fragmenta - E’
un gesto inevitabile che tutti adottiamo nell’arco della giornata, ma osservare
le persone curve su quelle tavolette fluorescenti che sono i tablet mi rinnova
sempre una sensazione di leggero disagio, che si acuisce quand’è usato per
giocarci. Particolarmente nei videogiochi l’attenzione è miserevolmente
sacrificata al nulla più estremo, le mani sembrano afflitte da un’eccentrica
minorazione, la postura è ingobbita senza guadagno d’arricchimento interiore;
questa è davvero una perfetta forma di lobotomia volontaria a prescindere dal
tempo che ci si perde sopra.
Il
cosiddetto “progresso” è uno sfuggente campo di alacre sterminio i cui confini
sono estesi alla stessa circonferenza del globo. La parola “crescita” è il mantra che agglutina le masse umane, scardinandole
da ogni equilibrio sano e corrispondente all’idea stessa di umanità, sulla
quale, in ultima analisi, vediamo trionfare una subdola opera di persuasione
subliminale che annichilisce la psiche.
L’attenzione
della massa è “monocola”, la massa per sua composizione non può essere attenta,
è come una sorta di ciclope elettrochimicamente sedato. L'attenzione dalla
massa modernamente compresa è pari ad un faro spento orientato nel cuore di una
notte propriamente cosmica, (Kali-yuga) dove nel singolo è quasi del tutto
assente la cognizione di cosa sta diventando o chi vorrebbe realmente essere,
avendo delegato ai cosiddetti “specialisti” il delicato compito di “riformare”
l’esistenza.
In
questo dominio della sola tecnica e ragione l’uomo diventa una sorta di insulsa
“appendice nervosa”, virtualmente saldata ad un arido sistema digitalizzato che
lo regola, controlla, normalizza, decifra all’interno di una “nuova
realtà” che, di fatto, è irrimediabilmente contaminata e profondamente spenta
in se stessa: è questa e non altro l’essenza del celebrato “progresso”: un
dissimulato dominio puramente satanico.
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