Rinunciare consapevolmente ad un
diritto acquisito, come quello al voto, è un fatto grave.
Non recarsi alle urne per
esercitare il diritto al voto significa rinunciare alle conquiste di una battaglia
esaltante e recente, quella della democrazia diretta, della civiltà
contemporanea, delle lotte sociali ed egualitarie. E’ proprio così?
Possiamo dapprima osservare l’erosione
dei diritti acquisiti, giorno dopo giorno. Ad accresciute e discutibili libertà
etiche, perdiamo, a colpi di trattati, quelle fondamentali. La scusa per questa
erosione civile è la crisi finanziaria, oppure i cambi climatici od ancora la
pure sempre valida ed ormai famigerata sicurezza.
Resta il fatto che la bolla papale di Bonifacio VIII ‘Unam Sanctam’ (quella che definisce il genere umano discendente da Noè e quindi senza diritti perché composta da ‘dispersi in mare’) sia ancora valida, assieme ai suoi nefasti corollari di diritto mercantile.
Resta il fatto che la bolla papale di Bonifacio VIII ‘Unam Sanctam’ (quella che definisce il genere umano discendente da Noè e quindi senza diritti perché composta da ‘dispersi in mare’) sia ancora valida, assieme ai suoi nefasti corollari di diritto mercantile.
La verità quindi è che siamo profughi
senza diritti. Siamo oggetto di manipolazioni sinistre. Siamo entità
sconosciute a noi stessi in mano a qualcuno che ci detta doveri e ci regala scampoli
di diritti, vieppiù inutili.
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