Uno dei più potenti abbagli della nostra cosiddetta ‘era
moderna’ è il sedicente pensiero scientifico. Ci hanno lasciato credere che,
prima del glorioso avvento di tale estrema forma di codifica della realtà, l’umanità
fosse preda di simbologie stregonesche e credenze innaturali … è vero proprio
il contrario.
Si tratta di un potente ‘programma mentale’ in grado di
modificare profondamente il nostro naturale rapporto tra mondo esterno ed
interno, inficiandone pesantemente le potenzialità comunicative ed interattive.
Se osserviamo il procedere costruttivo del nostro
inconscio, la parte fondante di ogni forma vitale, ci accorgiamo di come sia
legato a modi di procedere apparentemente illogici e privi di razionalità.
Proseguendo però nell’analisi di questa parte essenziale sottesa alle nostre
vite (grazie alla quale differiamo dalle forme minerali), possiamo notare come
utilizzi forme di pensiero ed interazione molto complesse che sfuggono sovente
ai nostri tentativi di interpretazione e gestione che utilizziamo per cercare
di imporre il nostro raziocinio a questa dimensione considerata ‘oscura’.
Il ‘pensiero scientifico’ ha prodotto così una scissione
interiore di inedita potenza.
L’interazione su base simbolica ed archetipica della
nostra interiorità con la realtà si muove con un funzionamento
sorprendentemente strutturato e potente. I principi di non contraddizione ed
identità sono ignorati, così come i principi dell’insiemistica; in questo
ambito prevale un procedimento inedito e parzialmente incomprensibile, almeno
finché lo si guarda con occhi (e paraocchi) costretti dalla cosiddetta logica.
A partire da Galileo, la trasmutazione in formule
matematiche del procedere della natura, è divenuto un paradigma infausto per la
storia del pensiero perché è stato proposto forzosamente come unica forma
pensiero possibile. Tutto il resto veniva confinato in un calderone della
superstizione e della fantasia.
Un grave errore è alla base di questa dicotomia forzata: l’aver
perduto di vista la completezza di uno sguardo complessivo ed al contempo lucido
eppure intimo ed intuitivo. Una comprensione ‘felice’ è stata sostituita con un
suo surrogato gelido ed inconsistente. Per fortuna l’umanità si è lasciata
sedurre solo in parte da tale potente ‘programma mentale’, procedendo
allegramente verso lidi a lei più consoni perché dotati di quella forza
propulsiva che è la creatività.
Un grande segreto è, evidentemente, alla base dei potentati occulti che
governano questo pianeta. Essi sanno bene di come sia fuorviante il ‘pensiero
scientifico’ ed infatti lo utilizzano solo in minima parte per gestire la
complessa realtà del pianeta. E’ soprattutto al nostro interno però che
dobbiamo guardare. Le nostre più elevate pulsioni, muovono le loro fila da fonti
energetiche e potenti, che procedono in modo sorprendentemente festoso ed
apparentemente irrazionale.
Un grande serbatoio a cui attingere energia creativa è purtroppo
precluso alla vista di chi utilizza il solo metro scientifico per procedere
innanzi. La psicoanalisi clinica poi ha impedito e confinato la parte oscura
delle nostre interiorità in ambiti asettici, impedendole di comunicare ciò che
urgeva ed urge, in modo desolante e miope, in nome del buon vivere comune o
della serenità forzata.
Gli immani travagli del fondo irrazionale hanno prodotto
le vette di quel pensiero condiviso che muove le nostre fila e dal quale però
ci auto-escludiamo! Davvero un bizzarro modo di procedere. Riappropriarsi di
una completezza perduta è il fine di ogni avventura cognitiva e, forse, il
segreto più temuto.
Il pensiero "scientifico" normalmente inteso è uno schema, un approccio riduzionista in cui il numero diventa un idolo. Ho visto che Angela senior ha di recente dato alle stampe un nuovo libraccio con ambizioni scientifiche: l'ignoranza, il negazionismo e la disinformazione ex cathedra.
RispondiEliminaCiao
Il 'pensiero scientifico' è utilizzato dalla propaganda come maschera dietro la quale nascondere le peggiori nequizie ... tanto nessuno se ne accorge in questa bolgia agonizzante chiamata Italia. Ciao e grazie Zret
RispondiEliminaSì, per la scienza esiste solo ciò che è misurabile, codificabile. Questa è la matrice del pensiero scientifico. Facendo un esempio banale, prendiamo la 'bontà', o la 'cattiveria'. Qualcuno potrebbe mai misurarle? No di certo, quindi per la scienza non esistono... un mondo molto ridotto. Eppure di ciò che facciamo ogni giorno possiamo misurare solo una parte infinitesimale.. Senza contare che le equazioni funzionano solo in teoria, in pratica ci sono troppe variabili imponderabili. La divisione dello scibile in uno spezzatino di discipline autoreferenzianti, poi, non sta facendo altro che allontanarci sempre più dalla verità: arte, storia, scienza e conoscenza dovrebbero essere considerate un tuttuno. Ma il diabolos divide et impera. Confidiamo nelle variabili più imprevedibili che possano ribilanciare l'equazione a favore dell'uomo? Bellissima la frase "[...] Riappropriarsi di una completezza perduta è il fine di ogni avventura cognitiva e, forse, il segreto più temuto." O la missione più ostacolata, potremmo aggiungere. Eppure questa matrix che vuole solo crescere, crescere, crescere... che non esploda prima o poi?
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