La manipolazione
dei dati climatici continua. I centri scientifici che elaborano le rilevazioni
dei centri metereologici e dei satelliti - interpretando gli andamenti delle
temperature, delle precipitazioni e dell’estensione dei ghiacci marini
dell’Artico - si adoperano in previsioni a volte assai discutibili oppure,
peggio, frutto di palese propaganda.
Sull’estensione
dei ghiacci artici, in particolare, si gioca una partita centrale nella
propaganda a favore o contro la consistenza dei cosiddetti ‘cambi climatici’,
definizione che ha preso da pochi anni il posto dell’oramai scomoda (perché
inesistente) ‘riscaldamento globale’.
L’estensione del
ghiaccio al polo nord segue da sempre un andamento sinusoidale e ciclico
nell’arco dell’anno solare, nonché periodico secondo le fasi solari ad
intervalli poco più che decennali. Nulla di preoccupante quindi se il ghiaccio
nei mesi estivi si assottiglia. Negli ultimi anni si sono riscontrati
addirittura dei record di estensione invernale del ghiaccio, alla faccia del
riscaldamento globale e del suo falso profeta Al Gore. Altra facezia colossale
sono state ad esempio le previsioni sull’innalzamento del livello dei mari, puntualmente
sconfessate dai fatti.
Sappiamo ormai bene
infatti come il clima planetario sia sotto controllo grazie alle ben note
operazioni di geoingegneria clandestina e dei suoi strumenti nefasti, dalle
scie chimiche ai sistemi di emissione di radioonde e microonde, terrestri e
satellitari. Sappiamo anche come vengono deviate le correnti a getto
dell’emisfero boreale, creando zone di siccità (Costa Ovest degli Stati Uniti e
Spagna) e zone invece teatri di alluvioni rovinose (Europa continentale e Est
degli Stati Uniti).
Sotto controllo è
anche la propaganda accademica sulle previsioni climatiche. Quale sia il vero
andamento del clima è pertanto ufficialmente un’incognita. Possiamo solo
osservarne la sua perturbazione artificiale. Uno stralcio di un articolo
dell’ADN Kronos rende bene l’idea del dibattito accademico sul clima e sui
contrasti tra gli ‘esperti’ in materia:
“L'allarme arriva
dall'Inghilterra e stavolta sembra che lo scenario sia davvero
catastrofico: il ghiaccio del Polo Nord potrebbe sparire entro l'anno, per
la prima volta in oltre 100mila anni. (…) il professore Peter Wadhams,
capo del dipartimento Polar Ocean Physics Grup all'Università di Cambridge, è
tornato a ribadire come quanto aveva predetto quattro anni fa fosse esatto. (…)
Il ghiaccio dell'Artico può svanire, riducendosi a un'area di meno di un
milione di chilometri quadrati. Questo potrebbe accadere già a settembre di
quest'anno. Anche se il ghiaccio non dovesse sparire completamente, è probabile
che quest'anno si stabilirà un altro record. (…) Altri scienziati, come il professor Peter Gleick sembrano
però più scettici, affermando di "non avere idea" se le previsioni di
Wadhams siano corrette o meno. Secondo Gleick, bisogna essere cauti perché, nel
caso in cui le affermazioni del collega dovessero risultare inesatte "si
creerebbe scetticismo nei confronti dell'intera comunità scientifica".
Secondo altri, invece, come Jennifer Francis, professoressa della Rutgers
University negli Usa lo scenario catastrofico immaginato dallo scienziato
di Cambridge potrebbe essere realistico ma non si verificherà prima del
2030-2050".
Qual è il vero
andamento del clima? Forse dovremmo rivolgere la domanda a chi lo controlla da
decenni, non trovate?
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