27/04/17

Vaccini: i Veleni Occulti


Lo sapevate che le vaccinazioni contengono, oltre i ben noti componenti neurotossici indicati nel bugiardino, anche nanosferule di materiali inorganici come il piombo, l’acciaio od il tungsteno? Lo sapevate che in Germania, ove la copertura vaccinale contro il morbillo è del 97%, l’incidenza della malattia è di 12,5 casi su un milione di individui mentre in Austria (copertura del 75%) l’incidenza è di 7,5 casi su un milione?

Le vaccinazioni sembrerebbero quindi inutili e dannose, soprattutto per la presenza di materiali tossici dall’origine sconosciuta ed occultata. Ecco perché i regimi dittatoriali (come quello italiano) premono in modo delirante ed inquisitorio affinché la popolazione si sottoponga a tali aberranti pratiche mediche: per ottenere una popolazione di sudditi sotto controllo, indeboliti e, probabilmente, meno fertili possibile.

Diffidare da tutto ciò che proviene dall’alto dell'alveare umano diviene non solo un dovere ma anche una pratica indispensabile per la sopravvivenza. Evitare le vaccinazioni di tutti i tipi, a tutte le età e per qualsivoglia motivo sembrerebbe allora l’unica soluzione possibile per evitare danni gravi all’organismo, perlomeno in attesa che le case farmaceutiche ed i governi (che sono poi la stessa cosa) facciano luce e diano risposte trasparenti ai pochissimi ricercatori indipendenti rimasti, svelando la vera composizione dei vaccini e la loro vera funzione sociale.

8 commenti:

  1. "diffidare di tutto ciò che proviene dall'alto..." Vero. Nel dubbio, in ogni dubbio o sconcertata incredulità, siccome siamo sempre nella condizione di "non saper né leggere né scrivere", diffido e rifiuto. Perché una cosa è invece assolutamente e incontrovertibilmente chiara: la menzogna costante e pervasiva di ogni affermazione proveniente dall'autorità costituita che sia politica, culturale, scientifica, religiosa … C’è un’ identità, un’equivalenza tra i due termini autorità e menzogna. Eppure, queste che sono una semplicissima constatazione accessibile a chiunque e una banale contromisura di prudenza, trovano una diffidenza incomprensibile.
    Poi ci sono situazioni paradigmatiche. Sto pensando ai NOTAV della Val di Susa, ai NOTAP della Puglia, al dr. Gava e all’accanimento vaccinale, e a quanti hanno misurato e sviscerato e reso inequivocabilmente manifesti i reali modus operandi delle autorità contro le quali si sono scontrati e i loro veri obiettivi (almeno parzialmente) e le menzogne. E queste sono state percepite come tali in modo molto più chiaro e semplificato di tante parole, da tante persone. In un certo senso potremmo dire che sono opere d’arte, la cui capacità comunicativa è immediata, in-madiatus.
    Ci sono situazioni paradigmatiche che chiedono solidarietà proprio perché esemplari.
    Quando la fatica, la volontà, l'intento hanno iniziato a produrre consapevolezza di sé e della realtà circostante le scelte individuali, i comportamenti conseguenti si sono modificati e tradotti in realtà, modificata appunto rispetto a un prima. Non riesco a individuare lo stesso tipo di traduzione in comportamenti che mi coinvolgono in quanto membro mentre la ripetuta informazione ricevuta e data mi sembra stia esaurendo la sua utilità.
    Carla

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    1. Ciao Carla, non so perchè i tuoi commenti, seppur di sicuro interesse, contengono sempre un qualcosa di vagamente offensivo nei miei confronti. Trovi inutile ripetere e dare informazioni? Ed allora perché perdi tempo a leggere dei post come il mio?
      Il Reale (ciò che ci ahnno insegnato a definire tale) è da sempre appannaggio sicuro del Demiurgo e noi siamo le sue bestie da soma, da guerra, da cibo.
      Purtroppo le difese sono invalicabili solo nel settore spirituale ed individuale, le barricate popolari, anche se degne della massima ammirazione, sono destinate ad essere inevitabilmente disperse. Il campo d'azione su cui vigilare (a mio parere) è dentro ognuno di noi. La battaglia finale si compirà li.
      Io comunque continuo a diffondere e ripetere informazioni che, a differenza di te, ritengo utile passatempo. Ciao

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    2. Mi dispiace molto e sinceramente che tu possa aver considerato dirette a te e in modo offensivo le mie parole. Condivido i tuoi pensieri; sovrapposti ai miei coinciderebbero in modo pressoché perfetto. E' proprio questa affinità che mi spinge ad esternare le mie perplessità, i dubbi che mi girano nella mente, in un pensare a voce alta come si potrebbe fare parlando con un amico insieme al quale, dialetticamente, si cerca insieme di trovare una risposta. E' la considerazione per il tuo lavoro, che ritengo essere più consolidato dal tempo e dalle ricerche del mio, che mi spinge, a volte, a chiedere perché. C'è stata solo un’ occasione nella quale proprio non condividevo il taglio del tuo intervento e fu quella sulla musica che mi trascinò nel mio primo intervento, quello sì effettivamente tra il deluso e il dubitativo, perché mi sembrò lontano da quella sensibilità che avevo trovato nelle letture precedenti. Gli altri commenti, come quest'ultimo, sono pensieri a voce alta, originati e comunicati da un disagio, un desiderio, una ricerca. Come fu per il desiderio di indagine sui linguaggi occulti e l'opportunità di svelare certe simbologie senza con questo farle proprie. Un tema che svela una realtà importante e contemporaneamente così sconosciuta e diffusamente insospettata da porsi come passaggio obbligato per poter effettuare una qualsiasi valutazione. Oggi dico che l'informazione mi sembra esaurire la sua utilità. ./.

