07/09/16

Tatoo: il Marchio della Bestia?


Levitico 19:28 -Non vi farete incisioni nella carne, né vi farete tatuaggi addosso, io sono il Signore.


Il post che segue è tratto da un sito cattolico, ‘Il Ritorno’, contenente numerose citazioni. Le riflessioni proposte dall’autore mi sembrano interessanti per riflettere sull’argomento tatuaggi, piercing ed in generale sulle tante marchiature del corpo proposte in questi ultimi anni dal sistema.

La moda del tatuaggio, lungi dall’essere una pratica rivoluzionaria, è invece quanto di più conformista si possa immaginare: laboratori di tatuaggi spuntano in ogni dove. Senza criminalizzare tale pratica, laddove sia da intendersi come giocoso passatempo, è opportuno però riflettere su di essa e sulle implicazioni spirituali prodotte. Occorre infine ricordare come l’epidermide segni il confine, sacro ed inderogabile, tra l’essere umano e l’ambiente in cui vive. L’articolo:

CENNI STORICI E RIFLESSIONI

“La ricerca storica attribuisce agli antichi Egizi la pratica del tatuaggio in modo sistematico”. «Gli israeliti venivano dall'Egitto, dove "la pratica di farsi tagli sul volto, sulle braccia e sulle gambe nel periodo del lutto era comune tra i pagani ed era considerato un segno di rispetto per il morto, ma anche una specie di offerta propiziatoria verso le deità che governavano la morte e la tomba". Altra pratica diffusa nel paese che li aveva resi schiavi, era quella dei tatuaggi rappresentati con figure, fiori, foglie, stelle o altri disegni su varie parti del corpo. "Erano realizzati con dei ferri infuocati, talvolta con inchiostri e pittura … è probabilmente associato, secondo Levitico 19:29 al costume di adottare tali segni in onore di qualche idolo, così si spiega chiaramente la proibizione. Perciò, venivano saggiamente vietati perché erano segni di apostasia e inoltre erano indelebili"»

Uno dei significati basilari dunque del tatuaggio era il senso di appartenenza, inteso come possesso, dedizione o schiavitù a qualcuno o a qualcosa. Un “marchio” se così si può dire che legava il corpo marchiato al suo padrone (che poteva essere un’altra persona o un idolo).

I Romani marchiavano i criminali e gli schiavi. Plinio e Svetonio ad esempio scrivono della marchiatura degli schiavi di Roma con le inziali dei loro proprietari e dei ‘servi stimmatici’ cioè dei servi trovati a rubare e punti con la marchiatura a fuoco sulla fronte”

Forse il primo marchio/tatuaggio di cui si parli nella storia dell’uomo vista dalla Bibbia è quello di Caino. Egli dopo l’uccisione del fratello Abele non si pentì e fu scacciato da Dio che mise un segno sulla sua fronte (un marchio dovuto alla sua infamia ma che aveva anche la funzione di proteggerlo dall’odio degli altri uomini) (Genesi 4:8-15).E’ significativo che nella Bibbia l’accenno ad un marchio non sia solo nella genesi con Caino, ma anche nell’Apocalisse con il c.d. “marchio della bestia”.

Caino e il marchio della Bestia: due riferimenti ai segni sul corpo non certo positivi che collegano il primo peccato di morte della storia con l’ultimo marchio di Satana (666) che tenta di distruggere l’uomo. 


Estendendo il discorso ad oggetti come anelli (il simbolo del teschio delle SS naziste) o ai bracciali (nelle ragazze il braccialetto alla caviglia viene ancora chiamato “alla schiava”) si può riconoscere quasi sempre un’origine di servitù e di catene o di volontaria dipendenza. Ma anche nell’uso del piercing c’è un riferimento alla schiavitù: «Al tempo dell'Antico Testamento, ad uno schiavo che voleva rimanere presso il suo signore, veniva forato l'orecchio con una lesina, come segno della sua volontaria sottomissione al padrone, che egli “servirà per sempre” (Esodo 21:6 e Deuteronomio 15:17). Può essere qui fatto un parallelo che non sia necessariamente un'affermazione dogmatica? Non potrebbe essere probabilmente un segno del fatto che ci si consegna consapevolmente o no, come schiavi a qualcuno? La Bibbia afferma che esiste uno schiavista invisibile, che lega gli uomini a sé tramite il peccato, ed è chiamato anche dio di questo mondo (Giovanni 8:34 e II Corinzi 4:4).»

La Bibbia non fa molta distinzione tra il tatuaggio (inteso come incisione di segni vari sul corpo)  e i tagli volontari per vari motivi come nell’autolesionismo.Il confine tra culto dei morti e spiritismo è molto sottile.

La moda dei tatuaggi e dei piercing è recente. Questa, esaltata dai mass media, fa passare come piacevole ed originale un pericoloso messaggio che più conformista non potrebbe essere.

«Le riserve si possono ricondurre a tre ragioni fondamentali. La prima ragione è che i tatuaggi possono costituire, specie se praticati senza le dovute cautele, un pericolo per la salute. La seconda ragione è che la moda attualmente in voga è spesso collegata a una cultura della trasgressione e a una tendenza alla esibizione provocatoria ed erotizzata del corpo indubbiamente problematiche per la morale cristiana. La terza ragione è che la cultura che ha incrementato l’attuale moda ha talora radici nell’esoterismo e perfino nel satanismo: un simbolo apparentemente innocuo proposto dalla cultura del tatuaggio potrebbe avere significati nascosti che un cristiano dovrebbe sicuramente aborrire, anche perché si tratta di segni sul corpo che rimangono e che non è facile cancellare.»

Questa moda, a cui ne seguiranno probabilmente altre peggiori, si inserisce nel filone dell’imbarbarimento dell’uomo dovuto al suo allontanamento progressivo da Dio. L’uomo senza la guida di Dio regredisce a forme sempre più tribali ed istintive.

«Si dovrebbe essere d'accordo sul fatto che il boom dei tatuaggi va di pari passo con il rifiorire di correnti paganeggianti ed esoteriche. Pertanto, è importante notare che la Bibbia parla di queste pratiche in relazione al giudizio di Dio verso i popoli (Geremia 41:5; 48:37). Per tale ragione, i cristiani dovrebbero prendere le distanze da ogni genere di tatuaggio»

6 commenti:

  1. Ciao Ghigo, grazie per aver dedicato un post all'argomento tatuaggi. Concordo con l'articolo e pare di scorgere un legame tra il tatuaggio inteso come segno indelebile sul corpo e la schiavitù sia sul piano fisico ad un padrone (pratica ormai superata) che quello animico ad entità che evochiamo forse incosapevolmente a seconda del segno/disegno. Starne alla larga dai tatuaggi indelebili e piercing è la decisione migliore in tutti i casi.

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    1. Senz'altro Ron. Strana mania di questi tempi bizzarri. Ciao, grazie per il tuo contributo

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    1. Davvero inquietante Corrado. Prima o poi, la scusa per inserirci il microchip sottopelle la troveranno. Sono abili, scaltri e seduttivi. Peccato però che in molti ormai abbiano già mangiato la foglia ... ciao

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