Un
TIR turco di 12 metri entra indisturbato nel cuore della cosiddetta ‘green zone’
a Roma, quella porzione del centro ‘blindata’ dalle forze dell’ordine per
prevenire eventuali atti di terrorismo . Ciò avviene nei giorni di Pasqua in
cui è stato dato massimo risalto alle operazioni di contrasto del fenomeno e di
grande allerta nazionale. Questa svista non è isolata. Anni orsono in un altro periodo
di intensa emergenza terroristica, una troupe dell’Espresso entrava nei meandri
dell’aeroporto Leonardo da Vinci sempre a Roma, accedendo ai depositi bagagli
ed ai quadri di comando elettrici, indisturbata. Questi eventi dovrebbero far
riflettere sulla reale consistenza e genesi del cosiddetto terrorismo di
matrice fondamentalista, invero inesistente. Non si tratta di negligenze: se la
minaccia fosse stata reale, il TIR non sarebbe dovuto arrivare dov’è invece giunto,
il giornalista e l’operatore non avrebbero potuto circolare indisturbati per
ore.
La
messinscena terroristica serve a creare dissonanza cognitiva, suggerire l’indispensabilità
del governo centrale, tenere la popolazione in uno stato di calma apparente
insinuando comunque una nota d’ansia, sviare l’attenzione dagli enormi problemi
reali che insistono sul paese. Come fu per il terrorismo politico degli anni
settanta, si utilizza lo spauracchio delle azioni violente ed irrazionali per
consolidare il consenso verso le istituzioni, il vero pericolo per la
popolazione. Chi sono i veri terroristi?
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