06/03/15

La Poetica del Surrogato


 
Ieri a Roma, abbiamo assistito all’inaugurazione di un grande ed elegante showroom di una nota marca internazionale di ceramiche e complementi d’arredo. Gli abbondanti espositori lasciavano intravvedere i prodotti attraverso la coltre della folla accorsa per il festoso evento. Ricordando come il settore edile sia in un momento di crisi profonda, questo evento ha rinnovato nei suoi addetti speranze ed illusioni.
Veniamo al punto. La maggior parte della produzione contemporanea di ceramiche (gres e derivati) imita qualcosa. C’è tutto il settore, ormai amplissimo, delle finte pietre dalla perfetta esecuzione, dei finti marmi davvero indistinguibili dagli originali e dei finti legnami (anche pregiati e stagionati) anch’essi ormai indistinguibili dagli originali, aspetto sorprendente se si considera la differenza abissale nelle proprietà dei diversi materiali.
Praticamente tutte le texture naturali sono state ‘surrogate’ da un loro omologo artificiale.
Ad oggi le ‘imitazioni’ di materiali naturali sono così sofisticate da rendere impossibile alla vista (e sovente anche al tatto) di individuare l’inganno.
I produttori giustificano la loro politica con l’esaudimento della richiesta del mercato. In effetti è cosa consueta visitare spazi architettonici lastricati di finto parquet oppure pseudo marmi o, incredibile a dirsi, finto cemento armato grezzo. Le caratteristiche positive del gres sono ovviamente trasferite a questi nuovi materiali cosicché è possibile comperare un rovere antico con la resistenza di una pietra dura oppure un marmo dalla lucidatura perenne od, infine, una pietra dalla tonalità voluta, costantemente resa, in fogli dallo spessore esiguo (pochi millimetri) ed impossibile da ottenere con il materiale naturale. Anche il metallo (ossidato o meno) è ben riprodotto.
Tutto ciò è un trend in tutto il mondo ed a tutte le latitudini. Il gres è la nuova argilla con la quale è possibile plasmare tutti i desideri. La produzione vende, il progettista compera, il cliente è contento.
Ovviamente tutto ciò ha un risvolto della medaglia. I materiali naturali possiedono caratteristiche uniche e donano certezze nel loro comportamento nel tempo. Marmi, pietre e legnami ci giungono dai secoli (se non millenni) precedenti e noi oggi sappiamo come preservarli per altri secoli a venire. Del gres invece ne sappiamo poco perché, così come prodotto oggi, è un materiale relativamente giovane.
Non è questo il punto però. C’è un altro elemento da considerare.
La Poetica del Surrogato rischia di compromettere il rapporto esistente tra di noi ed il nostro ambiente. Qualcuno dirà che tale rapporto è ormai già compromesso. Ciò è parzialmente vero. Se la produzione però immettesse sul mercato oggetti più affini alle antiche pratiche, magari dotandoli di prestazioni superiori, il rapporto con l’ambiente potrebbe raffinarsi invece che spengersi del tutto.
I surrogati poi vengono introdotti anche nell’alimentazione. Il perniciosissimo aspartame è nato appunto come surrogato dello zucchero come la margarina del burro. Esistono numerosi alimenti di origine artificiale che nascono come surrogati di alimenti naturali senza possederne le qualità primarie ma soltanto riproducendone gli effetti gustativi sull’essere umano. Tale pratica la trovo personalmente immonda.
E’ un inganno bello e buono, perpetrato con la scusa di fornire un prodotto più sano o meno nocivo dell’originale. La realtà è che il surrogato alimentare è senz’altro più nocivo del naturale ed inoltre introduce la sofisticazione alimentare e spezza il profondissimo e delicatissimo rapporto esistente tra i sensi umani ed il cibo.
Le televisioni offrono ormai un surrogato di realtà, non solo tramite le telenovelas indefinite oppure i vari reality show ma anche soprattutto grazie alla finzione giornalistica ormai sostituitasi alla realtà. Tra poco non sarà più necessario creare l’evento ‘false flag’ oppure progettato ed eseguito ma basterà offrire al pubblico un suo surrogato tridimensionale. Cosa già avvenuta almeno dal 2001 ad oggi, numerose volte.
L’insidia è sottile ma potente. Passare da un mondo reale ad un mondo surrogato potrebbe chiudere definitivamente le possibilità difensive dei nostri apparati sensoriali, fisici ed eterici. L’inganno proposto come elemento di routine prenderà (o ha già preso?) il posto del reale. Celebre infine è l’inganno della cartamoneta proposta come elemento di valore trattandosi invece di carta sporca, surrogato dell’oro.
Conclusioni
La sostituzione, a mio parere, è ormai avvenuta. In tutti gli aspetti del vivere la realtà è stata surrogata da elementi od apparati che ne riproducono per ora gli aspetti superficiali, rendendo un costrutto decisamente surreale che della realtà ha però le fattezze esteriori. L’inganno sotteso è oggi così perfezionato che quasi tutti incorrono nell’errore. La finzione è realtà ed anzi è una realtà perfezionata, mirabile, apprezzabile. La corsa perenne dell’umanità verso un mondo oppiaceo continua. La necessità di apparire anziché essere preme alle porte del narcisismo e dell’autoinganno.
Inutile è opporsi all’inganno. Ormai è talmente pervasivo da farci ritenere che l’inganno sia l’elemento reale mentre il reale sfuma in una dimensione lontana dai nostri sensi. Il pericolo è enorme. Affidare se stessi alle lusinghe dei pochi grandissimi industriali rimasti, potrebbe significare la nostra resa al nuovo ordine mondiale che è solo un surrogato delle tante dittature che da sempre governano il gregge umano cambiando solo texture. Anche gli esseri umani sono surrogabili? Certamente, basti considerare gli uteri di plastica già produttivi oppure le tecniche diaboliche di inseminazione artificiale in atto. Gli OGM infine sono la prova ulteriore di questa pressione ferale verso il surrogato. Vi lascio … il mio surrogato di caffè è pronto!
 

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