03/03/15

Nuestra Vida es Teatro?


Nuestra Vida es Teatro?

L’INDIVIDUO (o forse dovremmo definirlo DIVIDUO osservando come siamo ridotti) recita una parte nei confronti della società in cui vive e nei confronti di se stesso.
Già la psicanalisi europea di fine ‘800 si era accorta di questa sorprendente anomalia ma il contenuto potenzialmente rivoluzionario di questa forma organizzata di ricerca interiore è stato poi assorbito e snaturato dalla psichiatria e dalla sociologia.
Ancora prima molti pensatori si erano accorti della artificiosità del costrutto sociale ed addirittura di quello ‘naturale’ in cui l’uomo è costretto a condurre la propria esistenza. Gli anonimi autori gnostici rivendicavano come unica forma possibile per la ‘fuga dal realelo studio, l’osservazione ed uno stile di vita sobrio e distaccato. Molti insegnamenti di grandi saggi in tutte le latitudini e tempi, conducono ad entrare in una dimensione separata dal caos quotidiano per poter avviare un percorso introspettivo alla ricerca di se stessi.
Molte pratiche spirituali che si avvalgono di esercizi corporei, non fanno altro che indurre un’alterazione nel bioritmo imposto, in modo da permettere lo sganciamento dalla ‘finzione’ e l’accesso al lato unico ed indivisibile dell’essere umano.
La presenza di ‘anima’ è l’elemento da tenere occulto nei secoli?
La pantomima che alcuni si ostinano a definire ‘realtà’ ha invaso non solo la nostra quotidianità ma si è infiltrata da secoli ed in modo permanente dentro ognuno di noi. Ogni qual volta una ‘notizia’ diffusa dai media di regime prende il possesso di una nostra parte del cervello, essa ci conduce ad agire, pensare ed interagire come non vorremmo: produce l’effetto di un parassita in grado di alterare il comportamento dell’organismo ospite.
Viviamo parti assegnate in luoghi artefatti. Conduciamo esistenze progettate appositamente per escludere il nostro ravvedimento. Tutto è congegnato in modo da tenere la mente dell’uomo lontana dal vero e dal bello. La presenza di immani capacità immaginifiche e creative all’interno di ognuno di noi è tenuta nascosta con ogni mezzo, materiale ed eterico.
La cosiddetta ‘Matrix’ non è un costrutto artificiale olografico intorno di noi: è dentro di noi.
Il controllo mentale di massa ha origini antichissime ma metodologie identiche. Poche infatti sono le modalità con cui si esprime e pochi i meccanismi che sfrutta per imporre la finzione al posto della realtà.
Purtroppo, per raggiungere tale consapevolezza è necessario uno sforzo notevole. Togliersi di dosso la montagna di ciarpame inutile che ci è stata versata sopra è un’impresa per molti quasi impossibile. A nulla poi valgono le parole accorte di chi si è reso conto del ‘misfatto’ dell’artificio se non esiste ancora un substrato adatto ad accogliere nuove possibilità di svelatrici di vecchie realtà all’interno di ognuno di noi.
Il teatro che ci viene propinato come surrogato di realtà è ormai così omnicomprensivo che riesce a celare quasi ogni forma di consistenza dietro il suo velo illusorio e seducente dell’artificio realistico.
L’occhio di Horus è il sigillo di tale programmazione? L’occhio onniveggente è in realtà un proiettore olografico di finzione realistica? I quattro elementi sono appannaggio delle elite programmatrici?
 
 
Nell’oscena Piramidona di Astana (probabile anagramma di Satana) la parte dedicata al pubblico è un grande teatro. Al di sopra di esso c’è la stanza delle religioni unite ed ancora sopra, l’occhio onniveggente illuminato dal sole della verità. E’ stato espresso in simboli architettonici il ruolo delle elite e l’inganno in cui viviamo?
 

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