'FREGATI DA
RAJOY: MILANO PERDE L’AGENZIA UE PER IL FARMACO PER
L’OPPORTUNISMO DELLA SPAGNA: LA STORIA DEL SORTEGGIO E’ UNA BALLA
SPAZIALE, INVENTATA PER CAMUFFARE IL PESO POLITICO (SCARSO) DEL GOVERNO -
IRRILEVANTI FOREVER: IL PREMIER DI MADRID NEMMENO RISPONDE AL TELEFONO A
GENTILONI ...' Alberto Gentili
Evidentemente, l’Italia deve languire in un cantuccio.
Un paese potenzialmente leader in quasi ogni settore dello scibile umano, con
delle bellezze naturali incredibili, abbandonato a se stesso e ad una cricca
di mafiosi rozzi ed incolti.
Utile forse ricordare come l’Italia sia stata - sino a
pochi decenni orsono - all’avanguardia nelle scienze (matematica e fisica in
primis), della tecnologia applicata, delle arti figurative, architettura ed
ingegneria, musica e cinema, letteratura e filosofia. Il triveneto era un
modello di sviluppo studiato ed invidiato in tutto il mondo. A tanta abbondanza
si univano il buon vivere, la natura multiforme e rigogliosa, le grandi tradizioni sociali e
culinarie. Inoltre il Q.I. medio degli italiani era (ed è ancora oggi) uno dei primi al mondo. Peccato.
Tutto è stato fatto - e tutto si fa ancora – per inficiarne l'ecosistema, il tessuto socio economico e le genti. Immigrazione selvaggia, distruzioni
arboree, avvelenamento sistematico di aria, terra ed acqua, crisi finanziarie
artificiali, gestione criminale del clima, vaccinazioni forzate della popolazione … tutto concorre all’impoverimento di
un grande paese che, sin dai tempi dell'omicidio Mattei, avrebbe dovuto comprendere che il suo
ruolo doveva essere meramente subalterno. Troppa anarchia? Troppo genio? Troppe
tradizioni?
Si è così. Oramai è diventato evidente; da parecchi anni. Non si poteva permettere il genio, l'arte, l'inventiva uniti alla solarità e al gusto di vivere. Pericoloso, deviante, contagioso. Il rischio che diventasse epidemico era troppo alto. D'altra parte accanto a tanti pregi una mancanza, una debolezza, condivisa e fatale, figlia insospettabile ma prevedibile e paradossale compagna di una vita vissuta all'insegna proprio di una nobile, scanzonata insubordinazione. Siamo caduti nella lusinga della corruzione; pervasiva e invasiva, diretta e mediata. Non si rintraccia quasi più niente dei vecchi spiriti, non ci sarà tanto ancora da combattere. Oramai la partita è vinta e chi ha perso potrà concentrarsi solo su una rivincita personale o proseguire sulla strada di un sempre più condiviso e inconsapevole abbrutimento. Con tristezza e speranza
RispondiEliminaCarla
Credo anch'io che la partita sia perduta. L'Italia ha un Q.I. medio tra i più alti al mondo, è chiaro quindi il perché di questo attacco concitato e ferino. Ciao
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