Parlar male del
prossimo EXPO italiota dedicato alla nutrizione, si sa, è come sparare sull’ambulanza.
Ritardi, subappalti, truffe e corruzioni, cementificazione, sprechi ed inutilità
… troppi sono gli argomenti a detrimento di questo brutto ed inverosimile
carrozzone di cemento ed asfalto. Occorre però sottolinearne due aspetti
importanti.
Il primo riguarda
l’origine del cibo, la sua provenienza. Non si tratta solo di promozione degli
alimenti cosiddetti a ‘chilometri 0’ ma di verificarne l’origine genetica,
ossia se sono o meno frutto di manipolazione artificiale.
Gli alimenti ed i
loro derivati infatti, se di origine geneticamente modificata, sono assai
nocivi per la salute umana e nessuna emergenza alimentare di nessun tipo ne dovrebbe
autorizzare l’uso. Lo slogan dell’EXPO ‘Nutrire il Pianeta’ infatti potrebbe
generare scenari illusori di una qual necessità di ottenere urgentemente cibo
sufficiente per gli esseri umani sul pianeta Terra. Ebbene il cibo naturale c’è
ed in abbondanza. Quello che manca è solo la volontà di condividerlo. Non c’è
alcuna emergenza cibo che possa giustificare in alcun modo l’utilizzo di alimenti
GM, semmai esiste una drammatica emergenza di disporre dell’acqua potabile ma
questa è un’altra storia, lunga e disgustosa. L’associazione EMERGENZA = PERDITA
DEL CONTROLLO DEMOCRATICO = SOLUZIONI DELETERIE IMPOSTE, è infatti il rischio
peggiore da tenere d’occhio, non solo in campo alimentare.
Gli ’imponderabili
‘benefattori’ Bill Gates e Signora, ad esempio, invece di propinare pericolosi
vaccini in giro per le zone più disastrate del Pianeta, potrebbero fornire acqua
potabile: l’antidoto naturale per tutti i mali. Ed invece no: proseguono con la
loro opera nefasta e diffusa di inoculazione di sostanze pericolose.
Il risultato sarà
un’accozzaglia di cattivi propositi, pessima progettazione, cemento ed asfalti,
cibi ‘ansiogeni’ e ruberie varie. Una perfetta fotografia del lato peggiore del
mondo attuale, di cui l’EXPO è davvero un formidabile e non deformante specchio. Tutto ciò lascia immaginare quale sia il fine ultimo delle cosiddette 'grandi opere': redistribuire ingenti fondi ai soliti noti, il resto è un 'accessorio'.
Da non dimenticare la
sarabanda che girerà attorno all'evento, fatta di gruppi organizzati, pacchetti premio, pubblicità
e propaganda, panini OGM, arie condizionate e sudore, voli low-cost, B&B
improvvisati, torpedoni inquinanti … contribuirà a infliggere al pianeta ferite
deleterie, all’insegna dell’inutile e dell’assurdo: aggettivi che davvero mal
si conciliano con le parole cibo ed ambiente. Da qui discende un monito funesto
che viene associato all’EXPO tutto: l’impossibilità di immaginare un futuro
migliore; ed anzi peggio: l’inutilità di cercare soluzioni migliori alle
attuali. Un futuro oscuro è prefigurato dall’EXPO in cui nulla è possibile fare
perché tutto è stato già deciso. Un futuro che è già passato.
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