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    3. Nei momenti più barbarici della storia si è intervenuto sull'ambasciatore. Chi discorre di temi proibiti sembra sia l'untore e chi invece distrugge senza pentimenti continua impunemente a farlo, grazie all'insipienza ed all'ignavia umana.
      Purtroppo credo anch'io che diffondere informazioni sia sostanzialmente inutile nel gioco materiale del possesso. I vertici carcerieri del potere terreno hanno dalla loro mezzi polizieschi e militari potenti e sofisticati.
      La ricerca però e la diffusione di ciò che si è trovato, non è inutile nel campo della battaglia più intimo, quello individuale. Se siamo noi, in qualche modo, a permettere tanto scempio, evidentemente esiste una nostra componente che lascia, sempre in qualche modo, fare.
      Ti ringrazio quindi per questo tuo commento, la mia risposta era anche un pò provocatoria, come avrai compreso.

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  2. Io devo ringraziare tutti coloro che con le informazioni in loro possesso (nutrite di fatti e considerazioni personali su quei fatti) mi hanno avvicinato e mi parlano tutt'oggi, permettendomi, in buona sostanza, il ritrovamento della strada verso la libertà. “… Il campo d'azione su cui vigilare è dentro ognuno di noi” lo ritengo così vero che cinque anni fa ho cessato di esercitare la professione proprio per riappropriarmi di tempo ed energie, cessare di essere “funzionale “ mio malgrado e dirigere l’attenzione altrove. Non credo, oramai da molti all’azione politica, rappresenta una contraddizione in termini. Comincia invece ad affacciarsi alla mente la necessità di una condivisione esplicita con coloro che affannosamente dirigono la loro azione in opposizione a quella imposta dall’alto. Le finalità dell’azione politica (quand’anche esercitata in buona fede da taluni ai bassi livelli) sono tali per cui si cerca di convincere altri della bontà del proprio operato, del proprio progetto strutturato e organizzato. Cosa diversa è riuscire a tradurre la volontà di sostegno a chi, in una fattispecie (caso particolare di cui si tratta, su cui si discute) si sta opponendo. Io non riesco a individuare come ottenere questa traduzione che mi si sta manifestando come bisogno all’interno di quella trasformazione che sto operando nella mia vita e rispetto alla quale non mi sembra alternativo quanto complementare. In questo senso intendevo l’esaurimento di utilità dell’informazione. Ognuno di noi si trova nello spazio e nel tempo in una collocazione individuale che gli è propria e che non coincide con quella di nessun altro e ritengo opportuno precisare che la collocazione non è da intendersi su un percorso lineare dove si è più o meno vicini a un traguardo. Intendo piuttosto dire che accanto a questa “collocazione individuale” che è precondizione ontologica, intravedo uno spazio e un tempo che condividiamo per il fatto di essere membri di questa attuale umanità ed è qui che mi vedo affannare. Qui si affacciano i pensieri che hanno bisogno di confronto, di aiuto. Qui dico di pensare a voce alta, nel senso di esternare un pensiero che non è ancora compiuto, che istintivamente si affaccia alla mente ma non è stato elaborato, solo sentito, intuito. Forse ho scambiato un blog per un salotto tra amici e non lo sto dicendo così per dire, forse sto utilizzando un mezzo senza comprenderlo o forse sconto, nonostante la mediazione dello strumento, un’anima poco gentile. Me ne dispiaccio e farò tesoro di queste osservazioni, cercando di prestare attenzione in anticipo a come potrebbero essere interpretate poche parole messe giù di fretta. Ti prego, non tanto di accettare le mie scuse che pure ti rivolgo, ma di credere che non avevo altre intenzioni che quelle di esternare un dubbio, un’incertezza, una domanda.
    Carla

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    1. I blog sono un campo minato, costellati di fiori e, appunto, mine. Non è facile comprendere con chi si discorre senza guardalo in volto e la comunicazione scritta, spesso sincopata, non aiuta.
      Leggo comunque sempre con piacere i commenti, specialmente se sinceri e diretti.
      Il problema del 'che fare' è annoso. Più si approfondisce la ricerca e più ci si rende conto che il sistema carcerario è esteso ed ubiquo. Eppure proprio questa sua estensione e sofisticatezza induce a riflettere sul nostro ruolo e sull'importanza del nostro pensiero.
      Forse non siamo così impotenti, distratti magari, ma non impotenti.
      Ciao e grazie ancora, continua senza riserve ad esprimerti come credi, qui ci sono scambi, non scontri.

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  3. Non avevo fatto due ma solo un commento che però ho dovuto dividere quando sono andata ad inviarlo perché troppo lungo. Ti ringrazio di avermi risposto, ci speravo per capire se fossi riuscita a spiegarmi. Carla

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    1. Grazie a te per i tuoi contributi sempre interessanti

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