fenomenale distorsione.

    Noi potremmo e dovremmo ottenere un minimo di fondamento esistenziale anche trovandoci immersi nella presente dissoluzione

    Secondo l'antica Gnosi, la causa della distorsione e' concepibile individuarla in un piano intermedio della sovra-realta' e, dunque, in uno spazio per lo piu' indefinito, ma ugualmente appena intuibile, dove agiscono le prime intelligenze differenti per addensamento vibratorio dalla nostra dimensione terrena, la quale, in definitiva, sappiamo essere solo il simulacro di cognizioni simboliche maggiormente profonde ed espanse

    Come annota Ezio Albrile nel suo testo il Labirinto di Ermete: (dilemmi gnostici sulla liberta' e la salvezza) l'impotenza della persona di afferrare il senso dello stare presenti, la sua sostanziale incapacita' di comprendere i motivi profondi del proprio relegamento a questa vita genera un sentimento propriamente crepuscolare e di grave nostalgia per la luce che si estingue

    Alla fine l'allarme seppur motivato per il 5G e' la preoccupazione degli animi maggiormente sensibili per l'imminente affermazione di un differente principio tenebroso

    Ma della geoingegneria tutti i media tacciono

    Noi patiamo l'antichissimo terrore di essere definitivamente sopraffatti dalla non luce, annichiliti dalla Tenebra del mondo

    Nella dimensione ipnotica in cui viviamo, il controllo dell'individuo da millenni e' basato su tre punti cardine della distorsione percettiva e sono rispettivamente: LIMITAZIONE - DIPENDENZA - ASSUEFAZIONE

    La composita persuasione subliminale della propaganda e della pubblicita' ha solo amplificato a una dimensione aberrante tale principio persuasivo vertendo sulla loro reiterazione capillare continua

    La nostra impotenza, pertanto, dovrebbe divenire un vantaggio o un puro principio elettivo

    Altre vie in fondo al tunnel della presente Eta' non ci sono

    Provare di rettificare questa intima deformita' impiantata sull'identita' volgare e' il dovere di ogni coscienza consapevole, rispetto alla quale lo stesso 5G o l'inquinamento tutto diverrebbero quasi alibi distraenti

    Ormai saremmo ai metaforici sgoccioli della storia cosi' come la concepiamo

    Tanto non si puo' riuscire in una sola vita a sconfiggere in noi l'innesto funesto dell'ego, ma rimandare continuamente significa anche realizzare in se' l'impossibilita' di sottrarsi ad un tormento infero che e' inestinguibile in questa dimensione quanto nell'altra ad essa coeva

    Non ci rimane che muovere l'intenzione verso la realta' ignota del BENE SUPREMO, tanto fuori il mondo sta letteralmente bruciando, e, nondimeno, in questa grave pastoia indifferenziata ancora dovremo affondare per un buon tratto di cammino, ma almeno cosi' sapremo in quale direzione muovere i rimanenti passi


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