12/12/17

Omero (con sollievo) nel Baltico


Faccio seguito ad un precedente post, in cui si rifletteva sull’ipotesi di Vinci circa la corretta collocazione delle opere omeriche in un contesto nordico (e precisamente attorno al mar baltico) nell’ultima età del bronzo.

Ebbene tale ipotesi, che ormai gode del favore di ampie schiere di studiosi, ci dona sollievo e spensieratezza. La certezza infatti che tutto il mondo descritto da Omero sia riferito a contesti che non ci appartengono apre ulteriori campi di ricerca con più ampie ambizioni.


Tutto l’insieme di guerre, tradimenti, lealtà militaresche, vendette, eroismi (in poche parole sangue e sudore) non albergava nelle quiete acque del nostro mediterraneo bensì altrove. Ciò significa che possiamo immaginare le proto civiltà del bacino orientale del mediterraneo come civiltà più evolute dedite alla ricerca, alla spiritualità, al commercio, all’invenzione, alla ricerca ed alla speculazione.

Questa nuova prospettiva fa ben pensare dei nostri antenati diretti, grandi costruttori e filosofi, grandi artisti ed esploratori, raffinati organizzatori del vivere comune. Ora l’immaginazione e la ricerca storica sono più liberi grazie appunto all’opera di Vinci.


Lo stesso sollievo possiamo sperimentarlo pensando all’antico testamento. Un insieme di rapporti scritti sulla relazione che intercorse tra Yahweh ed il popolo a lui assegnato che non ci riguarda parimenti! Non siamo quel popolo assegnato, non vivevamo tra quelle genti e possiamo allora respirare aria nuova immaginandoci un’origine spirituale meno crudele, non sottoposti all’azione vessatoria e predatoria di quel generalissimo sanguinario e prepotente.

La ricerca letteraria ci sta aprendo nuovi ed inediti orizzonti. L’immaginazione è libera di costruire scenari antichi migliori e positivi, anche se puramente fantastici.    

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