16/12/18

Sud Africa: la Mattanza legalizzata (dei bianchi)



Nell’articolo che segue, la dimensione politica della mattanza razzista dei bianchi cittadini del Sud Africa. Intere famiglie vengono ammazzate a colpi di machete per il solo motivo di essere di pelle bianca. Di fronte a questo genocidio i media di regime europei (tutti i media quindi) tacciono. Tacciono soprattutto i sedicenti difensori dei diritti delle minoranze che tuonano in terre nostrane se spira nell’aria una vocina un pò razzista ma che nulla dicono per fermare o quantomeno denunciare questa carneficina. L’articolo di Franco Nofori:

L’allucinante delirio del leader del partito socialista rivoluzionario del Sudafrica, si scatena contro i cittadini di razza bianca: “Li uccideremo tutti – urla dal podio – insieme ai loro figli, le loro donne, i loro cani, i loro gatti e tutto ciò che troveremo sulla nostra strada”. Il BLF, partito di cui è a capo, ha una chiara connotazione razzista e sta per “Black First”, cioè: “Prima i neri”. Slogan che ricalca un po’ quelli cari al presidente americano Donald Trump e al nostro attuale ministro degli interni Matteo Salvini, che però non esortano a uccidere e non si riferiscono alle etnie, ma ai propri Paesi e a chi li abita.


Alle molte e indignate voci di riprovazione, si è recentemente aggiunta l’istanza di deferire Andile Mngxitama, al Tribunale Penale Internazionale (ICC) per incitamento al genocidio e si attende ora la reazione della procura di tale organismo. Il fatto preoccupante è che la posizione assunta dal leader del BLF acquista un sempre più crescente supporto da parte della popolazione di colore che, per suo tramite, invoca, tra altre rivendicazioni, il sequestro delle terre possedute da sudafricani bianchi, così com’era a suo tempo avvenuto nello Zimbabwe a guida Mugabe.


Questi appelli alla violenza razziale verso gente, sì europei, ma che ormai da venti generazioni vive in Sudafrica e non ha più altri luoghi in cui rifugiarsi, ha già creato crude violenze contro i bianchi, soprattutto agricoltori, con devastazioni e vittime. Queste azioni, istigate con sempre più virulenza dal partito di Andile Mngxitama, stanno conoscendo un allarmante trend di crescita nei confronti del quale, almeno fino ad ora, non pare siano state adottate adeguate contromisure.

 Kyenge, non una parola sul Sud Africa?

Il partito BLF si riconosce pienamente nell’ideologia marxista-leninista e persegue la supremazia delle popolazioni nere, su tutte le altre. Anche i giornalisti, soprattutto bianchi, o comunque avversi alle posizioni del BLF, sono spesso soggetti a intimidazioni e aggressioni da parte di membri di questo partito. I bianchi tuttora presenti in Sudafrica, che verso la metà del secolo scorso rappresentavano circa il 22 per cento della popolazione totale, sono oggi scesi all’8 per cento, cioè poco più di quattro milioni d’individui di cui non pochi vivono in stato d’indigenza. Molti di quelli che se ne sono andati, si sono anche liberati delle attività che conducevano, cedendole alla popolazione locale. Il preoccupante sciovinismo che sta oggi dilagando tra la popolazione di colore, se non verrà affrontato con la necessaria fermezza, tradirà le lodevoli e illuminate aspirazioni di Nelson Mandela e del vescovo anglicano Desmond Tutu, verso una duratura riappacificazione nazionale.

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