Come
ho già avuto modo di segnalare, la Capitale di questo paese vive una stagione
di profondo, probabilmente irreversibile, declino. Se paragonata alle altre
capitali europee la situazione appare ancora peggiore. Non è solo l’incuria che
deturpa la città ma soprattutto la mancanza di una pur timida visione del suo
futuro. Si vive, male, alla giornata.
Come
ho già scritto, le sole istituzioni a funzionare bene sono: l’impianto
semaforico e la biblioteca nazionale. Il resto langue tra ignavia, soprusi,
malaffare, indifferenza, abbandono. Non è un caso che il suo nome sia il
contrario di Amore. Non dimentichiamo inoltre che l’urbe è sede di una delle più
famigerate istituzioni al mondo, la Chiesa di Roma, macchiatasi di reati
gravissimi ed imperdonabili come il genocidio, la tortura, la pedofilia, la
stregoneria.
In
questo contesto, la città contemporanea sopravvive in uno stato di tensione
continua tra indecenti mafiette locali ed istituzioni ormai allo sbando, quando
non conniventi del tutto. Magistratura, prelatura, politica, imprenditoria
privata, mafie … tutto concorre al suo degrado di una mangiatoia dalla quale
attingere e nulla dare in cambio.
Roma ormai è ridotta come una delle tante cittadone confuse e malmesse del mediterraneo nella quale si è perso il valore della sua tradizione, del senso comune, della legalità. Tutto è compromesso, indifferenza, stanchezza.
L’incredibile
patrimonio architettonico ed artistico, le meraviglie naturali della sua
provincia, la felice posizione geografica sono sovrastate dal chiassoso e
maleodorante malaffare statale e parastatale, l’unica fonte di denaro in questa
realtà civica allo sbando. Quale imprenditore verrebbe infatti qui ad
investire? Con quali garanzie? Con quali prospettive? I valori immobiliari sono
in caduta libera e non vi è ragione per cui possano un domani risalire,
soprattutto con questa ridicola giunta da avanspettacolo (triste).
La
situazione di Ostia è esemplare. Uno splendido e potenzialmente ricchissimo
litorale è in mano a pochi individui senza che nessuno possa porvi rimedio. Non
c’è prospettiva, non ci sono idee, non c’è futuro. Anche l’imponente macchina
educativa (si fa per dire) pubblica e privata è solo fumo negli occhi, in mano
ai vecchi baroni, alla politichetta ed al capitale che ha in mente solo una cosa:
i soldi ed il potere.
Gentaglia
piccina che non ha ancora compreso che il bene, se non è condiviso, non esiste.
Ciò che succede a Roma lo ho spiegato qui:
RispondiEliminahttps://pianetax.wordpress.com/2017/01/29/il-prigioniero/