Il cosiddetto Risorgimento è stato un’operazione
della massoneria internazionale che ha avuto come obiettivi quelli di depredare le
cospicue casse borboniche, fornire il nord Italia di mano d’opera a basso costo
e costruire con la violenza lo stato unitario (che quasi nessuno desiderava,
tranne pochi invasati massoni del nord), in vista della costruzione del futuro
leviatano europeo. L’articolo di Luca Rossi che segue (in forma parziale), tratto da Libero e Dagospia, ci
chiarisce le dinamiche di questa operazione violenta che possiamo oggi definire
come un genocidio sabaudo, abilmente nascosto nelle pieghe della storiografia di
regime:
1. COSA
E’ STATO IL RISORGIMENTO? UN MASSACRO DEI SABAUDI SU MIGLIAIA DI MERIDIONALI
2. GENOCIDI NASCOSTI, LAGER COME QUELLO DI FENESTRELLE,
VIOLENZE SUI MINORENNI E STUPRI ALLE DONNE: 500 MILA PERSONE SONO “SPARITE”
DOPO L’UNIFICAZIONE DELL’ITALIA
3. GLI UFFICIALI SABAUDI DICEVANO CHE I MERIDIONALI (TERRONI
ANCORA NON SI USAVA) ERANO PEGGIO DEGLI "AFFRICANI" (CON DUE F),
PERCHÉ ERANO INCIVILI E IGNORANTI E PER QUESTO MERITAVANO LE VIOLENZE E I
SOPRUSI CHE IL PIEMONTE "ALLARGATO" STAVA FACENDO
4. IL RACCONTO (CON TUTTA LA DOCUMENTAZIONE) NEL LIBRO DI
PINO APRILE, “CARNEFICI”
Luca Rossi per “Libero Quotidiano”
L'Italia ha due velocità, lo sentiamo
ripetere da settant' anni da presidenti della Repubblica meridionalisti e da
trent'anni quasi di Leghismo autonomista sentiamo rispondere che il sud è un
peso che affonderà il Paese. Oggi Apple investe nel centro di sviluppo app di
Napoli, come a dire che basta un iPhone a chiudere la questione meridionale.
Ma la questione meridionale è tale da prima dell' unità
peninsulare, insegna Pino Aprile già autore di Terroni (2010), Giù al Sud
(2011), Mai più terroni (2012), Il Sud puzza (2013) e Terroni 'ndernescional
(2014). Con Carnefici (Piemme, 464 pp., euro 19.50), l'autore torna al tema
caro, ma si sposta in epoca pre-pre-pre-Apps, quando il terrone ante litteram
fondeva il borbone e il brigante. Aprile racconta di un vero e proprio
genocidio compiuto dai piemontesi cattivi a discapito dei terroni buoni.
Il libro, frutto di anni di ricerche, di archivi ne ha per
tutti. Non si salva nemmeno Garibaldi, che si fece costruire una villa a
Caprera: una residenza quasi in stile Scarface se l'eroe dei due mondi avesse
avuto la televisione come i mafiosi emuli di Gomorra, anche se non si fece
mancare il veliero da 42 tonnellate per la sua piccola flotta personale.
Comunque non toglie che Garibaldi, più brigante dei briganti,
in fondo non avesse poi colpa, così come secondo Aprile non avevano colpa gli
ufficiali sabaudi che dicevano che i meridionali (terroni ancora non si usava)
erano peggio degli «affricani» (con due f), perché erano incivili e ignoranti
più degli affricani (con due f) e per questo meritavano quello che il Piemonte
allargato stava facendo.
Ma cosa stava facendo? Deportati, fucilati, incarcerati, le
figlie dei briganti, anche bambine, erano stuprate, i sabaudi erano peggio
degli unni insomma, erano più violenti e animali degli «affricani» che tanto
disprezzavano, così è facile che su una stima di 7 milione di persone, la
popolazione dell' allargato stato del Piemonte, manchino 500 mila persone
svanite pochi anni dopo l' unificazione del Paese.
Si scrive spesso che i crimini compiuti dai vincitori passano
sotto silenzio. Così se Hitler avesse vinto con gli Zeppelin padroni dei cieli
d'Europa, la Shoah sarebbe stata espulsa dalla storia, con buona pace di Primo
Levi, Anna Frank e Roberto Benigni. Perché i vincitori sono sempre puri,
Vittorio Emanuele II era un vincitore, era l'unificatore del regno, il re sul
trono di spade.
Aprile scrive e documenta di campi di prigionia, veri e
propri lager subalpini come quello istituito nelle mura del forte di
Fenestrelle, una pratica della quale siamo stati precursori.
Genocidio perché i proto-terroni non erano poi così diversi,
così incolti, così selvaggi del popolo pedemontano, ma eran visti come impuri,
come briganti anche se non lo erano e quindi bisognosi di scrematura.
Occorreva scremare quel crogiuolo dal quale si sarebbe
forgiato il nascente popolo italico. Tutto documentato: il 20 gennaio 1861 fu
istituito a Fenestrelle uno dei Depositi d' uffiziali d' ogni arma dello
sciolto esercito delle Due Sicilie e su richiesta di La Marmora, venne indicato
di «non porre in libertà nessuno dei detenuti senza l' assenso dell' esercito».
Colpevoli di terronìa, venivano chiusi in gabbia peggio che animali senza il
minimo magone.
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