Ieri a Roma, abbiamo
assistito all’inaugurazione di un grande ed elegante showroom di una nota marca
internazionale di ceramiche e complementi d’arredo. Gli abbondanti espositori
lasciavano intravvedere i prodotti attraverso la coltre della folla accorsa per il festoso evento.
Ricordando come il settore edile sia in un momento di crisi profonda, questo
evento ha rinnovato nei suoi addetti speranze ed illusioni.
Veniamo al punto.
La maggior parte della produzione contemporanea di ceramiche (gres e derivati)
imita qualcosa. C’è tutto il settore, ormai amplissimo, delle finte pietre
dalla perfetta esecuzione, dei finti marmi davvero indistinguibili dagli
originali e dei finti legnami (anche pregiati e stagionati) anch’essi ormai
indistinguibili dagli originali, aspetto sorprendente se si considera la
differenza abissale nelle proprietà dei diversi materiali.
Praticamente
tutte le texture naturali sono state ‘surrogate’ da un loro omologo
artificiale.
Ad oggi le ‘imitazioni’
di materiali naturali sono così sofisticate da rendere impossibile alla vista
(e sovente anche al tatto) di individuare l’inganno.
I produttori
giustificano la loro politica con l’esaudimento della richiesta del mercato. In
effetti è cosa consueta visitare spazi architettonici lastricati di finto
parquet oppure pseudo marmi o, incredibile a dirsi, finto cemento armato
grezzo. Le caratteristiche positive del gres sono ovviamente trasferite a
questi nuovi materiali cosicché è possibile comperare un rovere antico con la
resistenza di una pietra dura oppure un marmo dalla lucidatura perenne od,
infine, una pietra dalla tonalità voluta, costantemente resa, in fogli dallo spessore
esiguo (pochi millimetri) ed impossibile da ottenere con il materiale naturale.
Anche il metallo (ossidato o meno) è ben riprodotto.
Tutto ciò è un
trend in tutto il mondo ed a tutte le latitudini. Il gres è la nuova argilla
con la quale è possibile plasmare tutti i desideri. La produzione vende, il
progettista compera, il cliente è contento.
Ovviamente tutto
ciò ha un risvolto della medaglia. I materiali naturali possiedono
caratteristiche uniche e donano certezze nel loro comportamento nel tempo.
Marmi, pietre e legnami ci giungono dai secoli (se non millenni) precedenti e
noi oggi sappiamo come preservarli per altri secoli a venire. Del gres invece
ne sappiamo poco perché, così come prodotto oggi, è un materiale relativamente
giovane.
Non è questo il
punto però. C’è un altro elemento da considerare.
La Poetica del
Surrogato rischia di compromettere il rapporto esistente tra di noi ed il
nostro ambiente. Qualcuno dirà che tale rapporto è ormai già compromesso. Ciò è
parzialmente vero. Se la produzione però immettesse sul mercato oggetti più affini
alle antiche pratiche, magari dotandoli di prestazioni superiori, il rapporto
con l’ambiente potrebbe raffinarsi invece che spengersi del tutto.
I surrogati poi
vengono introdotti anche nell’alimentazione. Il perniciosissimo aspartame è
nato appunto come surrogato dello zucchero come la margarina del burro.
Esistono numerosi alimenti di origine artificiale che nascono come surrogati di
alimenti naturali senza possederne le qualità primarie ma soltanto
riproducendone gli effetti gustativi sull’essere umano. Tale pratica la trovo
personalmente immonda.
E’ un inganno
bello e buono, perpetrato con la scusa di fornire un prodotto più sano o meno
nocivo dell’originale. La realtà è che il surrogato alimentare è senz’altro più
nocivo del naturale ed inoltre introduce la sofisticazione alimentare e spezza
il profondissimo e delicatissimo rapporto esistente tra i sensi umani ed il
cibo.
Le televisioni offrono
ormai un surrogato di realtà, non solo tramite le telenovelas indefinite oppure
i vari reality show ma anche soprattutto grazie alla finzione giornalistica
ormai sostituitasi alla realtà. Tra poco non sarà più necessario creare l’evento ‘false
flag’ oppure progettato ed eseguito ma basterà offrire al pubblico un suo
surrogato tridimensionale. Cosa già avvenuta almeno dal 2001 ad oggi, numerose
volte.
L’insidia è
sottile ma potente. Passare da un mondo reale ad un mondo surrogato potrebbe
chiudere definitivamente le possibilità difensive dei nostri apparati
sensoriali, fisici ed eterici. L’inganno proposto come elemento di routine
prenderà (o ha già preso?) il posto del reale. Celebre infine è l’inganno della
cartamoneta proposta come elemento di valore trattandosi invece di carta
sporca, surrogato dell’oro.
Conclusioni
La sostituzione,
a mio parere, è ormai avvenuta. In tutti gli aspetti del vivere la realtà è
stata surrogata da elementi od apparati che ne riproducono per ora gli aspetti
superficiali, rendendo un costrutto decisamente surreale che della realtà ha
però le fattezze esteriori. L’inganno sotteso è oggi così perfezionato che
quasi tutti incorrono nell’errore. La finzione è realtà ed anzi è una realtà
perfezionata, mirabile, apprezzabile. La corsa perenne dell’umanità verso un
mondo oppiaceo continua. La necessità di apparire anziché essere preme alle
porte del narcisismo e dell’autoinganno.
Inutile è opporsi
all’inganno. Ormai è talmente pervasivo da farci ritenere che l’inganno sia l’elemento
reale mentre il reale sfuma in una dimensione lontana dai nostri sensi. Il pericolo
è enorme. Affidare se stessi alle lusinghe dei pochi grandissimi industriali
rimasti, potrebbe significare la nostra resa al nuovo ordine mondiale che è
solo un surrogato delle tante dittature che da sempre governano il gregge umano
cambiando solo texture. Anche gli esseri umani sono surrogabili? Certamente,
basti considerare gli uteri di plastica già produttivi oppure le tecniche
diaboliche di inseminazione artificiale in atto. Gli OGM infine sono la prova
ulteriore di questa pressione ferale verso il surrogato. Vi lascio … il mio surrogato di
caffè è pronto!
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