01/01/17

Riflessioni in Musica


A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa che mi da più calorie …’ (Franco Battiato)

La musica classica, al pari della poesia e letteratura ottocentesca, è sostanzialmente un grande tributo al sistema, un ossequio reverenziale alle autorità ed agli agi residui che il vertice sparge a pioggia sui suoi sudditi più obbedienti. La musica sigilla e difende un sistema perché lo glorifica e gli fornisce un substrato cinestesico sul quale prosperare. La musica cosiddetta classica non contempla il dissenso.

Marce e marcette, musica da camera, opera ed operette, non sono altro che gli antenati pre-tecnologici dell’odierno ed ubiquo sistema dell’intrattenimento coatto al quale siamo forzosamente sottoposti.

La matematica e la musica condividono un linguaggio assai simile. La musica sembra a tratti una trasposizione ondulatoria della matematica. Se la matematica è il linguaggio del Demiurgo, la musica non fa altro che renderlo esplicito per tutti, in modo simile (per le arti figurative) ad un soffitto barocco. Non a caso i mecenati dei musicisti erano le corti come oggi lo sono le corporation.

L’adulazione della musica classica è quindi, a mio parere, da evitare. Insistono in luoghi ormai desueti gli amatori e continuatori della tradizione classica (ma per la musica contemporanea valgono gli stessi pensieri) che, ignari dei diritti e doveri (dell’etica e della morale), come evanescenti amanuensi, si accollano l’ingrato compito di tenere memoria del regime antico.

18 commenti:

  1. Mah...sembra che stavolta tu abbia usato l'accetta dove occorreva l'uso del bulino. Sorvoliamo sulla squallida citazione di Battiato...classica o meno a questo punto non avrebbe senso la definizione in se'. In estrema sintesi cio' che riecheggia in molte melodie e' il senso puramente tragico-geniale dell'uomo "disarmato" a fronte del proprio destino, che e' destino cosmico in cui e' tradotto liricamente il significato dei tempi. In molti brani del grande Vivaldi riecheggia l'identita' geniale degli elementi naturali, il loro senso puramente "panico", la corsa tormentata dei venti tra le selve; l'antico Genio, l'essenza propriamente Gentile resa esule dal nascente pensiero positivista. Beethoven, Mozart, Bach, hanno la medesima levatura di un Eschilo, di Sofocle o di Euripide, o forse volendo avallare quanto qui affermi anche la profonda testimonianza dei Tragici puo' ridursi a mera "farsa arcontica". Nel triste 68 facili contestatari vandalizzarono le statue nel centro di Firenze al grido "l'arte e' merda" avallando la nuova accademia nichilista di qualcuno che qualche anno prima mise realmente in scatola la propria merda conquistando cosi' la gloria museale. Perche' relativizzare cosi'. C'e' brutta musica detta classica cosi' come brutta pittura prodotta nelle eta' maggiormente felici dell'arte. Ma ridurre tutto a proiezione demiurgica a me sembra, come direbbe Guenon, "a voler buttare il bambino assieme l'acqua sporca". Un conto e' la parodia orchestrata dall'oscuro dogma cattolico ben altra risonanza intona il canone gregoriano le cui modulazioni "centrano" nell'uomo la sua unicita' espressiva elevandolo a vertici incommensurabili. Altro che le squallide nenie dei papaboys. Vorrei dire ancora ma poi divento prolisso. Sono risentito per questa riduzione insensibile del Mistero che gravita nella musica non voglio dire convenzionalmente "classica" ma Perenne.

    RispondiElimina
  2. Tensione nostalgica universale..melanconia per lo splendore delle Origini..poesia che e' l'ultima innervatura residuale di una grandezza che ci rende piu' immensi di ogni pseudo-divinita' piu' o meno artefattamente rivelata..John Coltrane e' anch'esso musica classica. Furia temperata dalla commozione per quanto di piu' infermo, possente, precario e infinito l'uomo conserva in se' questa e' la Musica poi convenzionalmente detta "classica". Qualcosa d'immensamente distante dalla spuria identita' demiurgica, la quale, casomai, in questi tempi ultimi, e' estremamente aderente alla sovversione "pop"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' il rapporto con il committente la chiave di lettura, a mio parere, di cosa sia gregario al sistema e cosa non lo sia. Trovo nell'adesione fanatica alla musica cosiddetta classica, una nostalgia per me quasi inaccettabile. Stiamo parlando della metamusica, ovviamente, di tutto cioè che aderisce ad essa senza intaccarne l'essenza che a volte sembra poter travalicare il tutto. Resta sempre un'ombra però, quella delle corti e dei cortigiani, degli altoborghesi e del palco delle autorità. Temo che il cammino della musica per scrollarsi di dosso tutto questo sia ancora davvero molto lungo, in special modo nel nostro paese. Lo stesso discorso vale per la musica POP, espressione dell'attuale regime tecnocratico, potente veicolo di seduzione verso il sistema.

