Sono le agenzie
di rating o di analisi finanziaria i moderni indovini e sibille che
pontificano, forti della potenza misteriosa dei loro calcolatori logaritmici.
Prevedono il futuro analizzando non le interiora degli animali od il volo degli
uccelli ma seguendo gli andamenti dei grafici di borsa oppure spulciando dati nei bilanci delle multinazionali. La sostanza non cambia mai. Le previsioni
sono tutte molto simili e tuonano come le trombe dell’Apocalisse. Si tratta però di letture
postume di un copione già scritto. Sono letture di programmi intenzionali volti
a disintegrare il substrato ambientale, sociale ed economico (e quindi
spirituale) della congrega umana.
Ingegneria
sociale (immigrazione pianificata), ingegneria ambientale (bio-geoingegneria
clandestina) e manomissioni dell’economia reale ad opera delle elite
finanziarie/sataniste. Semplice quindi seguirne i corsi, conoscendone finalità
e modus operandi. L’articolo è tratto da tiscalinews:
Cosa succederà
nei prossimi mesi e anni? Ha provato a fornire una risposta il Credit Suisse
Research Institute che ha pubblicato il lavoro svolto in un rapporto intitolato
Getting Over Globalization ovvero Superare la Globalizzazione. I ricercatori
svizzeri hanno in particolare azzardato 7 previsioni, alcune delle quali
decisamente poco incoraggianti.
Fine dell’era
del libero scambio internazionale
Probabilmente è
la previsione più semplice e ovvia di quelle fatte. Il neo presidente Trump ha
già annunciato l’accantonamento del TPP (Trans Pacific Partnership) ovvero
dell’accordo commerciale tra Stati Uniti e paesi asiatici e analoga sorte
toccherà al TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) tra Usa e
Unione Europea. Segnali chiari ed inequivocabili che siamo arrivati alla fine
del mantra del libero scambio. Per il Credit Suisse Research Institute non si
tornerà del tutto al mondo pre-globalizzazione ma bisognerà iniziare a
convivere con crescenti pratiche di protezionismo commerciale dalle conseguenze
ancora poco chiare.
Debiti sotto
pressione e nuove turbolenze sui mercati
Sul fronte
finanziario riflettori nuovamente puntati sui debiti sovrani e aziendali. Dopo
lo scoppio delle crisi del 2008 e del 2011 i tassi di interesse bassi hanno
aiutato i debitori ma un aumento del costo del denaro appare sempre più
probabile e questo inevitabilmente creerà nuove tensioni sui mercati dato che i
livelli di indebitamento mondiale sono attualmente più elevati di quelli del
2007. Questi scenario interessa molto da vicino l’Italia che come noto deve
convivere con un debito pubblico elevatissimo.
Recessione
economica
Secondo gli
economisti svizzeri il riaccendersi delle pressioni sui debiti potrebbe
innescare una nuova recessione economica. A pesare ulteriormente sull’andamento
dell’economia potrebbero essere gli errori delle banche centrali. Tra i
maggiori indiziati c’è Bank of Japan che da tempo prova senza tanti risultati a
stimolare l’inflazione nipponica.
L’immigrazione: a rischio la sopravvivenza della Ue
Altro ambito
caldissimo per i ricercatori del Credit Suisse Research Institute è quello
dell’immigrazione che nei prossimi mesi potrebbe mettere a repentaglio la
stessa sopravvivenza dell’Unione Europea se non si arriva a una posizione
politica comune.
Rischio nuove
guerre
Gli analisti svizzeri invitano però
a guardare con attenzione anche le acque del mar della Cina dove potrebbero
avere una escalation le contese decennali tra Cina e Giappone. Altro elemento
di criticità sono poi i cyberttacchi. Fino ad ora quelli fatti a danno di
aziende e singoli stati non hanno avuto conseguenze ma per il Credit Suisse
Research Institute è ormai solo questione di tempo prima che qualche
aggressione provochi risposte vigorose dai risvolti imprevisti.
La fine del
consumismo
La fine della
globalizzazione potrebbe porre fine al consumismo che negli ultimi anni ha
coinvolto anche i paesi emergenti. Ma le difficili condizioni nel mercato del
lavoro e l’assottigliamento delle classi medie a causa delle disuguaglianze
crescenti potrebbero dare un colpo di grazia alla società dei consumi.
Crisi climatica
L'anno che si è
appena concluso è stato quello più caldo della storia. Una ripetizione per il
secondo anno consecutivo delle temperature registrate nel 2016 potrebbe mettere
in difficoltà molte imprese agricole e filiere alimentari e causare crisi
umanitarie. Le politiche ambientali meno restrittive rispetto al passato già
annunciate da Trump rappresentano un ulteriore fattore di rischio.
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