29/01/18

Dubai: inferno o paradiso


Nonostante gli spasmodici allarmi del regime mediatico circa un prossimo e devastante ‘riscaldamento globale’, con conseguente innalzamento dei livelli dei mari e delle temperature, i più grandi investimenti immobiliari nel pianeta sono stati realizzati a livello del mare ed in zone già oggi caratterizzate da un clima inospitale e torrido. Evidentemente gli emiri sono più documentati dei media di regime. 


Sono sorte mirabolanti città dal nulla, caratterizzate dal lusso smodato e da un regime assai poco libertario. Lungi dal rappresentare un paradiso in terra, sono invece sovente un carcere dorato, senza identità né anima. Dubai rappresenta, a mio parere, un modello per le città del futuro: luoghi artificiali ed ipercontrollati ove tutto (ed al contempo nulla) è permesso, in cui è possibile spendere e spandere ma non meditare od osservare. Luoghi edonistici della carne e non certo dello spirito o della conoscenza. 

Della sua esperienza lavorativa a Dubai, ce ne parla questo giovane italiano in questo video sincero, diretto e molto interessante. Buona visione:


5 commenti:

  1. Le nuove Sodoma e Gomorra.
    Probabilmente, stavolta verranno spazzate via dall'acqua.

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    1. Luoghi algidi, divisi in ferree classi sociali. Luogo ideale di villeggiatura per un globalista satanista menefreghista.

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  2. Una marea di bamalitá e motivazioni inutili e solo sue...se chiedi a mille persone che lavorano lí ti diranno che vivono in paradiso.

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  3. Tu rael, sei una di quelle mille persone? Se non lo sei per favore lascia stare il criticismo gratuito.

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  4. Ancor siamo in democrazia posso avere un'opinione diversa dalla tua.

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