      Elimina
    2. Stesse riflessioni utili per le altre forme d'arte (Architettura in primis) dove invece la pittura sembra potersene discostare. Forse è stata proprio la pittura (grazie all'avvento della fotografia?) ad aver compiuto il passo più audace verso l'indipendenza.

      Elimina
  3. Io non so se il demiurgo e' un polipo tentatore ma di sicuro da quando sono su questa piattaforma di matti sono passato su tutti i livelli musicali,non me ne sono perso uno e alla fine chi è sopravvissuto?niente!io sono molto piu'vicino all'articolo che alle critiche perche' la musica è sempre di vibrazione mooolto più bassa della musica dell'universo.ci danno sempre un surrogato di tutto l'insieme che noi pensiamo nostro.una genialataccia cosmica.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Spezzo una lancia a favore della musica classica solo perché ai tempi che furono era uno dei pochi sollievi per una vita di stenti e di poco agio, anche per ceti medio alti,sia fisico ma soprattutto sociale..

      Detto ciò il " surrogato che ci danno " é un espressione più che azzeccata per parlare di un contesto a risultati: storico-artistico-culturale-musicale.. ecc ecc...
      Ringraziamo le prostitute intellettuali, che troviamo sul dollaro, per il "nostro" trascursus...
      /°\

      Elimina
  4. Sono rimasta sorpresa dal livello infimo dell'articolo. A volte un inciso può definire il senso di un'espressione molto articolata, sia essa una espressione di arti visive o performative o più semplicemente e banalmente anche di espressioni di pensiero veicolate da riepetuti interventi in forma di articoli, come in questo caso. Vi seguo da molto tempo, naturalmente non sempre ho condiviso i pensieri via via espressi, ma ovviamente l'interesse ad ascoltare una voce non deriva dalla totale adesione a quanto esplicitato. In questo caso è diverso. Come dicevo poche righe sopra, la mia attenzione da oggi cambia alla luce di quanto letto e probabilmente mi troverò a dover ridefinire tonalità di colori e di suoni del contesto più generale in cui sono inseriti i vari commenti. Carla Biscottini

    RispondiElimina
  5. La tua elasticitã mentale carla e'ai minimi storici.
    Leggiti l'articolo senza metterci l'ego e vedrai che in ogni epoca ci hanno è sempre dato cio che a loro garba.da premettere io hobnamato molto vivaldi,il mozart,il bach,lo chopin,la metallica musica la pop art jazz trip ragge blues napoletana etnica di tutto e di piu'.
    Ma si arriva a un punto che sembra tutto falso..è come quando ascolti un pezzo ad altissimo volume per poi quando finisci l'unico piacere è il silenzio del silenzio.non dura per sempre ma solo pochi secondi.

    RispondiElimina
  6. La musica è stata ed è ancor di più da alcuni decenni un veicolo di manipolazione. L'origine dell'accordatura degli astrumenti a 440 ne è un minuscolo esempio solo per accennare a un mondo sommerso che credo di avere individuato almento in parte. I generi musicali ne sono coinvolti tutti senza eccezione alcuna e non fa da spartiacque neppure il livello della produzione musicale, a qualunque genere appartenga. Non credo che il mio giudizio derivi da un'invadenza del mio ego che comunque mi accompagna inevitabilmente. In ogni caso cosa diversa è esprimere un commento anche se molto negativo su un enunciato rispetto all'esprimere un succinto appellativo alla persona. Aggressività e propensione all'offesa personale non sono le condizioni ideali per individuare un interlocutore interessante. Soprattutto quando queste reazioni sono poi scaturite da una difformità di valutazioni. Anche io penso che siamo immersi nel falso e nell'illusorio ma la dimensione del reale non è data da condizioni altre da sé. A proposito mi piacerebbe conoscere il tuo nome non il nickname.
    Grate se vorrai commentare sugli argomenti, saluto.
    Carla

