Il Potere Oltre il Controllo Mentale – Jon Rappoport
(Elogio dell’Immaginazione – traduzione:
freeskies)
“I Pensieri non sono sempre gli stessi. C’è
una statistica casuale in proposito. Esiste una ruminazione interiore ripetitiva
e circolare. C’è il pensiero diretto alla risoluzione di un problema od all’analisi
della situazione. C’è un pensiero che accade quando qualcuno sta creando
qualcosa che non era mai esistito prima. Dire che può essere allegramente inserito
dall’esterno una sorta di controllo mentale capace di sostituire tutti i
livelli di pensiero, senza che una persona sia consapevole di ciò che le sta
accadendo, sembra sciocco.”
La coscienza desidera creare nuova
coscienza, e può farlo. L’immaginazione è il mezzo con il quale farlo. Se
esiste uno stato limite di coscienza, l’immaginazione desidera giocarsi un’altra
carta per andare ancora più avanti.
In ogni arena della vita, specialmente ove
si impegna la mente, la percezione, il potere, l’empatia e così via, esiste
sempre uno status quo. Generalmente è un luogo dove un individuo dice “Bene,
così è sufficiente. Rimango qui con ciò che possiedo. Mi fermo qui.”
Prima o poi questo atteggiamento genera
noia, frustrazione, problemi e conflitti. Ci porta verso il declino.
L’immaginazione, che non conosce limiti, è
la fonte delle esplorazioni più avventurose. Può avere un impatto notevole sul
mondo materiale, certamente, ma nessuno deve pensare che sia composta di
materia od energia. L’immaginazione non è materiale. Pensare altrimenti ci
porta ad utilizzare una qual sorta di fisica per descrivere l’immaginazione e
così si sta imponendo un limite su tutto ciò. Questo è un errore. L’immaginazione
non obbedisce a nessuna legge della fisica.
Se l’imitazione è la più sincera forma
di compiacimento, ci siamo compiaciuti
abbastanza. Non ne abbiamo più bisogno. L’immaginazione crea nuove realtà.
Puoi creare la stessa cosa più volte e
divenire vitale come un tavolo. Se inietti l’immaginazione nel mix qualcosa può
cambiare. Puoi condurre la tua barca dove vuoi che vada.
Il più basso comune denominatore del consenso
implica un’assenza di immaginazione. Tutti sono d’accordo. Tutti sono annoiati.
Tutti sono obbedienti. Alla fine opposta dello spettro, c’è un enorme flusso di
creazione unica ed individuale, e l’abbondanza è naturale come lo è il sole che
albeggia al mattino.
Sedere in una fermata del bus attendendo il
reale è ciò che il reale è. Tutto il resto è immaginazione.
Esistono persone che credono che la vita sia
un museo. Cammini tra le sale, scopri una pittura, vaghi li dentro e ci prendi una
residenza permanente. Ma il museo è senza fine. Se tu fossi il pittore, non
vorresti vivere mai all’interno di una tua tela per sempre. Ricominceresti a
dipingere di nuovo.
L’ossessiva e continuativa ricerca di tutto
ciò con cui siamo d’accordo è una confessione di bancarotta.
Quando re-impariamo a vivere attraverso e
con l’immaginazione, noi entriamo ed inventiamo nuovi spazi e nuove ere. Con l’immaginazione
un individuo può risolvere un problema. Ancora più importante: è possibile
uscire proprio dal problema e renderlo insignificante e vuoto.
L’immaginazione non è un sistema. Può
inventare sistemi, ma non è materiale. E’ una capacità. Non ha bisogno di
imitare la realtà, crea la realtà. Il suo scopo è limitato solo dall’immaginazione
delle persone di quanto lontano può giungere.
La razza umana è ossessionata dalla domanda:
cosa esiste? E’ una semplificazione di comodo della domanda: cosa vuoi creare?
Questa comparazione spiega perché le civiltà declinano.
L’immaginazione è un sentiero. Se cammini a
lungo su questo sentiero trovi le risposte alle domande che non ti eri mai
posto, come effetto collaterale di questa particolare gita. Troverai inoltre un
potere che la maggior parte delle persone si sogna.
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