Convince
studiosi ed amatori l’ipotesi di Felice Vinci sull’origine baltica delle
vicende narrate nei poemi omerici. Mitologie nordiche, nomi, caratteristiche e
posizione geografica dei siti baltici concordano in modo sorprendente con l’impostazione
e gli scenari di Iliade ed Odissea, lasciando supporre che un antico schema
narrativo nordico sia stato sovrapposto a tutt’altra disposizione geografica, quella
mediterranea, non permettendo però una sua compiuta adesione.
Altri
elementi a favore dell’ipotesi di Vinci sono le caratteristiche somatiche degli
eroi omerici, molto più plausibili se ricondotte alle genti baltiche, e le frequenti
inquadrature climatiche omeriche, anch’esse riconducibili a climi freddi e brumosi,
a mari scuri e minacciosi, a coste impervie e severe, ben lontane dalle dolci fattezze
moderate del mediterraneo.
Esaurienti
infine nel libro ‘Omero nel Baltico’ le note paleoclimatiche e geografiche,
minuziose ed accurate, e le attente analisi del testo omerico che permettono di
accettare con serenità le ipotesi di ricerca di Vinci, prossime all’apertura
mentale indispensabile per un vero ricercatore ed assai distanti dalla
sclerotizzazione accademica.
La
lezione di Vinci, il suo metodo d’indagine, è inoltre da considerare sempre efficace
in ogni settore della libera ricerca. Conoscere dovrebbe rimanere un processo
libero e creativo. Non esiste nessuna verità assodata ma una serie di infinite
puntellature di un sistema di controllo del pensiero che viene definito dai
regimi attuali, ed impropriamente, cultura.
Il
sistema di controllo fonda la sua base pretestuosa sulle conquiste accademiche
di un secolo precedente, impedendo quella elasticità non solo indispensabile
per la libera ricerca ma fonte di gioia e spensieratezza, le nemiche numero uno
dell’umore medio del tristo accademico.
Ai
ricercatori che si interrogano sulla forma della Terra, sulla presunta
evoluzione delle specie e su tanti altri dogmi accademici, un buon impulso per
proseguire in un lavoro sereno, gioioso e foriero di risultati inaspettati. Il
pensiero è fluidità ed inventiva, relegarlo in contesti corazzati dall’approvazione
di regime non fa che spengerne le potenzialità, impedendone uno sviluppo incognito
ed inaspettato.
Comprai il libro di Felice Vinci qualche mese fa ma devo dire che per quanto sia affascinante non e' per niente una lettura facile.
RispondiEliminaIo lo trovo invece di facile lettura. L'insieme è semmai complesso ma il testo è scorrevole ed adatto a tutti i lettori.
EliminaIpotesi quanto mai plausibile, accolta e rilanciata pure dalla grecista Calzecchi Onesti.
RispondiEliminaChe la questione omerica si stia rischiarando? E' stato un rompicapo per millenni.
EliminaDirei di sì, anche se molti nessi risultano ancora oscuri: donde provenivano gli Indoeuropei? Di che stirpe erano? Quale fu il rapporto con i Sumeri? Etc.
RispondiEliminaCiao
E se l'indeuropeo non fosse mai esistito? Mi permetto di segnalarvi il mio libro da comodino: 'La Favola dell'Indeuropeo' del grande Giovanni Semerano (ed. Bruno Mondadori). Ciao
EliminaAhi,ahi, ahi, con gli Indoeuropei si toccano dei nervi scoperti sensibilissimi, esempio questo breve video “Aryans and the Origin of Indo-European Languages” https://www.youtube.com/watch?v=vsZToOTYx4k come tanti altri è censurato su YouTube, d’accordo con Thor si vede, ma i soliti noti sono lì solerti davanti al cancello a far la guardia e son potenti e spregiudicati.
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