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ringrazio tutti per i commenti, che rappresentano lo scopo fondamentale del mio post. Quest'ultimo è per ovvie ragioni sintetico, provocatorio ed anche vagamente ironico. Condivido però l'ultimo commento di gionanellabalena. Ho assistito ad un concerto classico pochi giorni orsono ed era tangibile il desiderio di restaurazione (per fortuna improponibile) in salsa nostalgica, autoreferenziale e compiaciuta. Spero solo che le mie parole, per quanto sgrammaticate od 'infime' che siano, siano utili piccoli spunti di riflessione. Ciao e grazie ancora

      Elimina
  7. Ciao carla.
    Chiedo scusa se sono stato burbero nei commenti,purtroppo quando si cerca di spiegare come è fatta la prigione mentale è dura e lesionista.
    Tralasciando la musica o l'ego o altre entità parassitarie il summa non cambia.schiavi e sempre schiavi saremo nel tempo dei tempi.(almeno in questa ottica vibrazionale).il resto lascia andare perchè qui di nostro non cè niente,siamo solo stati sputati da un punto per finire ad'altro punto.il gioco è appena iniziato e non mi va di dare troppe energie a un post troppo musicale.eh,eh,eh..e poi dopo un pò tutto annoia,anche il grande bach.alla proscien.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Giona, gradita precisazione. Sono d'accordo con la tua visione generale. Anche per quanto riguarda il grande Bach. Ciao

      Elimina
  8. Interpreto il pamphlet di Ghigo come la Gioconda con i baffi creata da Duchamp: non è un sacrilegio di Leonardo, ma un'irrisione nei confronti di coloro che in modo stupido idolatrano l'Arte, senza capirne alcunché. Diverso il discorso per la musica lirica che Nietzsche detestava, a mio avviso, con buone ragioni.

    Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, è proprio così. Musica ed Architettura avevano (ed hanno ancora oggi in gran parte) bisogno del consenso del potere costituito per concretizzarsi. Ecco il motivo principale dell'asservimento ineluttabile di queste arti al sistema del loro tempo. Ciao

      Elimina
  9. La discussione, in questi termini, comincia a farsi interessante. L'ultima affermazione riguardo alle analogie tra musica e architettura sotto il profilo della loro dipendenza dal potere costituito individua una traccia feconda. D'altra parte sono le due arti che meglio si offrono come catilizzatori di prodotti inconsci in contesti di grandi numeri di fruitori e a cui, oggi, potremmo avvicinare anche tanta produzione di arti visive. Mi riferisco nello specifico a tutta quella produzione di immagini e di video a scopo pubblicitario o più generalmente propagandistico. I contenuti, i toni dell'articolo mi sembrano modificati in itinere. La fecondità di una conversazione non di rado passa attraverso una definizione dei confini, rendendo espliciti termini e spazi territoriali. Tornando per un attimo all'enunciato che nominavo nel mio precedente intervento concludo con questa definizione che Treccani dà del termine: insieme delle frasi, premesse alla dimostrazione e costituenti insieme con questa il teorema, nelle quali si dichiara che cosa s’intende dimostrare (tesi) e sotto quali condizioni preliminari (ipotesi). I commenti auspicati a corredo dei post dell'autore non possono prescindere da queste condizioni. Un saluto a tutti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bene Carla, siamo tutti contenti di dialogare con serenità e serietà. A volte un post un pò 'ad effetto' produce frutti interessanti. Ciao e grazie per i tuoi utili contributi.

      Elimina
  10. Ma vorreste dire che l'arte , architettura e la musica sono state "manipolate"...? Quindi lo scopo dei messaggi nascosti solo per gl'iniziati seguirebbe un filo logico da centinaia d'anni?!?....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I libri parlano sempre di altri libri. Che esista una narrazione che si snocciola nei secoli mi sembra evidente. Quella odierna ha origine forse in quella di Gioacchino da Fiore. Per la Musica abbiamo un potente filone massonico inesauribile che arriva sino a noi in salsa satanico/distruttiva. Per l'Architettura possiamo fare considerazioni analoghe, come non pensare all'urbanistica satanica di Astana, ad esempio? Molti celebri Architetti sono massoni o peggio. Ciao

      Elimina

I COMMENTI RIPETITIVI, VOLGARI OD OFFENSIVI VENGONO RIMOSSI A DISCREZIONE DEGLI AMMINISTRATORI DEL BLOG