C'è stato un periodo insolitamente caldo nel pianeta, a partire dall'anno mille sino alla metà del 1200? Pare proprio di si. La nota dolente è che si è tentato con tutti i mezzi di tenere questa verità il più possibile nascosta per drammatizzare l'attuale versione ufficiale del riscaldamento globale di origine antropica, invero inesistente.
Questo periodo caldo ha mostrato temperature ben più elevate di quelle attuali. Stiamo parlando di un perido in cui l'attività antropica era insignificante in un contesto climatico globale. Da ciò si desume che la biosfera ha subito grandi cambiamenti climatici in sequenza che non hanno nulla a che vedere con le attività umane ma che seguono gli andamenti della nostra stella di riferimento: il sole.
E' possibile inoltre dedurre che quella della CO2, indicata come gas serra, è una bufala clamorosa, utilizzabile solo come strumento politico dissuasivo per le nascenti economie. Ogni scienziato coscienzioso è in grado di diffondere la verità. Per fortuna sono ormai in tanti e la clamorosa bufala del riscaldamento globale si sta sgretolando sotto gli occhi di tutti quelli in malafede.
tratto da attivitàsolare: All’incirca il caldo iniziò nell’VII –
IX Secolo, per protarsi fino ai primi anni del 1200, tuttavia il
periodo con le temperature più elevate è quello attorno all’anno 1000 e
successivi, quando le notizie di inverni rigidi praticamente scompaiono
dal panorama italiano ed europeo. Fu un cambiamento climatico di grossa
portata, con importanti conseguenze economiche, ma fu anche un periodo
di grande benessere per molte popolazioni. E’ comunque difficile racchiudere in
poche righe un evento, quello del Caldo Medievale, che si è verificato
in più fasi, con alterne vicende differenti da zona a zona, ma
caratterizzato comunque da un aumento medio delle temperature che sono
giunte a livelli decisamente più elevati di quelli odierni.
Allora, dopo un periodo di freddo culminante nei Secoli V e VI, il clima si mitiga notevolmente sul nostro Continente. L’aumento delle temperature, se da una
parte provoca numerosissimi episodi di grande caldo e di siccità, che
misero in difficoltà le popolazioni delle pianure mediterranee,
dall’altra portò ad una momento di grande sviluppo e prosperità delle
zone marginali per la nostra agricoltura, in particolare delle zone
Alpine, che registrarono un aumento della popolazione e la nascita di
nuovi villaggi anche a quote elevate. Inoltre, la presenza di un livello
delle nevi permanenti molto più elevato di adesso, con la scomparsa di
ghiacciai e di nevai, permise, durante questo periodo di “Optimum”
medievale, (durato all’incirca tra l’800 ed il 1200 dopo Cristo), la
creazione di nuove strade e di nuovi passi in alta montagna, e quindi
maggiori possibilità di comunicazione tra le popolazioni delle vallate
alpine, italiane ed estere, nonché la possibilità di coltivare cereali
fino a quote relativamente elevate.
Un’altra popolazione situata ai
margini climatici, ma che trasse dall’optimum medievale nuova linfa per
il suo sviluppo, fu quella della Scandinavia, che conobbe il culmine
della propria civiltà e prosperità proprio in quel periodo. I Vichinghi, eccellenti navigatori,
sulla spinta della ricerca di nuovi banchi di merluzzo, e grazie anche
alla ridottissima presenza di Icebergs, praticamente scomparsi
dall’Oceano Artico, ed al ridotto numero delle tempeste invernali,
colonizzarono dapprima l’Islanda, nell’874 DC, poi successivamente la
Groenlandia. Qui si inserisce la storia di Eric il
Rosso, avventuriero, rissoso, spaccone ed anche assassino, ma anche
coraggioso esploratore. Condannato per l’assassinio del padre,
dovette riparare in Islanda, ma qui, nuovamente condannato all’esilio,
fuggì da essa alla ricerca di una terra leggendaria che era stata
avvistata cento anni prima da un navigatore, chiamato Gunnbjorn,
trascinato da una tempesta. Riuscì a trovare questa terra, che immediatamente battezzò “Green – Land”, Terra Verde, in quanto ricca di pascoli e di foreste.
Tornato in Islanda, 4 anni dopo vi
partì con una flotta di venticinque navi cariche di viveri, bestiame,
cavalli, capre, montoni, e circa 700 persone. Non tutte giunsero a destinazione a
causa di una tempesta, ma il numero fu sufficiente per formare la prima
colonia vichinga in Groenlandia. Favoriti da un clima molto clemente
(si stima che le temperature fossero di almeno 4°C superiori al livello
attuale), la colonia groenlandese prosperò a tal punto da raggiungere i
tremila abitanti e circa 190 fattorie. Qui si coltivavano cereali, che
giungevano a maturazione in Estate, e le costruzioni, ed il materiale da
riscaldamento, era costituito dal legname delle foreste, a
testimonianza di un clima molto più caldo dell’attuale.
Era l’inizio di un’attività solare molto più elevata di adesso, che segnò anche l’inizio del periodo di grande caldo. Durante questo periodo si susseguirono anche numerose le siccità, dovute all’aumentata presenza dell’Anticiclone Africano. La presenza di numerose siccità
accompagnate da invasioni di cavallette africane (nell’873 risalirono
dalla Spagna fino alla Germania, nel 1195 raggiunsero Austria ed
Ungheria, ma a volte si spinsero addirittura fino ai Paesi Scandinavi),
determinarono diverse carestie medievali nei paesi mediterranei. In Italia ulteriori problemi furono
causati dall’innalzamento del livello del mare, con l’impaludamento di
numerosi tratti costieri, ed il proliferare conseguente della malaria
nelle zone di pianura.
In Francia prosperarono le
coltivazioni di cereali, grazie al clima più caldo e secco (sulla fascia
settentrionale francese sono infatti le Estati umide a provocare
problemi nella coltura cerealicola ), mentre si estesero le foreste di
querce, adatte ad un clima secco e caldo, che sono foreste rade, in
grado di permettere l’allevamento del bestiame allo stato brado , ed il
nutrimento con ghiande. In Inghilterra prosperò addirittura la
coltura della vite, con produzione abbondante di vino sulla parte
meridionale e fino al 53° parallelo. Per la coltura della vite, occorre che
la temperatura media dei tre mesi estivi sia di almeno +18,5°C, mentre
attualmente a Londra è di almeno due gradi inferiore. Un’Estate come quella del 2003 era quindi la norma, durante il periodo medievale, forse addirittura ancora più calda.
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