Nuestra Vida es
Teatro?
L’INDIVIDUO (o
forse dovremmo definirlo DIVIDUO osservando come siamo ridotti) recita una
parte nei confronti della società in cui vive e nei confronti di se stesso.
Già la
psicanalisi europea di fine ‘800 si era accorta di questa sorprendente anomalia
ma il contenuto potenzialmente rivoluzionario di questa forma organizzata di
ricerca interiore è stato poi assorbito e snaturato dalla psichiatria e dalla
sociologia.
Ancora prima
molti pensatori si erano accorti della artificiosità del costrutto sociale ed
addirittura di quello ‘naturale’ in cui l’uomo è costretto a condurre la propria
esistenza. Gli anonimi autori gnostici rivendicavano come unica forma possibile
per la ‘fuga dal reale’ lo studio, l’osservazione ed uno stile di vita sobrio e
distaccato. Molti insegnamenti di grandi saggi in tutte le latitudini e tempi,
conducono ad entrare in una dimensione separata dal caos quotidiano per poter avviare
un percorso introspettivo alla ricerca di se stessi.
Molte pratiche
spirituali che si avvalgono di esercizi corporei, non fanno altro che indurre
un’alterazione nel bioritmo imposto, in modo da permettere lo sganciamento
dalla ‘finzione’ e l’accesso al lato unico ed indivisibile dell’essere umano.
La presenza di ‘anima’
è l’elemento da tenere occulto nei secoli?
La pantomima che
alcuni si ostinano a definire ‘realtà’ ha invaso non solo la nostra
quotidianità ma si è infiltrata da secoli ed in modo permanente dentro ognuno di noi.
Ogni qual volta una ‘notizia’ diffusa dai media di regime prende il possesso di
una nostra parte del cervello, essa ci conduce ad agire, pensare ed interagire
come non vorremmo: produce l’effetto di un parassita in grado di alterare il
comportamento dell’organismo ospite.
Viviamo parti
assegnate in luoghi artefatti. Conduciamo esistenze progettate appositamente
per escludere il nostro ravvedimento. Tutto è congegnato in modo da tenere la
mente dell’uomo lontana dal vero e dal bello. La presenza di immani capacità
immaginifiche e creative all’interno di ognuno di noi è tenuta nascosta con
ogni mezzo, materiale ed eterico.
La cosiddetta ‘Matrix’
non è un costrutto artificiale olografico intorno di noi: è dentro di noi.
Il controllo
mentale di massa ha origini antichissime ma metodologie identiche. Poche
infatti sono le modalità con cui si esprime e pochi i meccanismi che sfrutta
per imporre la finzione al posto della realtà.
Purtroppo, per
raggiungere tale consapevolezza è necessario uno sforzo notevole. Togliersi di
dosso la montagna di ciarpame inutile che ci è stata versata sopra è un’impresa
per molti quasi impossibile. A nulla poi valgono le parole accorte di chi si è
reso conto del ‘misfatto’ dell’artificio se non esiste ancora un substrato
adatto ad accogliere nuove possibilità di svelatrici di vecchie realtà all’interno
di ognuno di noi.
Il teatro che ci
viene propinato come surrogato di realtà è ormai così omnicomprensivo che riesce
a celare quasi ogni forma di consistenza dietro il suo velo illusorio e
seducente dell’artificio realistico.
L’occhio di Horus
è il sigillo di tale programmazione? L’occhio onniveggente è in realtà un
proiettore olografico di finzione realistica? I quattro elementi sono
appannaggio delle elite programmatrici?
Nell’oscena
Piramidona di Astana (probabile anagramma di Satana) la parte dedicata al
pubblico è un grande teatro. Al di sopra di esso c’è la stanza delle religioni
unite ed ancora sopra, l’occhio onniveggente illuminato dal sole della verità.
E’ stato espresso in simboli architettonici il ruolo delle elite e l’inganno in
cui viviamo?
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