25/01/17

I Moderni Vaticini dell'Era POP


Sono le agenzie di rating o di analisi finanziaria i moderni indovini e sibille che pontificano, forti della potenza misteriosa dei loro calcolatori logaritmici. Prevedono il futuro analizzando non le interiora degli animali od il volo degli uccelli ma seguendo gli andamenti dei grafici di borsa oppure spulciando dati nei bilanci delle multinazionali. La sostanza non cambia mai. Le previsioni sono tutte molto simili e tuonano come le trombe dell’Apocalisse. Si tratta però di letture postume di un copione già scritto. Sono letture di programmi intenzionali volti a disintegrare il substrato ambientale, sociale ed economico (e quindi spirituale) della congrega umana.

Ingegneria sociale (immigrazione pianificata), ingegneria ambientale (bio-geoingegneria clandestina) e manomissioni dell’economia reale ad opera delle elite finanziarie/sataniste. Semplice quindi seguirne i corsi, conoscendone finalità e modus operandi. L’articolo è tratto da tiscalinews:

    
Cosa succederà nei prossimi mesi e anni? Ha provato a fornire una risposta il Credit Suisse Research Institute che ha pubblicato il lavoro svolto in un rapporto intitolato Getting Over Globalization ovvero Superare la Globalizzazione. I ricercatori svizzeri hanno  in particolare azzardato 7 previsioni, alcune delle quali decisamente poco incoraggianti. 

Fine dell’era del libero scambio internazionale

Probabilmente è la previsione più semplice e ovvia di quelle fatte. Il neo presidente Trump ha già annunciato l’accantonamento del TPP (Trans Pacific Partnership) ovvero dell’accordo commerciale tra Stati Uniti e paesi asiatici e analoga sorte toccherà al TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) tra Usa e Unione Europea. Segnali chiari ed inequivocabili che siamo arrivati alla fine del mantra del libero scambio. Per il Credit Suisse Research Institute non si tornerà del tutto al mondo pre-globalizzazione ma bisognerà iniziare a convivere con crescenti pratiche di protezionismo commerciale dalle conseguenze ancora poco chiare.

Debiti sotto pressione e nuove turbolenze sui mercati

Sul fronte finanziario riflettori nuovamente puntati sui debiti sovrani e aziendali. Dopo lo scoppio delle crisi del 2008 e del 2011 i tassi di interesse bassi hanno aiutato i debitori ma un aumento del costo del denaro appare sempre più probabile e questo inevitabilmente creerà nuove tensioni sui mercati dato che i livelli di indebitamento mondiale sono attualmente più elevati di quelli del 2007. Questi scenario interessa molto da vicino l’Italia che come noto deve convivere con un debito pubblico elevatissimo.


Recessione economica

Secondo gli economisti svizzeri il riaccendersi delle pressioni sui debiti potrebbe innescare una nuova recessione economica. A pesare ulteriormente sull’andamento dell’economia potrebbero essere gli errori delle banche centrali. Tra i maggiori indiziati c’è Bank of Japan che da tempo prova senza tanti risultati a stimolare l’inflazione nipponica. 

L’immigrazione: a rischio la sopravvivenza della Ue 

Altro ambito caldissimo per i ricercatori del Credit Suisse Research Institute è quello dell’immigrazione che nei prossimi mesi potrebbe mettere a repentaglio la stessa sopravvivenza dell’Unione Europea se non si arriva a una posizione politica comune.

Rischio nuove guerre

Gli analisti svizzeri invitano però a guardare con attenzione anche le acque del mar della Cina dove potrebbero avere una escalation le contese decennali tra Cina e Giappone. Altro elemento di criticità sono poi i cyberttacchi. Fino ad ora quelli fatti a danno di aziende e singoli stati non hanno avuto conseguenze ma per il Credit Suisse Research Institute è ormai solo questione di tempo prima che qualche aggressione provochi risposte vigorose dai risvolti imprevisti.

La fine del consumismo

La fine della globalizzazione potrebbe porre fine al consumismo che negli ultimi anni ha coinvolto anche i paesi emergenti. Ma le difficili condizioni nel mercato del lavoro e l’assottigliamento delle classi medie a causa delle disuguaglianze crescenti potrebbero dare un colpo di grazia alla società dei consumi.

Crisi climatica

L'anno che si è appena concluso è stato quello più caldo della storia. Una ripetizione per il secondo anno consecutivo delle temperature registrate nel 2016 potrebbe mettere in difficoltà molte imprese agricole e filiere alimentari e causare crisi umanitarie. Le politiche ambientali meno restrittive rispetto al passato già annunciate da Trump rappresentano un ulteriore fattore di rischio.

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