Se c’è un popolo al mondo affine a quello italiano, quello
è il popolo russo. Mazziato da sempre da una classe di potere rigida e
corrotta, si è dovuto barcamenare ed arrangiarsi per sopravvivere da secoli, proprio come noi.
Oggi il popolo russo vive una stagione insperata di grande adesione e
condivisione con la sua leadership (magari solo immaginata), al contrario di
quello italiano che i suoi potenti di turno li ha sempre guardati (a ragione)
con sospetto e grande diffidenza.
Premesso ciò, i nostri sedicenti leader occidentali stanno
creando alcuni presupposti artificiosi per una grave crisi diplomatica immotivata con
la Russia dalle conseguenze imprevedibili e preoccupanti. Sono ormai decenni che
spingono malamente su quel fronte orientale per provocare chissà quale intervento da
parte dei (per fortuna) pacifici e lungimiranti russi.
Questa serie di provocazioni messe in atto per screditare
(senza peraltro riuscirci) il sistema di comando russo sono al limite del ridicolo:
spie e gas nervini, rivoluzioni arancioni prezzolate, false flag, improbabili e
volgarissime opposizioni interne, guerre per confini inesistenti. Dove ci
vogliono portare i vertici di quei recinti artificiali in cui tentiamo di
condurre le nostre esistenze? Spero davvero che i nostri militari abbiano a cuore la
vita e la pace e sappiano dire no a chi non rappresenta ormai quasi più
nessuno.
E' altamente improbabile che i militari italioti sappiano e possano fare la differenza.
RispondiEliminaSu quali basi poi, noi siamo affini al popolo russo, questo mi interessa davvero.
Ipoteticamente parlando, solo in un'occasione potremmo riuscirci. Diventando di colpo nazionalisti come lo sono loro. Cosa facile a dirsi ma non a farsi.
Siamo affini a livello coscienziale. Popoli martoriati da secoli dalle loro classi dirigenti ma capaci di grandi visioni poetiche e grandi imprese scientifiche e dalla grande ed antica storia. Sicuramente siamo più affini ai russi che agli americani (statunitensi) nonostante decenni di propaganda inversa.
EliminaSì, ciao! Il penultimo a Palazzo Chigi ha parificato gli stipendi degli alti Ufficiali a quelli dei Dirigenti di Stato.
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