Osservando la
realtà per ciò che è, risulta assai facile comprendere come l’umanità sia
costretta a vivere all’interno di recinti precostituiti alimentati da un effimero
ma potente apparato simbolico. Tali sistemi di controllo svolgono la loro
funzione grazie alla suggestione che diffondono attorno a loro, secondo una
narrazione articolata ma desolante nel suo algido minimalismo.
La storia moderna
e contemporanea, ove tali sistemi hanno raggiunto il massimo livello di pervasività,
dovrebbe permettere a chiunque di sollevare facilmente il velo delle menzogne organizzate
e prendere coscienza della banale semplicità del male, in favore della
straordinaria ricchezza del reale.
La narrazione
però, come tutte le favole che si rispettano, possiede un grande potere
seduttivo. La finzione dona un benessere oppiaceo, una serenità attonita, una
sensazione di benessere artificiale, come se si trattasse di una preanestesia
desiderabile, suadente, invitante.
I cosiddetti
attentati terroristici, ad esempio, non sono altro che eventi progettati ed
eseguiti dal sistema che, così facendo, alimenta se stesso, con il sempre
valido stratagemma della creazione del nemico, dell’elargizione della
sensazione inebriante di un pericolo generalizzato, imprevedibile, feroce.
Nelle favole di
solito questa parte è assicurata da animali predatori (lupi, orsi, aquile …)
oppure da personaggi inquietanti (streghe, maghi, giganti, orchi …).
La narrazione
contemporanea, che si avvale degli ubiqui mezzi della produzione POP, è
forzatamente globale: un evento deve essere leggibile ed esecrabile in ogni
dove. Questo è il motivo per cui ci hanno tenuti per decenni in ambasce sotto
lo spauracchio del ‘blocco sovietico’ e delle sue bombe atomiche, mentre oggi
prediligono il terrorismo islamico frutto di improbabili associazioni integraliste,
dal carattere imponderabile, sfuggente, insidioso.
Dovrebbe essere
noto a tutti come la guerra fredda sia stata solo un’astuta operazione
internazionale di soggezione e controllo dell’umanità, buona da entrambe le
parti del recinto. Il terrorismo odierno svolge la stessa funzione. E’ una
tigre di carta (mal confezionata per altro) in grado però di mantenere la
stessa funzione di memento, di diffondere quell’inebriante sensazione di
pericolo, indispensabile per tenere in piedi tutto il costrutto artificiale nel
quale conduciamo le nostre esistenze, dominate da sostituzioni artificiali di
pulsioni naturali, re-indirizzamenti e manipolazioni. Scoperta che sarà l’inconsistenza
della minaccia, verrà la volta dell’invasione aliena?
L’individuo che vive
immerso nella narrazione desolante del sistema non si accorge della sua
incapacità di comprendere, di incidere sull’ambiente e sulla storia. Vive
trascinato da ritmi stordenti ed aspirazioni svuotate di senso.
Non è facile
rinunciare alla seduzione della narrazione artificiale così come non è facile
uscire da una tossicodipendenza. E’ un percorso però che tutti dovrebbero fare,
con coraggio e serenità, prima che sia troppo tardi. Ne va della sopravvivenza
stessa del nostro genere, selvaggio e perfettibile, ma pur sempre il nostro ed
il solo di cui disponiamo.
Nessun commento:
Posta un commento
I COMMENTI RIPETITIVI, VOLGARI OD OFFENSIVI VENGONO RIMOSSI A DISCREZIONE DEGLI AMMINISTRATORI DEL BLOG