All’Università arriva l'identità alias per transessuali e trans gender. La introduce
l'Università di Udine per agevolare il percorso agli studenti che stanno
affrontando il difficile cammino del cambiamento di genere – tratto da: RedazioneTiscali
Gli studenti che
dopo aver effettuato la riassegnazione chirurgica del sesso sono in attesa
dell'autorizzazione del giudice alla modificazione dei propri atti anagrafici,
possono rivolgere una richiesta al Rettore di attribuzione di un'identità
provvisoria, allegando idonea documentazione che attesti l'iter intrapreso in
relazione al cambiamento di genere. Nuova identità
riprodotta in una smart card - Gli studenti potranno in questo modo iscriversi
agli appelli d'esame con l'identità risultante dalla nuova tessera
identificativa.
ndr - E’ evidente come
gli esseri umani abbiano smodato bisogno del riconoscimento formale altrui per
sentirsi vivi, individui, persone. La ‘riassegnazione chirurgica’ del sesso,
immagino, sia la meta di un percorso impervio e doloroso. Che un’accademia
provveda ad alleviarne gli effetti collaterali quindi dovrebbe apparire come
una buona notizia. Eppure però questa notizia lascia dietro di se un velo di
inquietudine ed amarezza.
E’ la stessa sensazione
che lasciano le richieste di inserire un terzo gabinetto per i trans gender,
oppure i programmi di educazione omosessuale nelle scuole pubbliche
(antidiscriminazione omofoba), o le richieste di celebrare nozze gay di stato.
Occorre
evidentemente la patente per sentirsi realizzati nelle proprie aspirazioni.
Resta da chiedersi se il riconoscimento sessuale collettivo sia da considerarsi
un’aspirazione verso l'acquisizione di diritti negati oppure il desiderio inespresso di
una sorta di marchiatura identitaria sociale. Essere individuati e definiti
come portatori di quella specifica pulsione sessuale è avvilente. La sessualità
è una girandola emozionante e cangiante, perché esiste questo desiderio di
imbrigliarla in recinti precostituiti da un sistema che non ci appartiene?
Un’accademia che
coadiuva la riassegnazione sessuale mi sembra davvero un paradosso. L’esigenza
di ottenere un titolo, un nome, un riconoscimento collettivo, tutto ciò, molto
pirandelliano, mi sembra legato ad un sistema fallato alla radice.
Conosco persone
che se hanno smarrito la carta d’identità si sentono perdute. Persone che
appendono il loro diploma di laurea incorniciato in bella vista per godere
degli influssi sociali che tale foglietto apporta.
Questa smania
araldica del titolo, del marchio, del nome, del simbolo dovrebbe interessare
poco l’essere umano. Ci rendiamo conto invece che antiche modalità esistenziali
trovano riscontro in nuovo espressioni di se. Resta da capire quanto ci sia di
spontaneo ed umanitario da queste sedicenti novità e quanto un’accademia possa
dare lezioni di modernità in generale. Infine: era solo questa l’emergenza
accademica ad Udine?
le università sono le chiese della dottrina luciferina quindi da li parte la distruzione della famiglia creata da Dio.
RispondiEliminahttps://pianetax.wordpress.com/2017/01/29/il-prigioniero/