ilfattoquotidiano
- In Italia le temperature crollano sotto lo zero alla fine di un anno
caldissimo e segnato dalla siccità. Dal Canada arriva il filmato dell’orso
polare magrissimo e in fin di vita, alla vana ricerca di cibo (probabilmente invece colpito da atrofia muscolare - ndr), mentre il riscaldamento
globale scioglie i ghiacci del suo habitat. Sono le immagini che in queste
ultime settimane dell’anno hanno invaso i social network (la sentina dell'umanità - ndr): diversissime, eppure facce
della stessa medaglia. Cartoline da un pianeta messo costantemente alla prova
dai cambiamenti climatici e incapace di far fronte a sconvolgimenti così
profondi, che sempre più spesso mettono a rischio la stessa vita dei suoi
abitanti.
Siamo
ormai assuefatti a considerare i ‘cambiamenti climatici’ (lemma ora utilizzato dalla
propaganda di regime al posto dell’obsoleto – perché inesistente - ‘riscaldamento
globale’) come il frutto amaro della scelleratezza e dalla bramosia umana,
noncurante del delicato funzionamento della Natura. Ebbene, tale teoria è
errata e fuorviante. Per decenni la propaganda di regime ha postulato l’esistenza
del riscaldamento globale di origine antropica, rivelatosi una colossale
menzogna, così come è menzogna il fatto che sia la CO2 la causa di tale fenomeno.
Questa esposizione dei fatti è stata smantellata dai dati climatici che
presentano invece una sostanziale stabilità delle temperature globali medie in
tutto il pianeta, negli ultimi venti anni.
Dal
riscaldamento globale (bello slogan comunque, no?) si è passati allora al più duttile e
sfuggente ‘cambi climatici’. Di cambiamenti drastici invece, il clima negli ultimi decenni ne ha
visti parecchi. Il problema qui è che si osserva l’effetto senza individuarne
la causa. Parlare di cambi climatici senza considerare l’impatto massiccio
degli apparati preposti al controllo climatico su scala planetaria è come non
notare il proverbiale elefante in una stanza.
Occorrerebbe infine ricordare ai professionisti della propaganda di regime il ruolo primario del sole nel clima terrestre e dei suoi cicli ed andamenti periodici, gli ultimi dei quali sono stati considerati assolutamente anomali per durata ed intensità energetica. Evidentemente al regime globale fa comodo addossare la colpa del dissesto all’essere umano mentre i cambi climatici sono il frutto di operazioni prettamente disumane e di naturalissime variabili astronomiche.
Occorrerebbe infine ricordare ai professionisti della propaganda di regime il ruolo primario del sole nel clima terrestre e dei suoi cicli ed andamenti periodici, gli ultimi dei quali sono stati considerati assolutamente anomali per durata ed intensità energetica. Evidentemente al regime globale fa comodo addossare la colpa del dissesto all’essere umano mentre i cambi climatici sono il frutto di operazioni prettamente disumane e di naturalissime variabili astronomiche.
Alterare
il clima, esponendo uomini, animali e vegetazione a cicli devastanti di siccità
ed alluvioni, temperature estreme ed eventi climatici a dir poco anomali
contribuisce a destabilizzare tutta la biosfera, rendendo il controllo degli
elementi e delle menti (scusate il gioco di parole) assai più semplice. Non
possiamo conoscere nel dettaglio quale sia l’obiettivo di tanto devastare e
manipolare. Possiamo solo prendere atto che le operazioni in corso sono
contrarie allo sviluppo della Natura terrestre, o perlomeno dell’idea che ci
eravamo fatta dei suoi complessi e delicati funzionamenti.
Chi dirige queste operazioni
di devastazione a livello planetario (che poi sono gli stessi, ad esempio, che
deportano esseri umani da una parte del pianeta all’altra) sta procedendo in
direzione ostinata e contraria al naturale cammino della Natura che
per ora resiste, seppur malandata ed oscenamente profanata. Le operazioni di
devastazione agiscono in sinergia da differenti ambienti apparentemente
separati. Basti pensare alle manipolazioni genetiche oppure alle metodologie
criminali delle multinazionali dell’agricoltura. Restiamo vigili ad osservare,
nonostante sia l’occupazione più vituperata della nostra tristissima
contemporaneità. Corri uomo, corri ... .
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