All’indomani
della seconda guerra mondiale, l’Italia veniva di fatto divisa in 3 protettorati:
il Sud (affidato alle Mafie), il Centro (sorvegliato dal Vaticano) ed il Nord
(in mano agli Oligarchi) – il tutto controllato dalla forza militare
statunitense, presente in ogni dove. Dopo la promulgazione della sua massonica
e distorta Costituzione, che di fatto ha impedito la governabilità dello Stato, l’Italia
si avviava comunque e nonostante tutto a diventare un modello di sviluppo misto
a livello planetario. La piccola e la media impresa si fondevano con il ricco
territorio, creando un sistema produttivo diffuso unico al mondo, ciò specialmente
nelle zone una volta abitate dagli Etruschi.
Tale
escalation verso il benessere venne brutalmente arrestata con l’omicidio
simbolico di Enrico Mattei, un personaggio lungimirante che evidentemente aveva ‘volato
troppo in alto’, molto più di quanto gli era stato concesso.
Altro
omicidio chiarificatore del destino futuro, fu quello del Presidente Aldo Moro
che, come Tommaso Moro secoli addietro, moriva a seguito di un processo
popolare. Un altro messaggio al Paese, quello di rimanere nei ranghi e non
tentare di alzare la testa in nessun modo.
Nei
decenni a seguire non è stato fatto altro che abbandonare ambiente e beni
culturali ai vandali o alle intemperie, contenere ed ostacolare la piccola e
media impresa e svendere il patrimonio industriale.
Mi
sembra palese come tutto abbia seguito un progetto di smantellamento di un
piccolo Stato che faceva però paura: cultura, creatività ed esperienza popolare
si fondevano con le meraviglie ambientali del territorio, andando a costituire
potenzialmente il substrato per rendere l’Italia un vero paradiso terrestre,
con un apparato produttivo vario e rigoglioso ed una popolazione laboriosa e
creativa.
Oggi,
nell’A.D. 2015, siamo alle battute finali per esautorare del tutto il
parlamento dalle sue residue competenze e per completare quella cessione di
sovranità residua alle grandi sovrastrutture internazionali. Le picconate fiscali
e regolamentari all’impresa hanno azzerato l’iniziativa privata, distruggendo
proprio quel tesoro che rendeva unico il sistema produttivo italiano.
Tutto
ha contribuito all’affossamento del Paese: la politica con la sua pochezza, la
burocrazia con la sua sordità e le sue ruberie, la popolazione con la sua
ignavia. A monte di tutto ciò però mi sembra scontato intravvedervi un progetto
unitario di riduzione dell’Italia ad un ‘contenitore’ di genti sempre più
sfiduciate, confuse, annacquate e rese inermi dalle leggi illibertarie e dallo
spauracchio della povertà, sempre dietro l’angolo.
In
quest’ottica è forse più semplice comprendere la funzione delle scie chimiche,
il flagello che viene dal cielo, che iniziavano la loro azione mortifera in
contemporanea all’instaurazione di quella deleteria mega-struttura massonica
denominata Comunità Europea.
Un
quadro d’insieme desolante con pochissime vie d’uscita. Siamo nel pugno serrato
di poteri forti che hanno deciso anni orsono di smantellare letteralmente il
Paese e consegnarlo nelle mani del maggior offerente. Anche il ridicolo evento
denominato EXPO è un chiaro messaggio alle genti italiche, quello di arrendersi
al loro unico futuro: farsi camerieri dei desideri altrui (con tutto il
rispetto per l'onorevole duro lavoro del cameriere, ovviamente).