Il cosiddetto
riscaldamento globale è una frode. Una frode però che comincia a riscuotere i
suoi incassi illegali, tramite leggi ed accordi di tipo totalitario, imponendo
limiti e regolamenti alle popolazioni.
Come
afferma correttamente Jon Rappoport, i globalisti desiderano inscenare la beffa
del global warming per impedire alle economie mondiali di svilupparsi
adeguatamente. Imponendo tasse alla produzione di energia, si limita alla fonte
tutta la filiera produttiva, in nome di quell’orrore denominato di volta in
volta ‘decrescita felice’, ‘religione di gaia’, ‘wwf’, ‘agenda 21’, 'greenpeace', etc. …
Si
pone sempre l’accento sulla distruzione antropica degli ambienti senza
riconoscerne i principali responsabili ma additando come unico soggetto
pericoloso tutta l’umanità. E’ l’uomo il vero obiettivo di tanto berciare.
Trattati
mondiali impongono tasse alla produzione per limitare l’impatto antropico sul
pianeta e salvaguardare quindi l’habitat selvaggio per le generazioni a venire
senza considerare che gli habitat selvaggi sono ormai un pallido ricordo (tutto
il pianeta è antropizzato da secoli) e che i principali responsabili della
sovrapproduzione inquinante sono proprio le stesse entità che oggi vorrebbero
salvaguardare la parte selvaggia del pianeta.
L’obiettivo
è quindi di tipo psicologico: indurre nella mentalità collettiva il senso di
colpa ed inadeguatezza nei confronti della madre terra, quell’entità pagana che
i globalisti adorano (oltre a Baphomet, ovviamente). Ogni essere umano sul
pianeta deve sentirsi in colpa solo per il fatto di esistere; deve improntare
la sua vita al rispetto ambientale, abdicando alle sue velleità ed ambizioni
personali. Deve inoltre perdere un sacco di tempo e risorse per limitare al
minimo la sua impronta terrena, cosa che si otterrebbe facilmente con un comodo
suicidio (per loro desiderabile) di massa.
Non
sappiamo quale sia l’andamento reale del clima ma la massa planetaria è così
estesa ed il sistema così complesso che nessuno è in grado di fare previsioni
attendibili e soprattutto, nessuno ha l’autorità morale e la fiducia necessaria
per suggerire o indicare alcunché. Vogliamo dare fiducia alla Nasa? Non
scherziamo … la classe politica nazionale ed internazionale è il front office
delle banche e delle corporation, quindi perché mai dovremmo credergli?
Inganno
correlato: il mito della sovrappopolazione. Il pianeta è tutt’altro che
sovrappopolato. La densità abitativa è sbilanciata ed impera un modello di
sviluppo demenziale ma la Terra può contenere anche il doppio degli abitanti
attuali senza problemi. Chi può ergersi a contabile, stabilendo il massimo di
abitanti concessi dal pianeta Terra? Nessuno, ovvio. Il Riscaldamento
globale è quindi una minaccia sottile, un’operazione psicologica di massa che
sta inficiando la produzione globale.
Ultima
nota importante: dopo decenni di attività clandestina di geoingegneria, chi può
distinguere il naturale dall’artificiale? Qual è l’impatto generale della
geoingegneria sull’andamento del clima? Chi sono i responsabili? Ma guarda,
sono gli stessi che berciano sul riscaldamento globale, buffo no? Probabilmente quindi il lemma 'riscaldamento globale' è stato inventato dai 'satanisti riuniti' per coprire gli effetti distruttivi della geoingegneria illegale?
Prudenza. L'impatto umano sul sistema è indiscutibile: inquiniamo ben più di ogni altra specie (ufficialmente) presente sul pianeta e, in conseguenza di ciò, un qualche effetto anche sul clima è più che plausibile. Tuttavia le cure suggerite sono evidentemente (l'analisi è politica non tecnica) pretestuose e utili a ben differenti risultati (le Georgia Guidestones avranno avuto pure un "autore" e, questi, uno scopo...). Penso ai "500 giorni al caos climatico" annunciati il 13 Maggio del 2014 dall'allora ministro degli Esteri francese Laurent Fabius e ho ritrovato un vecchio articolo del 2012 relativo ad una ricerca pubblicata anni prima: http://www.altrogiornale.org/alexey-dmitriev-le-trasformazioni-in-corso-sulla-terra/ (una versione tradotta).
RispondiEliminaEvidentemente stanno accadendo cose di cui non si parla volentieri, cose che, forse, qualcuno conta di volgere a proprio vantaggio. Comincerei a indagare, se non è già tardi, su tali cose piuttosto che denunciare per l'ennesima volta la malafede dei politici mondiali. Infatti non credo che il disinteresse storico degli USA per gli accordi sul clima sia "criminale superficialità": perfino la Russia è parsa assai poco preoccupata delle decisioni in merito prese da Trump. Come dire: c'è dell'altro!
Penso che l'apporto antropico più evidente sia quello generato dalle operazioni clandestine di geoingegneria. A seguire gli allevamenti intensivi e la produzione agricola geneticamente modificata e chimcizzata ed infine quella industriale, le cui leve sono in mano a quella sparuta elite che è poi la stessa che gestisce geoingegneria e chimica.
EliminaQuello che cercavo di dire è che non è l'umanità ad inquinare, semmai sono le elite transnazionali a farlo. Inoltre il clima non si sta riscaldando per origine antropica perché il vero motore dei cosiddetti cambi climatici (in elevata percentuale) è il sole.
Purtroppo non avremo mai dati attendibili perché gli scandali sono all'ordine del giorno, però l'agenda antiumana dei mondialisti mi sembra evidente. Ciao
Prudenza. L'impatto umano sul sistema è indiscutibile: inquiniamo ben più di ogni altra specie (ufficialmente) presente sul pianeta e, in conseguenza di ciò, un qualche effetto anche sul clima è più che plausibile.
EliminaDichiarazione di un fesso. Non è la specia umana, è il capitalismo distruttivo dell'ambiente, dai supermercati alle grandi opere. Basterebbe darne ameno.
riguardo al riscaldamento globale, lo scrivevo nel 2008 che era una urla degli americani.
RispondiEliminaMi fanno troppo ridere quando incolpano di tutto Trump, e anni fa Bush jr...Trump ha il potere da tre giorni, ma il problema del riscaldamento globale lo sto sentendo da almeno 30 anni.
RispondiEliminaOggi si dice 'cambi climatici' perché il 'riscaldamento globale' non esiste ...
EliminaIl clima cambiana naturalmente, certamente c'p un fatto di industrializzazione e sfuttamento selvaggio del territorio.
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